Hai poco
più di vent'anni e la tua vita è un supermercato
di possibilità infinite, basta allungare la mano e
scegliertene una. Dicono.
Però una sera di pioggia la tua auto ne tampona un'altra,
quella di due poliziotti in borghese, e tu finisci in questura
perché non sei stato buono mentre loro ti pestavano.
E da quella sera la tua vita non è più la stessa.
Anche se frequenti il solito pub, l'Aspettando Godard, e ti
metti con la barista più carina, anche se hai un amico
che riesce sempre a sdrammatizzare tutto e una famiglia che
ti vuole bene. La rabbia continua a scavarti dentro, a dirti
che della tua vita non hai scelto un bel niente. E che sei
stufo di aspettare.
Oppure la stessa sera di pioggia la tua auto frena in tempo
e non tamponi i poliziotti. La tua vita non è sconvolta
dalla violenza. Continui a curare le piante nel vivaio dove
lavori e a farti ridere in faccia dal padrone quando gli chiedi
un aumento. Frequenti il solito pub, forse ti piace la barista,
ma ti metti con una cliente del vivaio, una ragazza di buona
famiglia. Nessuno se ne accorge, neanche il tuo migliore amico,
che sdrammatizza sempre tutto, ma qualcosa non smette di scavarti
dentro, di dirti che della tua vita non hai scelto un bel
niente. E che sei stufo di aspettare.