Da Livorno,
Roma, Pavia e Napoli i personaggi di questo nuovo prodotto
Vanzina parte per i Caraibi, ad Antigua, ognuno con una ragione
specifica. Roberto (Carlo Buccirosso) si allontana dall’Italia
perché convinto di avere pochi mesi di vita. Dall’amico
medico Giacomo (Enrico Bertolino) ha ricevuto la drammatica
notizia, colpevole di aver letto le lastre di un altro. Vincenzo
(Biagio Izzo,), dentista napoletano, raggiunge i Caraibi con
l’amante Anna (Alena Seredova) invece di andare ad un
congresso a Miami come ha detto alla gelosa moglie, rimasta
a casa dopo un incidente domestico. Sul posto scopre di avere
quali vicini la cognata con il marito. C’è poi
l'autista e tuttofare Angelo (Enrico Brignano), che viene
obbligato dal datore di lavoro Remo (Maurizio Mattioli) ricco
e cafone palazzinaro romano a seguirlo nel suo viaggio ai
Caraibi, dove ha acquistato una villa. I ruoli tra loro ad
un certo punto si invertirnno. C’è poi Max (Paolo
Ruffini), dj di una radio privata di Livorno che viene mollato
dalla ragazza Laura (Martina Stella); per dimenticare compra
un biglietto last minute per i Caraibi, ma lì incontra
proprio la sua ex con il “nuovo” compagno, il
ragazzo – nonché collega di Max – Tommy
(Paolo Conticini). Infine ad Antigua risiede Alberto (Gigi
Proietti), un romano indebitato che ora vive di espedienti
e truffe assieme a Morgan, un bambino di colore.
Queste le cinque storie che si intrecciano nella nuova commedia
Made in Vanzina Brothers, che per il secondo anno consecutivo
scommette sulle uscite estive. Oltre al cinepanettone, ecco
tornare il cineombrellone. C’è poco da rilevare
sul film, se non la pregevole presenza di Gigi Proietti nei
panni di padre Michele: il linguaggio messicano, mischiato
con romano e veneto può divertire. Ben affiatata la
coppia di romani Brignano-Mattioli e insolita ma non troppo
dissonante quella tra Bertolino e Buccirosso. Nell’insieme
un prodotto riconoscibile, dominato da temi classici come
la gelosia, il denaro e le belle donne, adatto alla famiglia
grazie al rifiuto quasi totale delle volgarità (anche
se i fondo schiena e i decoltè non mancano). I Vanzina
svolgono il compito con precisione, seguendo gli schemi classici,
senza troppe sbavature, ma lasciando il rimpianto del loro
cinema del passato, ma che da un po’ manca all’appello.
[valentina venturi]