Dieci inverni
id.
Regia
Valerio Mieli
Sceneggiatura
Isabella Aguilar, Davide Lantieri, Valerio Mieli
Fotografia
Marco Onorato
Montaggio
Luigi Mearelli
Scenografia
Mauro Vanzati
Costumi
Andrea Cavalletto
Musica
Francesco De Luca, Alessandro Forti
Interpreti
Isabella Ragonese, Michele Riondino, Glen Blackhall, Sergei Zhigunov,
Liuba Zaizeva, Sergei Nikonenko, Alice Torriani, Vinicio Capossela
Produzione
Csc Production, Rai Cinema, United Film Company
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata
99'
Distribuzione
Bolero Film
Uscita
10-12-2009
Giudizio
Media

Un giorno incontriamo la persona giusta. Restiamo indifferenti, perché non l’abbiamo riconosciuta. Passeggiamo con la persona giusta per le strade di periferia, prendiamo a poco a poco l’ abitudine di passeggiare insieme ogni giorno. Di tanto in tanto, distratti, ci chiediamo se non stiamo forse passeggiando con la persona giusta: ma crediamo piuttosto di no. Siamo troppo tranquilli, la terra e il cielo non sono mutati; i minuti e le ore fluiscono quietamente, senza rintocchi profondi nel nostro cuore. Noi ci siamo sbagliati già tante volte: ci siamo trovati in presenza della persona giusta e non la era… (Natalia Ginzburg - I rapporti umani)
Su un vaporetto che attraversa la laguna di Venezia Camilla e Silvestro fanno il loro primo incontro e quella sera dormiranno nello stesso letto. Da quel momento i due giovani iniziano un’avventura che durerà dieci anni. Vivranno insieme per caso poi si perderanno di vista, si incontreranno per caso e si cercheranno volutamente. Spavaldo lui, riservata lei, vicini, distanti e poi ancora vicini, diventando adulti.
Un progetto nato dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dall’allievo regista Valerio Mieli che divide tra Venezia e Mosca lo scenario di Dieci Inverni.
Quello veneziano è uno dei palcoscenici più gloriosi del cinema italiano e non. Lo confermano David Lean nel 1955 con Tempo d'estate (Summertime), splendido film d'amore con una irresistibile Katharine Hepburn; poi Dino Risi nel 1958 con Venezia, la luna e tu, in cui Nino Manfredi è in veste di gondoliere sciupa femmine straniere; il carnevale del Canal Grande e le Cupole di San Marco di Federico Fellini con Il Casanova del 1976; Sergio Leone con C’era una volta in America nel 1983, quando la spiaggia del Lido diventa quella di Atlantic City; nello stesso anno Serena Grandi si spoglia davanti all’occhio di Tinto Brass osando con La Chiave; poi ancora lo confermano la Venezia incantata di Pane e tulipani di Soldini, Spielberg con Indiana Jones e l’ultima crociata (1989) e Woody Allen con Tutti dicono I love you del 1996.
Oltre alla laguna come location che si presta a scenari d’avventura ed azione (Tomb Rider e gli inseguimenti di Un treno notturno per Venezia di Carlo Quinterio e con Hugh Grant), Venezia è quindi il luogo delle passioni, dove c’è chi vive crisi di coppia, chi si innamora e chi non ha il coraggio di dichiararsi. Amore quindi.
Ma Venezia è anche falsa, come il Casanova di Lasse Hallstrom con il prezzemolino Heath Ledger e che ricorda più La Venezia di Las Vegas o Il Mercante di Venezia (2005), in cui buona parte delle location sono state allestite a Lussemburgo; sino all’ultimo James Bond di Casino Royale (2006), dove a Montenegro viene simulato il crollo di un intero palazzo sul canal Grande trasferito poi in digitale al posto dell’originale.
Tra il patrimonio da conservare di Venezia c’è il potere di farci sognare e fantasticare ad occhi aperti: “Tutto cio’ che mi circonda è pieno di nobiltà, è l’opera grande e rispettabile di una forza umana concorde, il monumento magnifico non già di un sovrano ma di un popolo, anche se la potenza commerciale della Serenissima declina, nondimeno la sua struttura grandiosa e il suo carattere non cesseranno un istante di apparire all’osservatore degni di venerazione”. Goethe 1786.
Finalista Premio Solinas 2007, categoria Storie per il Cinema. Riconosciuto “Film di interesse culturale” dal MBAC. [silvia langiano]