I Fantastici Quattro e Silver Surfer
Fantastic Four Rise of the Silver Surfer
Regia
Tom Story
Sceneggiatura
Don Payne, Mark Frost
Fotografia
Larry Blanford
Montaggio
William Hoy, Peter S. Elliot
Scenografia
Kirk M. Petruccelli
Costumi
Mary Vogt
Musica
John Ottman
Produzione
1492 Pictures, Bernd Eichinger, Costantin Film, Marvel Studios
Interpreti
Ioan Gruffudd, Jessica Alba, Chris Evans, Michael Chiklis, Lian McMahon
Anno
2007
Genere
fantastico
Nazione
USA
Durata
92'
Distribuzione
20th Century Fox
Uscita
15-06-07

Seconda avventura cinematografica degli eroi di carta IFantastici 4. Li ritroviamo alle soglie del matrimonio tra Mr Fantastic – alias l’Uomo di Gomma – e la Donna Invisibile in cerca quest’ultima di una normalità, cruccio di ogni supereroe. Ed il motto che da grandi poteri derivano grandi responsabilità? Ma se come compagno hai un uomo che puoi tirare come un elastico, un fratello che prende letteralmente fuoco ed un testimone fatto di pietra, la normalità devi scordartela. In più se il tuo peggior nemico, il Dottor Destino, si allea con un misterioso visitatore proveniente dallo spazio profondo in cerca di mondi da scoprire ed energie da assorbire, una ragione devi fartela, bella mia.
Su questa trama esile che procede per forzature e semplificazioni, si svolge il confronto/scontro tra i Quattro e Silver Surfer. Quest’ultimo ha fatto il suo debutto nel 1966 sulle pagine dei Fantastici Quattro nel numero 48. Creato da Stan Lee e Jack Kirby all’inizio dell’esplosione della controcultura negli anni sessanta, Silver Surfer è diventato rapidamente un elemento fondamentale della Marvel Comics, apparendo spesso sulle pagine dei Fantastici Quattro e arrivando anche ad avere una sua serie regolare. Silver Surfer, che in realtà si chiama Norrin Radd, è considerato uno degli esseri spaziali più nobili e tormentati dell’universo Marvel. La sua tavola può assorbire ed elaborare l’energia cosmica presente nell’universo. “Penso che il fascino di Silver Surfer risieda nel fatto che è un personaggio complesso e tragico. - sostiene Don Payne lo sceneggiatore del film - Ha un distacco dal mondo materiale quasi Zen, ma comunque è in grado di provare compassione. E’ un eroe, avendo praticamente sacrificato la sua vita decidendo di servire Galactus, in modo da salvare il suo pianeta e la donna che ama. Tuttavia, così facendo, lui provoca anche la distruzione di altri mondi e specie viventi. Quindi, è decisamente un essere molto ambiguo, che guarda al mondo e all’umanità attraverso il punto di vista di un emarginato, elemento che le persone trovano affascinante”.
Fascino che il film mantiene per circa… 5 minuti e che evapora appena entrano in campo i protagonisti, bidimensionali come nei fumetti, ma temiamo sia una scelta dovuta non alla volontarietà ma alla incapacità espressiva e recitativa dei protagonisti che paiono calati nei panni de La Cosa, ma in realtà vestono le loro migliori interpretazioni.
Continuare sarebbe dare troppo peso ad un’operina costruita su effetti speciali neanche troppo speciali e su una mediocrità narrativa e creativa che dovrebbe fare pensare e non poco sul futuro di certe operazioni che con il cinema hanno ben poco a che fare.
[fabio melandri]

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