Tre
uomini e tre donne. Sei personaggi in cerca d’autore.
Coppie scoppiate. Fratelli e sorelle. Due sconosciuti. In
una vita bidimensionale. Una sorta di doppio gioco. Due facce
per ciascuna coppia. Dan e Nicole alla ricerca dell’appartamento
dei loro sogni entrano in crisi. Thierry e Gaelle sono fratello
e sorella e vivono insieme. Charlotte si prende cura del vecchio
padre di Lionel. Li accomuna la solitudine del mondo contemporaneo.
E l’anelito ad un’illusoria felicità. Sei
marionette in un Grand Guignol tragico. Senza speranza. Il
vecchio Resnais torna ad analizzare con la cura di un entomologo
i suoi personaggi-insetto. Ma più che in una collezione
di farfalle sembra di essere all’interno di quelle palle
di vetro trasparenti che quando le scuoti si riempiono di
fiocchi di neve. Resnais gioca con le sue pedine come il gatto
col topo. In un affresco corale sbilenco che non riesce a
trovare una forma. Un labirinto di passioni annacquate dal
senso di inadeguatezza ad una vita che scorre incessante e
lava via ogni ricordo. Una commedia tragica che non lascia
scampo ai suoi attori. Che si muovono convulsamente, privi
di una meta. Inconsapevoli che la felicità non esiste,
si ostinano a ricercarla ovunque. In una nuova casa, nella
fede, in un nuovo incontro, in una fantasia erotica. Senza
mai trovarla.
Tratto da una piéce teatrale di Alan Ayckbourn, lo
stesso di cui Resnais aveva già adattato l’opera
Intimate Exchanges realizzando
il suo Smoking/no smoking di
qualche anno fa. Sofisticato, lucido, beffardo. Un Resnais
invecchiato ma che si difende ancora bene. Che sa giocare
le sue carte. Più interessato a partecipare che a vincere.
[marco catola]
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