Nella
vita di ognuno di noi, ci sono momenti, appuntamenti, occasioni
codificate come matrimoni, funerali, pranzi natalizi e via
discorrendo che il cinema ha fatto propri utilizzandoli come
snodi narrativi archetipi per costruire incontri, svelamenti,
abbandoni, riconciliazioni, tra personaggi altrimenti lontani
ed eterogenei, creando un vero e proprio filone tra i cui
esemplari più significativi possiamo annoverare
Il grande freddo di Lawrence Kasdan ed
A cena con gli amici di Barry Levinson. Un filone che
ha contagiato cinematografie come quella italiana (vedi Compagni
di scuola di Verdone o Regalo
di Natale di Pupi Avati) o la nord europea. E’
il caso di Dopo il matrimonio,
candidato danese alla prossima notte degli Oscar.
La regista Susanne Bier, acclamata autrice di Non
desiderare la donna d’altri, mette in scena con
una sensibilità fuori dal comune un dramma sulle grandi
scelte che si devono fare nel corso della vita e sui segreti
che ognuno porta dentro di sé.
Jacob è un giovane danese che si occupa in India di
un centro per piccoli orfani. Costretto a tornare nella madrepatria
in cerca di fondi per l’orfanotrofio, si ritrova catapultato
senza apparente ragione all’interno dei preparativi
del matrimonio della figlia di un ricco uomo d’affari.
Al matrimonio, Jacob scopre che la madre della sposa (nonché
moglie del suo benefattore) è la stessa donna da lui
amata in passato.
Una serie di piccole e grandi svelamenti travolgeranno la
vita di Jacob, trasformandola completamente in qualcosa di
assolutamente inaspettato.
Un film magari non originalissimo a livello narrativo che
si lascia apprezzare per lo spessore psicologico e l’affetto
che la regista riversa su ogni personaggio. Un cast affiatato
capace di toccare diverse sfumature interpretative, dona al
film una sincerità di fondo, una verosimiglianza nella
rappresentazione della dimensione emotiva del film che lo
perdona di alcune forzature che di tanto in tanto emergono.
Un film d’autore per un Natale diverso, per chi ancora
ama lasciarsi abbandonare nel buio di una sala cinematografica
alle emozioni più profonde e sincere. [fabio
melandri]
| sito
| trailer
|