Chiamata da uno sconosciuto
When a Stranger Calls
Regia
Simon West
Sceneggiatura
Jake Wade Wall
Fotografia
Peter Menzies Jr
Montaggio
Jeff Betancourt
Musica
James Michael Dooley
Interpreti
Camilla Belle, Tommy Flanagan, Katie Cassidy, Tessa Thompson,
Brian Geraghty, Clark Gregg, Derek de Lint, Kate Jennings Grant
Anno
2006
Durata
87'
Nazione
USA
Genere
thriller
Distribuzione
Sony Pictures Releasing

Se guardi la tv, muori! Se fai sesso muori! Se vai in macchina ed investi accidentalmente uno sconosciuto, questo torna per vendicarsi! Se prendi una nave, stai certo che affonderà! L’aereo? Volo diretto per l’oltretomba a causa di attacco terroristico o della Signora Morte in persona! E neanche il treno è poi così sicuro…vero Bruce Willis? Se vai in campeggio al lago non avrai occasione di far vedere le foto al tuo ritorno perché ci lascerai le penne! Al luna park? Non ne parliamo! Il mare? Non è una buona idea con tutti gli squali che girano! Se poi ti capitasse di rispondere al telefono… Insomma meglio, molto meglio chiudersi in casa sotto le coperte e non uscire dal letto… a pensarci bene neanche li sei al sicuro perché i tuoi sogni, anzi incubi possono porre fine alla tua esistenza.
Nel 1978 uscì nella sale cinematografiche un film intitolato Quando chiama uno sconosciuto di Fred Walton in cui una babysitter veniva minacciata telefonicamente da uno sconosciuto. Oggi in una Hollywood in crisi di idee e colpita da sindrome da remake imperante, ne esce il suo rifacimento, Chiamata da uno sconosciuto per la regia di Simon West, regista muscolare di blockbuster tutto esplosioni ed effetti speciali come Con Air e Tom Raider: Lara Croft.
In una casa isolata in cima ad una collina, una studentessa si appresta a trascorrere una tranquilla serata come babysitter per i figli dei Signori Mandrakis. I genitori sono usciti ed i bambini dormono tranquilli nella loro cameretta. Chiuse le porte, installato l’allarme, la giovane si appresta a passare una noiosa serata davanti alla tv quando una serie di misteriose telefonate la fanno precipitare in un incubo senza fine.
Il telefono è stato da sempre un ottimo strumento per creare suspense sia come meccanismo narrativo (Il delitto perfetto di Alfred Hitchcock) che come mezzo in se stesso. La stessa minaccia telefonica è strumento per generare tensione come insegnava nel lontano 1964 Mario Bava con il suo I tre volti della paura e ripreso da Wes Craven nell'incipit capolavoro di Scream. 20 minuti di puro cinema, una lezione di regia da studiare nelle scuole di cinema.
Ma torniamo al nostro remake. L’esilità della trama, e gli spazi dietetici claustrofobici, avrebbero richiesto una sceneggiatura con meno incongruenze e dialoghi più intelligenti, oltre ad una regia capace di esaltare l’interessante scenografia degli interni della casa; una scatola di vetro in cui è difficile nascondersi e dove luci trasversali e commistioni di materiali leggeri e pesanti trasmettono incertezza, instabilità, impotenza. Purtroppo lo stile di Simon West assomiglia a quello di un elefante costretto a muoversi in mezzo a delicatissimi vasi di cristallo e l’effetto è devastante. Tensione zero, paura lasciata nel campo dei buoni propositi, noia assicurata. Il regista ha dichiarato di non amare il genere horror, e tutto ciò traspare in maniera sin troppo evidente. Non frequentando il genere e non conoscendone le regole, ripropone stancamente meccanismi di maniera, svuotandoli di ogni contenuto emotivo. Non solleva le sorti del film la protagonista Camilla Belle, diciottenne dal bel faccino ma dalle limitate capacità espressive. Che pianga o che rida, sempre una faccia tiene… un po’ poco, non credete? [fabio melandri]