SINOSSI
Il
Dr. Plonk, famoso scienziato ed inventore, lavora rinchiuso
nel suo laboratorio, cercando di dare un senso al mondo. E’
il 1907.
Paulus, assistente sordomuto di Plonk, non è molto
capace di assisterlo e la chiarezza del suo pensiero viene
ulteriormente sconvolta dall’affascinante Sig.ra Plonk
e dal suo Tiberius, un cane ossessionato da oggetti sferici.
Un giorno fatale, la Plonkmobile rimane senza carburante.
Il che porta il Dr. Plonk ad una serie di scoperte. Molti
calcoli dopo, giunge alla conclusione che il mondo finirà
tra 101 anni. Paulus ride di lui; i consiglieri del Primo
Ministro ridono di lui, il Primo Ministro Stalk vuole una
prova delle sue affermazioni, una prova più facilmente
digeribile di mucchi di calcoli indigesti...e l’unica
prova accettabile consiste nel futuro che sta per finire.
Plonk medita. I concetti di macchina e di tempo per caso si
fondono…ovviamente! Ci vuole una macchina del tempo
per riportare le prove dal futuro! Il Dr. Plonk si accinge
a costruirne una. Tiberius è il primo esperimento,
viene portato dalla macchina cento anni dopo e ritorna sano
e salvo. Poi è il turno di Plonk ma Paulus, avendo
preso troppi calci nel didietro dal suo padrone, gira l’interruttore
del tempo nella direzione opposta e Plonk, 10.000 anni fa,
si trova tra i cannibali che cercano di bollirlo. Ma Plonk
è risoluto. Ulteriori incursioni nel futuro cominciano
a rivelare che posto terribilmente strano è il 2007...sono
poche le cose che hanno senso per l’intrepido dottore
che finalmente trova la prova inconfutabile che il mondo sta
realmente per finire.
Tuttavia, i suoi sforzi di avvertire le autorità competenti
lo portano a scontrarsi con la legge. Il buon dottore viene
braccato, con tutte le forze di polizia della nazione schierate
contro di lui. Si pone una domanda scientifica…il Dr.
Plonk riuscirà a correre abbastanza velocemente?
UNA
COMMEDIA MUTA
Dr. Plonk (il film) è stato inventato nel dicembre
2005, quando lo sceneggiatore/regista Rolf de Heer aprì
un frigorifero nel suo ufficio che conteneva 20.000 piedi
di vecchi pezzi di pellicola vergine. E’ stato un momento
veramente illuminante, mentre vedeva scorrere nella mente
le immagini di come si potessero presentare questi scarti
una volta fatti passare attraverso una macchina da presa...molto
probabilmente rovinati quanto i vecchi film muti e allora,
presto, c’è un’idea per un film e qui abbiamo
già la metà della pellicola necessaria da usare
invece di doverla buttar via.
Tuttavia, cosa fa pensare che un pubblico moderno si lascerà
coinvolgere da una commedia muta in bianco e nero vecchio
stile? Il fatto di dargli una rilevanza contemporanea, ovviamente.
Ma ha comunque bisogno di essere basato sul passato, il che
significa che girarlo tutto nella contemporaneità non
è così interessante. Sono necessari due archi
temporali…il secolo scorso e questo secolo ed esiste
veramente solo un modo per viaggiare tra i secoli, lo si può
fare solo con una macchina del tempo.
Deciso questo bisogna pensare al come. Bene, per dare la sensazione
che si tratti di un vecchio film va girato come un vecchio
film, con una troupe piccolissima, tipo farlo come viene,
senza luci, utilizzando una macchina da presa a manovella
e in bianco e nero. Tutto molto utile perché costa
meno che fare film nella maniera convenzionale, e se si devono
trovare i finanziamenti per questo film è bene che
il budget sia abbastanza basso.
Saranno necessarie delle riprese lunghissime, per scoprire
innanzitutto come farlo e avere molto tempo per provare ed
inventare sul set, perchè tutti i trucchi, le acrobazie
e gli effetti speciali devono essere realizzati con il fotogramma
piuttosto che risolvere il problema tagliando o in post-produzione.
Quanto più piccola è la troupe tanto più
sarà possibile permettersi un lungo periodo di riprese.
Meglio avere qualcuno che giri la manovella della macchina
da presa e faccia le misurazioni della luce; ed un coordinatore
degli stunt, anche se questi non esistevano ai vecchi tempi,
ma ci sono ora questioni che riguardano la sicurezza sul posto
di lavoro e gli attori non eseguono più acrobazie come
invece facevano all’epoca; e dovendo andare avanti ed
indietro con una macchina del tempo è bene avere un
coordinatore degli effetti speciali, per tutte quelle boccate
di fumo e cose simili; e qualcuno per il guardaroba e gli
accessori di scena e cose simili; e avremo probabilmente bisogno
di qualcuno che sia abile in generale, che possa dedicarsi
con la mente e con le mani a sistemare le cose, a trasportarle
e crearle quando necessario, più ovviamente, un regista,
non si può veramente farne senza. E questo è
quanto, un nucleo di sei persone della troupe sul set, e ingaggeremo
ogni altro aiuto quando necessario. E non sarebbe questo un
bel modo per fare un film?
Il
Dr. Plonk (il personaggio) è stato inventato per soddisfare
l’esigenza di avere un personaggio che aveva la capacità
di creare una macchina del tempo nel 1907, quindi era più
che logico che dovesse trattarsi di un famoso scienziato ed
inventore. A quel punto, il produttore Rolf de Heer ha cominciato
a pensare al modo in cui finanziare il film, e che aveva bisogno
di attori che potessero suscitare l’entusiasmo dei finanziatori,
o almeno il loro interesse. Forse la cosa da fare era riempire
il film di persone che avevano molte capacità fisiche,
come l’artista da strada, Spin, che interpreta Rundle
Mall ad Adelaide e che fa giochi di destrezza e fa l’equilibrista
e che può veramente attirare le folle. Quindi è
stato rintracciato il Sig. Spin, alias Nigel Martin alias
Nigel Lunghi, si sono avuti dei colloqui con lui, è
stato ingaggiato e si è cominciato realmente a forgiare,
intorno a lui, il personaggio del Dr. Plonk. In effetti i
finanziatori sono stati attratti dall’idea di ingaggiare
un artista di strada. Poi uno dei finanziatori ha suggerito
l’attore Paul Blackwell, cosa che non è stata
difficile da accettare considerato che Paul è quello
che ci vuole per un film come questo, grandi capacità
comiche ed un grande inventore di business (aveva lavorato
con de Heer 10 anni prima). Ed è da qui che è
stato creato il personaggio di Paulus, assistente sordomuto
di Plonk, per sfruttare appieno l’ampia gamma delle
capacità di Paul. E Paul, l’attore, si dà
il caso che avesse un cagnolino di nome Reg, che era ossessionato
dalle palline, e così è stato creato Tiberius.
Il Dr. Plonk aveva bisogno di una moglie, ovviamente, e quale
moglie migliore di Magda Szubanski, che è stata scelta
per le sue capacità comiche e perchè adatta
al ruolo, ma la sua scelta ha anche reso particolarmente felici
i finanziatori.
Molto bello avere un cast di talento ma rimane il problema
di come farli recitare in uno stile che sia fedele al passato
ma, al contempo, credibile per un pubblico moderno. Fortuna
pura o colpo di genio? Il personaggio di Paulus non è
in grado di sentire. Come si fa per attirare la sua attenzione?
Prendendolo a calci nel sedere. Come gli si parla? Gesto eloquente.
Fine del problema.
NOTE
DI PRODUZIONE
E’ un concetto folle, veramente, quello di cercare di
utilizzare una tecnologia vecchia di 100 anni per realizzare
un film moderno. Non funziona più. E’ stata acquistata
una macchina da presa della Universal vecchia di 90 anni.
Per essere provata è stata caricata con una pellicola
dell’era contemporanea. La pellicola andava bene ma
come la si mette a fuoco? Ah, c’è questa piccola
finestrella, dietro la finestra di esposizione. Si dovrebbe
poter vedere un’immagine sul retro della pellicola.
Ma non ci si riesce. Le pellicole di oggi non sono come quelle
del passato, non è possibile vedere delle immagini
attraverso di esse, oggi c’è troppa emulsione.
Vendiamo la macchina da presa. Lentamente tutte le idee di
replicare con precisione il passato vengono gettate nel secchio
dei rifiuti. Una macchina da presa più moderna viene
adattata e dotata di un meccanismo a manovella. Si scelgono
dei vecchi obiettivi ma essi hanno solo la metà degli
anni che dovrebbero avere. Quelli veramente vecchi non si
adattano. Però, c’è qualcosa che funzionerà.
Ora è necessario far girare la manovella. Quanto sono
veloci diciotto fotogrammi al secondo? O sedici? O diciassette?
Ai vecchi tempi erano soliti cantare o fischiettare dei motivetti
per tenere il tempo, ma chi li conosce più quei motivetti?
E se siete come Judd, l’addetto alla manovella del Dr.
Plonk, che non è in grado di cantare e girare la manovella
al tempo stesso?
Introduciamo la nuova tecnologia: un tachimetro digitale per
controllare la velocità, poi un metronomo digitale
collegato alla macchina da presa e fissato proprio vicino
all’orecchio dell’addetto alla manovella. Basta
immettere la velocità desiderata, ascoltare il tick
e girare la manovella.
E la pellicola vergine...pellicola in bianco e nero ed il
suo sviluppo, sono semplicemente troppo costosi per il budget,
e inoltre, ci sono già i 20.000 piedi della vecchia
pellicola a colori, parte di essa scaduta da dieci anni. Si
comincia una ricerca per trovare altra pellicola vecchia;
qualsiasi cosa va bene: resti di altri film, donazioni da
frigoriferi di altri; pellicola rivenduta a basso prezzo perché
era stata lasciata al sole e non era stata utilizzata. Non
importa se non è uguale al resto, neanche ai vecchi
tempi le pellicole erano uguali. Aggiungi un treppiedi ed
una testa pesante per ridurre al minimo il movimento della
macchina da presa dovuto al movimento della manovella girata
a mano e questo è praticamente l’attrezzatura
necessaria per girare il film.
Una macchina del tempo può avere qualsiasi aspetto,
veramente, dal momento che non ne esiste un precedente convincente.
E dal momento che il Dr. Plonk è una commedia, ambientata
inizialmente nel 1907, e trattandosi di una commedia muta,
dove sono consentiti tutti i tipi di sciocchezze, i tre principali
architetti della forma e del funzionamento della macchina
del tempo (il regista, lo scenografo ed il costruttore Dennis
Presello) hanno deciso di divertirsi un po’. Scambiandosi
idee e disegni si è arrivati ad una bozza della macchina.
Poi Dennis si è messo a costruirla e mentre la costruiva
aggiungeva (a seconda dei materiali che riusciva a trovare
tra i rifiuti). Una volta finita ci sono volute tre persone
per far funzionare la macchina a pieno regime, dal momento
che quasi tutto era manuale e non dotato di motore.
E lo stesso è valso per la Plonkmobile. Al momento
del primo progetto e della prima costruzione l’automobile
non doveva essere ad auto-propulsione ma la tentazione di
dotarla dell’auto-propulsione si è rivelata troppo
forte. “Perchè non me lo avete detto prima?”
ha chiesto Dennis al maledetto regista “L’avrei
disegnata in maniera diversa!”
Ma Dennis si è rivelato all’altezza del compito
e con varie catene e ingranaggi, ed un motorino d’avviamento
e la batteria di una macchina, la Plonkmobile è effettivamente
diventata mobile. Nel frattempo la scenografa Beverley lottava
con il set che doveva ospitare il laboratorio, oltre che con
i costumi che appartenevano a due secoli diversi. Rosso e
verde possono essere i colori che vediamo come opposti ma
in bianco e nero sono letteralmente uguali. Dopo molte foto
di scena digitali stampate in bianco e nero ha trovato la
combinazione di colori e ha cominciato a lavorare sul set
(facendosi aiutare un po’ da una discarica locale).
Quando si proietta il primo girato di prova del laboratorio
sembra…be’, sembra un film in bianco e nero del
1907.
Ci si avvia a 12 settimane di tranquille riprese invernali...tranquille
per via della lunghezza ma anche perchè per gli esterni
non c’era illuminazione artificiale e le ore per le
riprese d’inverno sono, di conseguenza, molto brevi.
E’ stato un modo molto particolare di girare; alcune
scene hanno richiesto una troupe fatta di due sole persone
(operatore e regista) ed il cast di una sola persona (il Dr.
Plonk), dal momento che gli attori si occupavano in gran parte
da soli del proprio trucco e dei costumi. In queste occasioni
si trattava semplicemente di collocare la macchina da presa
nella giusta posizione, di elaborare un po’ l’azione
e poi girare la manovella. C’era una specie di piano
di lavorazione ma era abbastanza elastico a seconda dell’umore
e della disposizione del regista. Un esempio è la scena
171, che, nella sceneggiatura, ha solo quattro parole...”La
polizia inseguì Plonk.”. Le sei persone della
troupe ed i tre attori del cast si presentarono per girarla
il giorno previsto ma la maggior parte di loro fu mandata
via perchè il regista disse “Non mi sento di
girare questa scena oggi”. Il cast, il regista ed il
coordinatore degli stunt si fermarono e trascorsero la giornata
ad elaborare cosa significassero quelle quattro parole o cosa
potevano significare. Alla fine significarono molto, in effetti
dieci giorni di riprese che hanno occupato quasi un ottavo
del film con una sequenza di inseguimento tra carrelli, scale,
impalcature, botti, automobili, persone che portano zattere
e trucchi di vario genere…proprio come ai vecchi tempi.
Solo sul set in studio, ridotto da sei a quattro settimane
per via dello sperpero della sequenza di inseguimento, i giorni
di riprese sono stati quasi normali. C’era una piattaforma
per l’illuminazione di cinquecento lampade fluorescenti
compatte per riprodurre la luce del giorno (ehi presto, gira
un interruttore e siamo illuminati) in maniera tale che si
poteva dedicare il tempo alle prove, per elaborare le routine
e azzeccare i tempi comici senza preoccuparsi delle limitazioni
tecniche (suono e luci) così spesso presenti su un
set convenzionale. Sebbene il tutto venisse preso seriamente
gli attori e la troupe si sono divertiti durante le riprese,
ben lungi dal solito stress causato dalla realizzazione di
un film.
Intenzione originale: sviluppare la pellicola in maniera normale,
ottenere la copia di lavorazione in bianco e nero, montare
alla vecchia maniera, giuntare pezzi di pellicola. Procedura
effettiva: la pellicola è stata sviluppata normalmente,
è stato messo il telecinema digitale ad alta definizione
sull’hard drive, è stato trasferito sul moderno
sistema non lineare ad alta definizione, montato, facendo
da soli il clean-up ed il bilanciamento dell’alta definizione
in bianco e nero, mandato l’hard drive con la pellicola
digitale bilanciata da scansionare sul negativo della pellicola.
Come sono cambiati i tempi! All’inizio, nel fare i test,
si poteva vedere che perfino la pellicola scaduta vecchia
di dieci anni non avrebbe neanche lontanamente avuto l’aspetto
delle pellicole dei vecchi classici. Le pellicole vergini
sono cambiate troppo, sono diventate di maggiore definizione
e di grana più fine e gli obiettivi della macchina
da presa non erano abbastanza vecchi, di conseguenza troppo
precisi. L’immagine doveva essere degradata ma in maniera
controllata e, cosa abbastanza strana, non era più
possibile permettersi il percorso lineare per elaborare la
pellicola. Era necessario sostituire un processo molto semplice
con uno estremamente complicato per riprodurre l’immagine
che si otteneva un tempo. C’era poi il problema ulteriore
dei salti temporali nella storia del film. Alla fine si è
deciso di dare al 2007 un aspetto molto diverso rispetto al
1907, più moderno, con meno contrasto e grana. Sono
state citate parole tipo pancromatico e ortocromatico anche
se erano in pochi a sapere cosa significassero veramente,
mentre l’unica domanda era “Come sarà?”
Alla fine, l’aspetto era quello previsto, sebbene ci
è voluta non poca sofferenza da parte di quelli impegnati
a renderlo tale.