Più
di vent’anni fa, gli alieni hanno preso contatto con
la Terra. Gli umani si aspettavano un attacco ostile o dei
progressi enormi in campo tecnologico, ma nulla di questo
è avvenuto, perché gli alieni erano dei profughi
scappati dal loro pianeta natale. Queste creature sono state
collocate in una patria provvisoria nel District 9 in Sudafrica,
mentre le nazioni mondiali discutevano sul da farsi.
Ora, la pazienza nei confronti della situazione aliena è
terminata. Il controllo sugli alieni è stato affidato
in gestione alla Multi-National United (MNU), una società
privata che non ha alcun interesse verso il benessere degli
alieni. La MNU otterrà dei profitti immensi se riuscirà
a far funzionare le potenti armi aliene, ma fino a questo
momento ha fallito, perché l’attivazione delle
armi richiede il DNA alieno.
La tensione tra gli alieni e gli umani raggiunge l’apice
quando la MNU inizia a cacciare i non umani dal District 9,
con gli agenti responsabili della MNU che devono trasferirli
in un nuovo campo. Uno degli operativi sul campo della MNU,
Wikus van der Merwe (Sharlto Copley), contrae un virus alieno
che comincia a mutare il suo DNA. Wikus diventa rapidamente
l’essere umano più ricercato nel
mondo, così come quello più prezioso, essendo
fondamentale per svelare i segreti della tecnologia aliena.
Ostracizzato e senza amici, c’è soltanto un posto
dove può nascondersi: il District 9.
NOTE DI PRODUZIONE
“Neill
Blomkamp è un giovane regista assolutamente strabiliante”,
sostiene il produttore Peter Jackson, che ha sostenuto la
pellicola d’esordio di Blomkamp, DISTRICT 9. “Stavamo
lavorando a una produzione tratta dal videogioco di Halo,
ma non si è concretizzata. Tuttavia, ci è talmente
piaciuto lavorare con Neill che quando ci ha proposto DISTRICT
9, abbiamo deciso che sarebbe stato divertente trasformare
la sua idea in un film”.
Con DISTRICT 9, Blomkamp ha creato una pellicola coraggiosa
dotata di una visione originale, sfruttando un metodo unico
per raccontare la sua storia. Dopo essersi fatto le ossa come
artista specializzato negli effetti visivi e regista di video
musicali e pubblicità, esordisce con un lungometraggio
ispirandosi ai classici film di fantascienza, così
come alla Johannesburg della sua giovinezza (Blomkamp è
infatti nato e cresciuto lì prima di trasferirsi in
Canada). Il risultato è una pellicola all’avanguardia
e dotata di uno stile nuovo ed eccitante.
Fin dall’inizio, Blomkamp voleva che DISTRICT 9 sfidasse
le convenzioni e superasse i confini tra stili cinematografici.
“Sostanzialmente, il film passa dalla nostra storia,
che ovviamente è una finzione, a uno stile ultrarealistico”,
spiega Blomkamp. Scene drammatiche, materiale che sembra vero,
notiziari televisivi reali concessi dalla South African Broadcasting
Corporation, tutto “fa parte della stessa storia”,
prosegue il regista. “La pellicola a tratti sembra proprio
un film, ma in altri momenti appare assolutamente reale”.
“DISTRICT 9 è ambientato in un mondo alternativo”,
dichiara Jackson. “Vent’anni fa, oltre un milione
di rifugiati alieni è arrivato sulla Terra in una navicella
spaziale a pezzi. Loro sono benevoli e soprattutto non ricevono
nessun aiuto. Non riescono neanche a nutrirsi e non hanno
voglia di fare nulla. Sono 5 arrivati, tra tutti i posti possibili,
a Johannesburg, e il governo non sa cosa fare con loro, quindi
gli alieni finiscono in una comunità molto simile a
Soweto. E per oltre 20 anni, gli umani hanno cercato di risolvere
il problema alieno”.
Blomkamp sostiene che la pellicola evochi il flusso di notizie
in onda 24 ore su 24 che i canali via cavo, internet e le
altre fonti di informazioni ci offrono ogni giorno.
“Un tempo, c’era soltanto la storia offerta da
un quotidiano. Ora, le immagini sono sempre presenti e noi
ci siamo abituati”, rivela Blomkamp. Inoltre, il regista
sostiene che l’avvento dei reality abbia ulteriormente
confuso la divisione tra realtà e intrattenimento.
La nascita di DISTRICT 9 dipende da un corto mockumentary
a basso budget chiamato Alive in Jo’burg che Blomkamp
ha girato in una baraccopoli di Johannesburg alcuni anni fa.
Nel corto, il regista presentava degli alieni di un’altra
galassia che facevano parte del mix culturale di Johannesburg,
una delle città africane più dinamiche.
Per quel prodotto, Blomkamp ha percorso le strade con una
troupe, cercando di cogliere le reazioni della gente normale.
In breve tempo, il regista ha scoperto che l’idea dei
rifugiati intergalattici che arrivano alle porte della città
riecheggiava il conflitto reale e la xenofobia diffusa tra
gli abitanti di Johannesburg verso il flusso di immigrati
illegali dalle nazioni confinanti. Le reazioni oneste che
ha filmato hanno fornito una grande vitalità al cortometraggio,
rendendo incerta la separazione tra finzione e realtà.
Parlando del corto, Blomkamp ha detto “non era mia intenzione
ingannare le persone che stavamo intervistando. Io cercavo
soltanto di ottenere le risposte più reali e genuine
possibili. In sostanza, non c’è una grande differenza,
se non per il fatto che nel mio film abbiamo degli alieni
intergalattici opposti a degli immigrati illegali”.
Visto che DISTRICT 9 è ambientato in Sudafrica, alcuni
potrebbero pensare che il film sia una metafora dei tanti
problemi che la nazione ha affrontato nel corso degli anni.
I realizzatori sostengono che, nonostante sia impossibile
separare la pellicola dalla sua ambientazione, non esiste
una vera e propria metafora, almeno nelle intenzioni. “In
Sudafrica, abbiamo dovuto affrontare dei problemi
che generalmente nel mondo vengono nascosti sotto al tappeto”,
sostiene Sharlto Copley, che interpreta il personaggio principale,
Wikus.
Lavorando con alcuni ingredienti tematici e visivi presenti
nel cortometraggio come base, Blomkamp e la sua socia-sceneggiatrice
Terri Tatchell hanno ampliato il personaggio di Wikus, mentre
hanno creato due personaggi alieni fondamentali, Christopher
Johnson e suo figlio Little C.J. Gli sceneggiatori hanno infatti
fornito agli alieni dei nomi umani, immaginando che i terrestri,
accettando gli alieni sul nostro pianeta, si sarebbero comportati
in questo modo. Per gli sceneggiatori, era importante che
tutti i personaggi, in particolare gli alieni, fossero credibili
e facilmente riconoscibili, insomma umani. Ispirandosi a persone
che conoscevano, gli sceneggiatori hanno creato un insieme
di protagonisti che sono un mix di persone differenti.
L’amico e collaboratore d’infanzia di Blomkamp,
Sharlto Copley, ha incarnato il ruolo di Wikus van der Merwe,
l’ufficiale della MNU incaricato di trasferire i non
umani dal District 9 al campo di concentramento District 10.
Copley aveva anche lavorato al cortometraggio Alive in Jo’Burg
nelle vesti di produttore.
“Neill ha trovato un modo veramente ispirato per affrontare
la fantascienza”, sostiene Copley, che conosce Blomkamp
da oltre dodici anni. “Il genere può risultare
freddo e poco emozionante, ma nelle mani di Neill assume una
profondità notevole. Non c’è un messaggio
particolare o una morale importante nella storia, soltanto
un bel mix di emozioni che emergono”.
Copley sostiene di essere stato entusiasmato dalla possibilità
di proseguire la collaborazione con Blomkamp. “In Sudafrica,
l’industria cinematografica è molto limitata”,
sostiene l’attore. “Quindi, anche se incontri
qualcun altro che vuole lavorare nel mondo del cinema, non
è necessariamente una persona che condivide il tuo
punto di vista creativo. Per questo, mi sento veramente fortunato
che Neill sia sempre riuscito a fare quello che voleva e che
abbia anche visto delle qualità in me”. “Basta
un minimo di potere per Wikus, un tipo comune che ama gestire
l’autorità in maniera burocratica”, sostiene
Copley. “E’ per questo che la MNU l’ha promosso:
loro volevano un tipo che facesse le cose in maniera pulita
e ordinata”.
“Wikus ha avuto una bruttissima giornata”, sostiene
Peter Jackson. “Non solo ha contratto una malattia misteriosa
che inizia a cambiare il suo DNA, ma soprattutto lui diventa
fondamentale per sbloccare le armi aliene. Per un momento,
Wikus è la persona più importante del mondo”.
David James interpreta Koobus, l’agente capo della MNU,
che diventa una sorta di cacciatore di taglie quando i vertici
della società gli ordinano di catturare Wikus, vivo
o morto. “Koobus è il lato oscuro della MNU”,
sostiene James. “Se hai bisogno che qualcosa venga fatto
in maniera legale, allora chiami Wikus. Ma se invece c’è
bisogno di qualcosa che sia illegale, ti rivolgi a Koobus.
Tutti alla MNU sanno che è meglio non scherzare con
lui”.
“Ritengo che Neill abbia apprezzato il lato psicopatico
che ho fornito a Koobus nella mia audizione”, sostiene
James. “Lui è in grado di mentire in maniera
convincente a tutti quelli che lo circondano e ha degli scopi
nascosti. Quando avevo il dubbio su cosa avrebbe fatto il
mio personaggio in una determinata situazione, tornavo a questo
aspetto”.
Un altro aspetto del personaggio potrebbe passare inosservato
a molti occidentali, perché gioca con elementi di bigottismo
che i sudafricani conoscono bene. “Wikus è un
Afrikaaner, che in Sudafrica vengono percepiti come degli
zotici”, sostiene James. “Ho deciso che avrei
interpretato Koobus come un tipo inglese, un uomo che ha svolto
il servizio militare fuori dalla nazione. Fin dall’inizio,
in ogni modo lui si percepisce come superiore rispetto a Wikus”.
Jason Cope, che è stato responsabile di produzione
di Blomkamp in Alive in Jo’burg, interpreta il non umano
Christopher Johnson. “In realtà, incarno dieci
personaggi differenti”, sostiene Cope. “Era strano
svegliarsi chiedendosi ‘che creatura sarò oggi’?
Mia madre era molto felice quando ho ottenuto la parte e mi
ha chiesto cosa avrei fatto. Le ho spiegato che dovevo interpretare
una comunità di esseri intergalattici. Lei non riusciva
a capire bene”.
“Neill aveva un’idea chiarissima di quello che
voleva dai non umani”, prosegue Cope. “Durante
le prove, abbiamo capito cosa gli piaceva, ma mi ha anche
fornito una grande libertà all’interno di alcune
limitazioni che ci aveva dato. Io non recitavo esattamente
come se fossi un animale o un insetto, ma di sicuro non mi
comportavo neanche come un essere umano”. “Jason
è un attore fantastico con cui collaborare”,
sostiene Copley. Per me, queste sono state alcune delle scene
migliori del film”.