Duplicity
id.
Regia
Tony Gilroy
Sceneggiatura
Tony Gilroy
Fotografia
Robert Elswit
Montaggio
John Gilroy
Scenografia
Kevin Thompson
Costumi
Albert Wolsky
Musica
James Newton Howard
Interpreti
Clive Owen, Julia Roberts, Paul Giamatti, Tom Wilkinson, Carrie Preston
Produzione
Laura Bickford Productions, Medienproduktion Poseidon Filmgesellschaft,
Relativity Media, Universal Pictures
Anno
2009
Nazione
USA. Germania
Genere
thriller
Durata
129'
Distribuzione
Universal Pictures
Uscita
10-04-2009
Giudizio
Media

Il funzionario della CIA Claire Stenwick (Julia Roberts) e l’agente dei servizi segreti britannici Ray Koval (Clive Owen) abbandonano il mondo dei servizi segreti governativi per speculare su una guerra fredda dai profitti esorbitanti che infuria tra due multinazionali rivali. La loro missione? Entrare in possesso della formula di un prodotto che farà la fortuna della società che lo brevetterà per primo. Per i loro superiori — il magnate dell’industria Howard Tully (Tom Wilkinson) e lo spregiudicato amministratore delegato Dick Garsik (Paul Giamatti) — nulla è fuori portata. Ma per Claire e Ray, coinvolti in un gioco dalla posta sempre più alta, il segreto più difficile da custodire è l’attrazione che provano l’una per l’altro.
Dopo avere diretto Michael Clayton, lo sceneggiatore/regista Tony Gilroy decide di tornare a raccontare le intricate vicende del controspionaggio industriale:”I dati statistici sul giro d’affari legato ai furti aziendali indicano un ammontare variabile tra i 50 e i 100 milioni di dollari l’anno. Tutte le maggiori multinazionali presenti sul pianeta posseggono un reparto di investigazione privata dotato di una raccolta dati segreta sia per le azioni offensive che per quelle difensive che, in sostanza, rappresentano delle vere e proprie unità di spionaggio”.
Duplicity tenta di miscelare due generi come il thriller spionistico e la commedia romantica, attraverso la presunta alchimia e il giusto sex-appeal dei due protagonisti, Clive Owen e Julia Roberts, immergendoli in un mondo fortemente chiaroscurale il cui motto è “mai fidarsi di nessuno” e “nulla è come appare”. Puntando sulla frammentazione spazio-temporale del racconto, Gilroy mescola le carte, facendo calare un velo opaco sulla nitidezza di racconto senza aggiungere o togliere nulla ad una storia stanca e ripetitiva. L’alchimia tra i due protagonisti stanca a manifestarsi ed i personaggi di contorno – il mondo dello spionaggio industriale - sono puramente funzionali al ramo sentimentale e fintamente romantico della storia.
Ogni personaggio è doppio, dando adito e giustificazione ad una serie continua di ribaltamenti di fronte fino all’insospettabile (?) finale.
Il risultato è un film freddo, asettico, incapace di coinvolgere più di tanto, a tratti addirittura irritante per il suo continuo giocare con lo spettatore per rivelarsi più furbo e acuto di quanto in realtà non sia. [fabio melandri]