Davanti agli occhi
The Life Before Her Eyes
Regia
Vadim Perelman
Sceneggiatura
Emil Sterne
Fotografia
Pawel Edelman
Montaggio
David Baxter
Scenografia
Maia Javan
Costumi
Hala Bahmet
Musica
James Horner
Interpreti
Uma Thurman, Evan Rachel Wood, Eva Amurri, Emily Rose Branigan, Gabrielle Brennan, Brett Cullen
Produzione
2929 Productions
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
90'
Distribuzione
Mediafilm
Uscita
02-01-2009
Giudizio
Media

Diciamo la verità. Quando un film è brutto, è brutto. Potremmo trovare tanti se, tanti ma, qualche però, ma sempre brutto rimarrà. Può esserlo perchè noioso, pedante, lento senza motivo. O magari perchè costruito male, presuntuoso, realizzato approssimativamente. O ancora, più semplicemente, perchè del tutto lontano a quello che è il proprio gusto.
Ecco, Davanti agli occhi è un pò di tutto questo, senza molto altro da dire.
Lo spunto è quello di una (solita) strage compiuta da un alunno in una scuola in una qualsiasi cittadina americana. La protagonista, sopravvissuta, non riesce a fare i conti con quegli istanti terribili, latori di sogni senza luce e istanti di vuoto nel mentre di una giornata qualunque. Tanto più che il killer, prima di suicidarsi, chiede alle ultime due ragazze che incontra, fra cui Diana, questo il nome della protagonista, di compiere una straziante scelta: chi delle due avrebbe risparmiato?
Non andiamo avanti nella descrizione della storia solamente per non rovinarvi la sorpresa di quelli che sono gli unici spunti interessanti di una trama che comunque fatica.
Vi basterà sapere che il titolo originale “Tutta la vita davanti agli occhi” vi regala la chiave interpretativa dell’intero film. Per il resto il tentativo di costruire un certo lirismo da parte di Vadim Perelman, che già un discorso analogo aveva portato avanti con la sua opera prima, La casa di sabbia e nebbia, naufraga al primo apparire di fiori traslucidi che garriscono goffamente al vento, piuttosto che di inquadrature perpendicolari che, dal basso all’alto, fanno trasparire il sole tra le chiome degli alberi.
A poco serve la presenza di due brave attrici come Evan Rachel Wood e Uma Thurman, che vengono diluite nel corso della narrazione e si perdono nella vacuità di un girato che si mostra lezioso e inconcludente.
I continui ralenty che gigioneggiano fin da subito, il non detto del primo flashback che lascia subito intuire come il resto della pellicola giocherà confrontandosi con ciò che non viene mostrato da subito, il montaggio in parallelo pedante e didascalico: non so di quali altri elementi il manuale del buon critico abbia bisogno per definire un film “brutto”.
Aggiungeteci uno dei peggiori doppiaggi degli ultimi anni, e la frittata sarà definitivamente cotta a puntino. [pietro salvatori]