Dopo il matrimonio
After The Wedding
Regia
Susanne Bier
Sceneggiatura
Anders Thomas Jensen
Fotografia
Morten Søborg
Montaggio
Pernille Bech Christensen,
Morten Højbjerg
Scenografia
Søren Skjær
Costumi
Manon Rasmussen
Musica
Johan Söderqvist
Produttore
Sisse Graum Jørgensen
Interpreti
Mads Mikkelsen, Rolf Lassgård, Sidse Babett Knudsen,
Stine Fischer Christensen, Christian Tafdrup
Anno
2006
Genere
drammatico
Nazione
Danimarca
Durata
112'
Distribuzione
Teodora Film
Uscita
22-12-06

Nella vita di ognuno di noi, ci sono momenti, appuntamenti, occasioni codificate come matrimoni, funerali, pranzi natalizi e via discorrendo che il cinema ha fatto propri utilizzandoli come snodi narrativi archetipi per costruire incontri, svelamenti, abbandoni, riconciliazioni, tra personaggi altrimenti lontani ed eterogenei, creando un vero e proprio filone tra i cui esemplari più significativi possiamo annoverare Il grande freddo di Lawrence Kasdan ed A cena con gli amici di Barry Levinson. Un filone che ha contagiato cinematografie come quella italiana (vedi Compagni di scuola di Verdone o Regalo di Natale di Pupi Avati) o la nord europea. E’ il caso di Dopo il matrimonio, candidato danese alla prossima notte degli Oscar.
La regista Susanne Bier, acclamata autrice di Non desiderare la donna d’altri, mette in scena con una sensibilità fuori dal comune un dramma sulle grandi scelte che si devono fare nel corso della vita e sui segreti che ognuno porta dentro di sé.
Jacob è un giovane danese che si occupa in India di un centro per piccoli orfani. Costretto a tornare nella madrepatria in cerca di fondi per l’orfanotrofio, si ritrova catapultato senza apparente ragione all’interno dei preparativi del matrimonio della figlia di un ricco uomo d’affari. Al matrimonio, Jacob scopre che la madre della sposa (nonché moglie del suo benefattore) è la stessa donna da lui amata in passato.
Una serie di piccole e grandi svelamenti travolgeranno la vita di Jacob, trasformandola completamente in qualcosa di assolutamente inaspettato.
Un film magari non originalissimo a livello narrativo che si lascia apprezzare per lo spessore psicologico e l’affetto che la regista riversa su ogni personaggio. Un cast affiatato capace di toccare diverse sfumature interpretative, dona al film una sincerità di fondo, una verosimiglianza nella rappresentazione della dimensione emotiva del film che lo perdona di alcune forzature che di tanto in tanto emergono.
Un film d’autore per un Natale diverso, per chi ancora ama lasciarsi abbandonare nel buio di una sala cinematografica alle emozioni più profonde e sincere. [fabio melandri]



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