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Anno
2012
Nazione
USA
Genere
thriller
Durata
106'
Uscita
01/05/2013
distribuzione
M2 Pictures |
Regia |
Steven
Soderbergh |
Sceneggiatura |
Scott
Z.Burns |
Fotografia |
Steven
Soderberg,
Peter Andrews |
Montaggio |
Steven
Soderbergh, Mary Ann Bernard |
Costumi |
Susan
Lyall |
Musica |
Thomas
Newman |
Produzione |
Di Bonaventura Pictures, Endgame Entertainment |
Interpreti |
Rooney
Mara, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Channing Tatum,
Vinessa Shaw, Ann Dowd |
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Soderbergh,
nonostante i suoi dubbi sul proseguimento della sua carriera,
è un regista molto attivo che continua a sorprenderci
una volta l’anno con film dalla forte personalità
artistica, spesso sperimentale, sempre meticolosa e che riesce
nello stesso tempo a produrre anche grandi prodotti commerciali
di successo come la saga di Ocean.
Pellicole sulle quali si potrebbe perdere infinito tempo descrivendole,
con entusiasmo per la scelta stilistica, che stimola a sua
volta ottimi lavori di montaggio, dilungandosi per la loro
complessità espositiva e con passione per i tratti
artistici, spesso poetici con i quali Soderbergh da vita ai
suoi film.
Anche questa volta il lavoro estetico è ben riuscito,
così bene e di buon gusto da far affiorare una vena
di autocompiacimento, che risulta molto utile ad un thriller
che si erige su uno sviluppo troppo semplice e banale. Un
frullato di generi poco equilibrato nei dosaggi a volte duro
da mandar giù. Emily Taylor una giovane donna caduta
in depressione dopo la scarcerazione del marito, decide di
affidarsi allo psichiatra Jonathan Banks. Piuttosto che dare
inizio ad una profonda comunicazione tra medico e paziente,
tutto si risolverà con la prescrizione di un farmaco
molto pubblicizzato, privandoci del significato psicologico
e assistendo esclusivamente al declino della povera Emily,
vittima degli effetti collaterali del farmaco, che saranno
anche la chiave per lo sviluppo della vicenda. Ma, ancora
frastornati dall'essere stati ostaggio dell'anima triste di
una donna con tendenze suicide, quando il colpo di scena ci
verrà in aiuto, sarà difficile tendergli la
mano. Assisteremo ad un cambio di eventi in cui il dramma
lascerà il passo al thriller psicologico e il thriller
all'eros meschino. La vita dello psichiatra (Jude Law) precipiterà
vertiginosamente e il ruolo di Catherine Zeta-Jones acquisterà
l'importanza dell'antagonista, mentre Emily (Rooney Mara)
nonostante tutto sarà brava a mantenersi al centro
di tutte le emozioni.
Ma la buona performance del cast non basterà a salvare
un film dal climax poco soddisfacente. Il tema della psicoanalisi
per natura dovrebbe essere un covo di emozioni, così
come il colpo di scena dovrebbe essere una sorpresa vera e
propria e gli intrecci amorosi hanno il compito di coinvolgere
lo spettatore. In realtà si potrà apprezzare,
chi più e chi meno, solo lo stile elegante di Soderbergh
mentre tutto quello che avrebbe potuto essere, non sarà.
[silvia
langiano]
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