Poppy
è una giovane insegnante in una scuola elementare.
Uno spirito libero, aperta e generosa, simpatica e anarchica,
ma anche in grado di essere concentrata e responsabile. Ha
tempo per tutti e chiunque la incontri si innamora di lei.
Ama
i bambini a cui insegna e lavora duro. Condivide un appartamento
con un’amica, si gode il suo tempo libero, si preoccupa
delle sue sorelle più giovani e prende lezioni di flamenco
e pedana elastica.
Quando
inizia le lezioni di guida, la sua maturità e il suo
senso dell’umorismo l’aiutano nel rapporto con
un istruttore fuori di testa. Anche
se si trova a suo agio nel suo status di single, incontra
al lavoro un uomo e tra loro scatta qualcosa.
Mike Leigh si abbandona ai toni lievi della commedia per raccontare
la storia di un gruppo di ragazze che tra conformismo ed anti-conformismo
lottano alla ricerca della felicità. Capo banda Poppy,
la maestra d'asilo capace di contaminare con il suo incauto
ottimismo anche le persone più dure e rancorose, donando
loro un pizzico di sole che però non sempre è
così forte da scaldare. Siamo nella provincia di Amelie,
ma dove li c'era uno zuccheroso dosaggio di buoni sentimenti
e melassa colorata, qui Leigh non dimentica le ombre che una
vita improntata all'ottimismo comunque produce. Solitudine,
violenza, intolleranza sono elementi che il regista non nasconde
ma porta a galla sebbene attraverso i toni lievi della commedia
brillante.
Punto di forza della pellicola l'attrice Sally Hawkins (premiata
a Berlino con l'Orso D'argento), qui alla terza collaborazione
con Leigh dopo Tutto o niente
(All or Nothing) e Il segreto di Vera
Drake (Vera Drake), capace di rendere un personaggio
facilmente tendente alla macchietta, verosimile, intorno al
quale si dipanano storie di vita, messe in scena nella loro
quotidianità, nella loro evoluzione senza un vero inizio
e una vera fine, ma all'interno di un continuum che immaginiamo
oltre la vita sullo schermo. Parti di un tutto che possiamo
intuire, un passato e futuro che scorrono parallelamente alle
nostre vite quotidiane.
Leigh perde la dimensione di teatro filmato che ha caratterizzato
molte delle sue pellicole precedenti, per una messa in scena
maggiormente dinamica e movimentata non perdendo il tocco
magico della direzione degli attori, che da sempre appare
come il suo marchio di fabbrica. [fabio
melandri]