Piero
(Luca Argentero), brillante trentacinquenne gay, è
“fidanzato in casa” con Remo (Filippo Nigro) e
vive in una città del nord-est. Per testimoniare il
“diritto alla diversità” partecipa alle
primarie del centrosinistra ma, per una serie di eventi imponderabili,
le vince e si trova ad essere candidato sindaco, tra i pregiudizi
degli avversari e lo sgomento del suo partito.
Come può un gay diventare sindaco nel “profondo
nord”? Per bilanciarlo gli affiancano Adele (Claudia
Gerini), moderata tutta d’un pezzo, contraria persino
al divorzio, un simbolo vivente dei valori tradizionali conosciuta
come “la furia centrista”.
L’inizio della campagna è un’ecatombe:
Piero e Adele litigano su tutto. Ma Remo, più romantico,
capisce le donne e fornisce al compagno consigli su come ingraziarsi
Adele. Piero inizia a “corteggiare politicamente”
la sua vice fino a trovare un accordo ma la situazione gli
sfugge di mano e i due vengono travolti da un’attrazione
irresistibile.
Primo esempio di film cerchiobottista, dalla parte dei gay,
dalla parte dei cattolici, dalla parte del centrosinistra
e dalla parte del centrodestra( anche se meno). Il risultato
è quello di non scontentare nessuno, strappare qualche
risata, soprattutto grazie a Claudia Gerini ai limiti della
macchietta ma credibile nel contesto sospeso e “favolistico”
dell’opera, e tornare a casa felici con un simpatico
sorrisetto un po’ così stampato sulla faccia,
come quello che Luca Argentero mostra per tutto il film per
esprimere i seguenti stati d’animo: sorpresa, felicità,
incredulità, tristezza.
“L’omosessualità – racconta il regista
Umberto Carteni al suo debutto cinematografico dietro la macchina
da presa- qui non è più percepita come universo
estraneo e sospetto, ma come aspetto assolutamente connaturato
alla società e, anzi, arricchente.
Il protagonista ci offre l’occasione di percorrere il
travaglio dell’accettazione della propria identità
sessuale, che muta, una prima volta, con la scoperta della
propria omosessualità e, poi, una seconda, quando si
trova a vivere le pulsioni dell’attrazione per una donna.”
Una pellicola incapace di scontentare nessuno, e non è
prettamente un pregio visto i temi trattati, incapace di prendere
una posizione netta, chiara e di conseguenza di andare a fondo
riguardo i temi trattati. Uno specchio di una società
che non c’è, utopica come solo nelle favole o
in un certo cinema italiano “buonista” hanno ragione
(?) di esistere. [fabio melandri]