Comandante
id.
Regia
Oliver Stone
Sceneggiatura
Oliver Stone
Fotografia
Rodrigo Pieto, Carlos Marchovich
Montaggio
Alex Marque, Elisa Bonora
Musica
Alberto Iglesias
Interpreti
Fidel Castro, Oliver Stone
Anno
2003
Durata
99'
Nazione
USA - Spagna
Genere
documentario
Distribuzione
Mikado
Dopo essersi occupato del conflitto israelo-palestiniano ed aver puntato l’occhio indagatore su Arafat in Persona non grata (2002), Oliver Stone ci porta a Cuba, faccia a faccia con uno dei più famoso e controversi personaggi del secolo scorsop, ovvero Fidel Castro, leader maximo della Rivoluzione Cubana.
Il documentario, girato precedentemente la nuova repressione contro gli intellettuali non allineati e la condanna a morte di tre anti-castristi che saranno oggetti di una nuova puntata intitolata Looking for Fidel sempre di Stone, ci introduce nelle stanze del potere, ci fa viaggiare nella Mercedes di Stato per le

strade di Cuba, ci mostra il lato privato di colui che al di là della mitologia rivoluzionaria rimane uno dei più longevi dittatori del nostro tempo.
Attraverso le domande di Stone, in verità assai remissivo nel trattare tematiche come la libertà di stampa ed il rispetto dei diritti civili, ripercorriamo la storia degli ultimi 50 anni da un punto di vista assolutamente inusuale e originale. Veniamo a conoscenza di particolari della storia contemporanea, dalla guerra in Angola alla crisi dei missili nucleari a Cuba sino alla svolta sovietica con Gorbachiov, visti attraverso gli occhi e le
azioni di una persona che nel bene e nel male ne è stato uno dei grandi protagonisti.
Il ritratto che ne viene fuori è quello agiografico di una persona intelligente, colta, di grandi principi ed ideali, con il merito di aver abbattuto la dittatura di Batista ed il limite di averla sostituita con un potere personale altrettanto ingiusto e sanguinario. Oliver Stone dipinge il ritratto di un uomo di grande eloquenza ed evidenti contraddizioni – “non è vero che non ci siano elezioni a Cuba, si dovrebbe informare meglio” risponde piccato Castro a una domanda sull'argo-
mento ed ancora “In 43 anni di rivoluzione non c’è stato un solo fenomeno di tortura a Cuba” – che si definisce più “un dittatore di Se Stesso che non del Popolo”; un uomo che facendo il bilancio della propria vita si auto assolve sia nel privato (“se dovessi giudicarmi come padre per il tempo trascorso con i miei figli, sarei stato un pessimo padre; ma se uso il metro della qualità di quel tempo speso con loro, allora posso affermare di essere stato un buon padre) che nel pubblico – “non mi interessa a come sarò ricordato. Un grande poeta cubano disse: La gloria del mondo sta in un
chicco di grano”-.
Comandante
rappresenta una poltrona in prima fila nella Storia, che al di là di una certa accondiscendenza verso l’illustre interlocutore ci racconta e in piccola parte spiega il magnetismo di un uomo che ha cambiato il mondo, sopravvivendo fieramente al crollo di una superpotenza alleata e resistendo con ostinazione all’unica superpotenza economica, industriale, militare rimasta sul palcoscenico del mondo. [fabio melandri]