Emily
Rose è una ragazza come tante. Ama studiare, ha vinto
una borsa di studio e va all’università. Una
notte succede qualcosa. Sola in stanza comincia ad avere delle
crisi. Sente voci, percepisce strane presenze, ha visioni.
Creduta epilettica e psicotica viene curata ma la medicina
non riesce a guarirla. Che cos’ha Emily Rose? E’
davvero malata o come sostiene padre Moore il demonio si è
impossessata di lei? Necessita cure mediche o ha bisogno di
essere esorcizzata? Un giorno il suo corpo viene trovato senza
vita e padre Moore viene accusato di averne provocato la morte
con il suo fallito esorcismo. Il film segue le vicende processuali
della causa giudiziaria ai danni di Padre Moore attraverso
gli occhi disincantati e agnostici dell’avvocato della
difesa Erin Bruner.
Siamo dalle parti di L’esorcista
di Friedkin, quindi niente di nuovo in realtà. Sarebbe
tutto poco preoccupante se però la storia di Emily
Rose non fosse tratta da una storia realmente accaduta. Allora
forse il nostro punto di vista cambia. The
Exorcism of Emily Rose è la versione cinematografica
dell’agghiacciante libro di Felicitas D. Goodman, da
noi purtroppo ancora inedito, a sua volta ispirato ad un inspiegabile
ed irrisolto caso di cronaca nera.
Più che legal thriller, un horror spirituale. Derrickson
si impegna a farci sobbalzare più volte sulla poltrona
e ci riesce pure ma non si vuole limitare solo a questo. L’ambivalenza
malattia/possessione resta immutata fino alla fine. Questa
Emily Rose è un’invasata o una santa? E’
un’isterica o un’indemoniata? Davvero le tenebre
vogliono offuscare la luce o sono tutte suggestioni di fanatici
religiosi? E Derrickson si spinge anche oltre. L’avvocato
da agnostico diventa mistico. Questione di fede e di fatti.
La verità dei fatti implica la mancanza della possibilità.
La verità della fede implica la presenza di possibilità.
Tutte e due le verità sono possibili. Questo caso che
ha scosso l’America sembra rientrare ancora una volta
nella fitta rete di inspiegabili contraddizioni che caratterizza
gli Stati Uniti.
Dal regista di Hellraiser V (!!!)
e autore del soggetto di La terra dell’abbondanza
(!!!) di Wim Wenders con un cast all star in cui spicca Laura
Linney, ormai abbonata al ruolo di avvocato rampante (e come
in Schegge di paura sembra proprio
non andarle mai bene!) e la giovane Jennifer Carpenter, figlia
del mitico regista John, che non ha nulla da invidiare alla
sua “antenata” Linda Blair.
[marco catola]
Speciale
Emily Rose
in collaborazione con Splatter Container