Crimen Perfecto
é un grazioso e intelligente film di Alex De La Iglesias. Il
regista spagnolo costruisce sapientemente un lavoro ben articolato
su più livelli, oltre quello della commedia surreale, andando
a frugare nei cassetti del noir e del giallo e trovando spunti interessanti.
Apparentemente banale commedia ispanica, il film si fa valere su moltissimi
fronti e rivela le sue caratteristiche man mano che la pellicola scorre
e la trama prende un verso deciso. Con una regia semplice ma ricca
di effetti e colpi di pennello azzeccati, Iglesias ha la bravura del
tocco nel trasmettere il senso di nevrosi e paranoia del protagonista
quasi come in Vertigo di Alfred Hitchcock
(i riferimenti ai più classici film gialli poi ci sono tutti,
come tra l’altro il delitto alla Fuga
di mezzanotte) o la risata velata di orrore nella tragicomica
scena del cadavere fatto a pezzi con la mannaia. Il film corre sulla
lama della risata, ma non è sporadico che salti oltre la linea
e finisca sul manico della lieve tensione o sulla psicologia, accennata
con bravura dagli attori. Il monologo finale di Rafael sul “brutto”
estetico e sugli impulsi mediatici e sull’indottrinamento della
TV è la prova che qualcosa gira, seppur in modo ironico ed
eccessivo, tra gli ingranaggi della critica e dell’arguzia.
Si vuol far ridere sull’assurdo ma indirettamente far anche
pensare a quello che è la società oggi e ad i suoi mali
trasmessi, dove un microcosmo perfetto ne ricalca ritmi, schemi e
tendenze: il centro commerciale. Luci ed ombre di un ambiente che
è per molti versi uno specchio del fuori e che brulica di consumisti
accaniti volti all’acquisto di una felicità attraverso
gli oggetti. Rafael ne fa il suo regno e la sua casa, quasi letteralmente,
“Lo so, vivrò e morirò qua dentro”.
Il gioco del ribaltamento dei ruoli sul finale è uno dei tanti
possibili, questo è quello di Alex De La Iglesias, dove i colori
poi si mischiano proprio come tanti clown al circo della moda. I “brutti”
fuori possono essere brutti anche dentro, al contrario di quanto a
volte ci capita di sentire o comunque inconsapevoli di una certa cattiveria
derivata dal senso di vendetta. E succede magari che anche i brutti
poi riescano ad avere successo, scrollandosi di dosso la tanto spaventosa
etichetta di “mediocri” in una qualsiasi vita comune,
in una qualsiasi famiglia, in un qualsiasi condominio. Ai “belli”
non rimane che pensarci su e guardarsi allo specchio per evitare sorprese
spiacevoli, anche se una giacca elegante e una macchina di lusso non
serviranno a contenere la forza d’urto. I brutti un giorno saranno
ovunque e avranno il potere della massa, il volto di chi non si vede.
Saranno sulle copertine dei settimanali, sulle insegne dei tram, in
TV, nei nostri sogni erotici, in metrò. Sfileranno sulle passerelle,
sposeranno i calciatori, saranno star della musica. Un giorno sarà
tutto questo. Allora mettiamoci comodi e aspettiamo. [alessandro
antonelli]
Ci
sono pellicole che di primo acchito non degneresti di nessuna considerazione,
soprattutto se si conoscono le precedenti opere del suo autore, così
estremo, barocco, ridondante e confusionario. Ed invece quando meno
te lo aspetti ecco che confeziona un’opera divertente,con personaggi
ben definiti e comportamenti in cui è facile identificarsi,
costruita su diversi registri (musical, horror, commedia demenziale,
giallo) in perfetto equilibrio tra loro. Stiamo parlando di Crimen
Perfecto, l’opera più riuscita di Alex de la Iglesia,
il logorroico autore di Azione Mutante,
El dia de la Bestia, Perdida
Durango e La comunidad – Intrigo
all’ultimo piano. Una bizzarra commedia con protagonisti
l’ambizione, la vendetta, l’invidia e l’egoismo
che trascina l’uomo verso il lato oscuro della forza.
Una compagnia di attori meravigliosamente in parte da Guillermo Toledo
(Rafael, Responsabile di Reparto in un centro commerciale che aspira
a diventare Responsabile di Piano), Luis Varala (Don Antonio, principale
antagonista di Rafael alla carica di Responsabile e motore degli eventi),
Manica Cervera (Lourdes, complessata e repellente commessa del reparto
profumeria, animata da una forte sete di rivalsa e potere). Colorato,
divertente, cattivo al punto giusto, Crimen
Perfecto segna l’ennesima conferma della vitalità
del cinema spagnolo capace di produrre accanto alle opere di maestri,
vecchi e nuovi, una serie di film che pur non avendo grosse aspirazioni
artistiche, si dimostrano coraggiosi nel trattare tematiche inusuali
e ricercando linguaggi originali, mantenendo sempre il pubblico come
referente principe della propria ragione d’essere. Film dalle
caratteristiche prettamente nazionali ma capace di parlare anche al
pubblico del resto del mondo, o quanto meno d’Europa.
[fabio melandri]