Telly Paretta
(Julianne Moore) è tormentata dal ricordo del figlio di otto
anni, Sam, deceduto in un incidente aereo sei mesi prima. In cura
da uno psichiatra (Gary Sinise), in crisi con il marito (Anthony Edwards)
scoprirà a poco a poco di soffrire di disturbi mentali e di
allucinazioni. In realtà suo figlio non è mai esistito,
così come le foto che lo ritraevano, i giochi, gli effetti
personali, la cameretta; ogni cosa era frutto solo della sua mente
e di desideri inespressi di madre. Naturalmente in un thriller che
si rispetti, nulla è mai come sembra, nessuno è come
si rivela e The forgotten rientra pienamente
in questa categoria.
I primi trenta minuti sono tutti giocati sul dubbio, sull’incertezza,
sulla confusione tra piano di realtà (il mondo visto attraverso
gli occhi di Telly) e quello della finzione immaginifica (quello visto
attraverso la sua immaginazione).
I
più smaliziati intuiscono quasi subito una qualche forma di
cospirazione ad opera di servizi segreti deviato o di militari reazionari,
anche perché il regista spinge proprio in questa direzione
senza lasciare nulla all'immaginazione dello spettatore ma anzi insistendo
su particolari e dettagli sospetti. Purtroppo la realtà è
superiore a qualunque spettaore più o meno smaliziato e fantasioso
e nei minuti successivi il film sbrodola in maniera impensabile, percorrendo
rovinosamente i sentieri della ridicolaggine ed inverosimiglianza.
La virata rispetto alla prima parte è tanto energica quanto
stridente passando in un batter d'ali da un thriller d’atmosfera
ad un episodio di X-File e anche dei
peggiori. Deludente ed improbabile, spiace vedere un’attrice
come Julianne Moore, invischiata in un’opera che seppur circondato
da grande curiosità (ottimo è l’ingannevole trailer)
alla prova dei fatti si rivela di una inconsistenza imbarazzante.
[fabio
melandri]