Christine Cristina
id.
Regia
Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati
Sceneggiatura
Giacomo Scarpelli, Stefania Sandrelli, Giovanna Carrassi
Fotografia
Paolo Carnera
Montaggio
Patrizio Marone
Scenografia
Marco Dentici
Costumi
Nanà Cecchi
Musica
Pasquale Catalano
Interpreti
Amanda Sandrelli, Alessio Boni, Alessandro Haber, Paola Tiziana Cruciani, Blas Roca Rey
Produzione
Cinemaunidici, Diva, Rai Cinema
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
92'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
07-05-2010
Giudizio
Media

“Pochi conoscono il nome di Cristina da Pizzano. Eppure Cristina è stata una figura esemplare nella storia della letteratura. Italiana, vissuta in Francia nel momento del passaggio dalla notte del Medioevo all’alba dell’Umanesimo, fu la prima donna a vivere soltanto grazie alla propria penna, cioè scrivendo e pubblicando opere poetiche. Poeti si nasce o si diventa? Nel caso di Cristina fu precisamente una conquista. Ed è proprio la storia di questa conquista avventurosa che il film vuole raccontare”.
Cosi Stefania Sandrelli presenta questa sua opera prima, presentata al festival Internazionale del Film di Roma nell'Ottobre scorso ed oggi alla prova del pubblico, dopo la fredda accoglienza all'anteprima festivaliera.
In un Medioevo ricostruito più “psicologicamente” che non fisicamente, Cristina da Pizzano (una monocorde Amanda Sandrelli) rimasta senza nessun aiuto economico, con tre figli a carico e senza un uomo a cui appoggiarsi dopo la morte del padre prima e del marito poi.
Trova ospitalità, amicizia e complicità presso una vecchia conoscente, con marito giullare/poeta/saltimbanco in uno scheletro di imbarcazione in secca.
Rime baciate, un rapporto conflittuale con il mondo della letteratura e della scrittura popolata di uomini pieni di se, ministri della fede e principi corrotti e violenti è l'universo in cui si muove colei considerata come la prima poetessa della storia moderna.
La Sandrelli costruisce un film tutto in famiglia, con l'attuale compagno come partner dietro la macchina da presa (Giovanni Soldati) e la figlia in quello della protagonista.
Il risultato è una piatta messa inscena para-televisiva, con attori imbalsamati in ruoli che paiono troppo lontani da loro, a cui fa eccezione il solo Alessandro Haber, che ricorre al suo immenso mestiere per rendere credibile un personaggio che avremmo ben visto calato nel medioevo favolistico del Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di Monicelli.
Non convince la meccanicità di un racconto che procede per passi obbligati e prevedibili a dispetto della costruzione di un climax emotivo che sappia coinvolgere lo spettatore e renderlo partecipe emotivamente a quanto rappresentato. Tutto è freddo, asettico, artefatto, come un'anonima fiction televisiva da prima serata.
[fabio melandri]