Che la fine abbia inizio
Prom Night
Regia
Nelson McCormick
Sceneggiatura
J.S. Cardone
Fotografia
Checco Varese
Montaggio
Jason Ballatine
Scenografia
Jon Gary Steele
Costumi
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Musica
Greg Dnylyshyn, Gerry Cueller
Interpreti
Brittany Snow, Scott Porter, Jessica Stroup, Dana Davis, Collins Pennie, Kelly Blatz,
James Ransone, Brianne Davis, Johnathon Schaech, Idris Elba
Produzione
Original Film/Newmarket Films, Alliance Films
Anno
2007
Nazione
USA
Genere
horror
Durata
88'
Distribuzione
Sony Pictures Releasing Italia
Uscita
11-07-2008
Giudizio
Media

Sinossi

ll ballo è una notte indimenticabile per tutti gli studenti dell’ultimo anno, soprattutto per Donna Keppel. Mentre si prepara per la sua esperienza liceale più importante, Donna non sa che lo psicopatico armato di coltello che ha ucciso la sua famiglia è scappato dal manicomio e desidera portare a termine quello che ha iniziato.
Infatti, tre anni prima, Donna è stata l’unica sopravvissuta di un attacco omicida da parte di Richard Fenton, un insegnante ossessionato dalla sua bellezza innocente. Dopo che i suoi genitori ottennero dal tribunale un ordine restrittivo per proteggerla, Fenton si introdusse nella loro casa e li massacrò assieme al fratello minore di Donna, che invece sopravvisse all’attacco nascondendosi all’assassino. La sua testimonianza portò Fenton in un manicomio di massima sicurezza per criminali malati di mente.
Con l’aiuto dei suoi zii, Donna ha finalmente iniziato a riprendersi dagli orrori indicibili di quella notte. Ora è una studentessa liceale all’ultimo anno e sta incominciando a lasciarsi alle spalle il suo passato, mentre si sta trasformando in un’adorabile giovane donna dotata di opportunità illimitate.
La notte del ballo degli studenti dell’ultimo anno, Donna e le sue amiche Lisa (Dana Davis) e Claire (Jessica Stroup) sono tre giovani e belle ragazze che stanno per diventare adulte. Assieme ai loro accompagnatori, hanno noleggiato una suite nel lussuoso albergo dove si tiene il ballo e hanno pianificato di passare lì la nottata per celebrare il loro futuro. La loro unica preoccupazione è se sarà Lisa o l’arcinemica delle ragazze, Crissy, ad essere eletta reginetta del ballo.
Ma mentre Donna e le sue compagne di classe festeggiano, Fenton si aggira in cerca della sua preda vicino all’albergo, portando avanti un piano meticoloso per conquistare la donna che ritiene essere il suo vero amore e uccidendo chiunque si metta sulla sua strada. Nel frattempo, un poliziotto tenace (Idris Elba) tenta di dipanare un’intricata ragnatela di indizi e fermare Fenton prima che la magica notte di Donna si trasformi in un incubo pieno di sangue.

Note di produzione

Quando Marc Forby e Neal H. Moritz hanno deciso di realizzare un film ispirato al thriller del 1980 Non entrate in quella casa, il loro scopo era di reinventare la pellicola per un pubblico moderno e più sofisticato. Il film originale, che vedeva Jamie Lee Curtis all’apice della sua notorietà come ‘scream queen’, è uno dei classici slasher movies dell’epoca, ma Forby e Moritz hanno pensato ad una sceneggiatura in cui l’attenzione fosse posta sulla suspense e con gli effetti raccapriccianti ridotti al minimo.

“Nel mondo post-Saw, ci siamo spinti al limite per quanto riguarda la violenza sullo schermo”, sostiene Forby che, assieme a Glenn S. Gainor è il produttore esecutivo di CHE LA FINE ABBIA INIZIO. “Così, siamo tornati ai thriller classici della vecchia scuola, in cui gli spaventi derivano dal porsi domande come ‘dov’è il cattivo ora? E’ lì? O è dietro di lei?’”.
Forby e Moritz, il produttore della fortunata serie So cosa hai fatto, così come del recente successo Io sono leggenda, hanno passato quasi cinque anni a sviluppare la sceneggiatura del film prima di trovare il tono giusto per la loro pellicola.
“Neal e io siamo passati attraverso quattro sceneggiatori e ogni versione immaginabile della storia”, sostiene Forby. “C’erano delle opinioni differenti su come strutturarlo: dovevamo iniziare con gli omicidi nel primo atto o conservarli per dopo? Avevamo anche una versione in cui i ragazzi uccisi erano le anime reincarnate di persone che avevano compiuto delle azioni malvagie e il loro karma li puniva. Ma alla fine, abbiamo deciso di realizzare CHE LA FINE ABBIA INIZIO come un semplice thriller psicologico classico. Radicarlo profondamente nella realtà era il modo migliore di procedere”.

Quando lo sceneggiatore J.S. Cardone è salito a bordo, ha trovato un’idea di cui tutti erano soddisfatti. Il risultato è una sceneggiatura che il produttore Toby Jaffe, che ha lavorato al remake di The Amityville Horror come responsabile di produzione per la MGM, descrive come “molto hitchcockiana. In diversi classici di Hitchcock, sai da dove arriva la minaccia. Il divertimento per il pubblico è vedere i protagonisti che affrontano queste cose. Noi stiamo con loro, cercando di prevedere come tenteranno di uscire da queste situazioni”.

L’attesa, nota Forby, è molto più spaventosa della violenza esplicita. “L’immaginazione di una persona è decisamente più forte di qualsiasi cosa un realizzatore possa mostrare”, sostiene il produttore. “L’attesa è alla base del 99% degli spaventi nei film horror classici e aumenta quando il pubblico ha delle informazioni che il personaggio non possiede. Più tempo possiamo evitare che i personaggi scoprano certe cose, maggiore è l’ansia che lo spettatore vive guardando queste scene, perché sa dove è l’assassino e quindi vuole farsi sentire e dare una mano ai protagonisti”.

Per portare la sceneggiatura di Cardone sullo schermo, i produttori hanno assunto il veterano regista Nelson McCormick, che ha lavorato a decine di ore di acclamati drammi televisivi, tra cui Nip/Tuck, The West Wing, E.R. - medici in prima linea e NYPD Blue.
“Crescendo, sono stato molto influenzato dai popcorn-horror come Halloween e Venerdì 13”, sostiene il regista. “Ma quello che mi spaventa veramente sono i film che sembrano realistici. In pellicole come Un tranquillo weekend di paura e Ore 10: Calma piatta, il terrore è più profondo perché le situazioni sono veramente reali ed è su queste sensazioni che volevo basare il mio film”.

Dopo anni in cui ha affrontato con successo i serrati piani di lavoro in televisione, McCormick conosce bene l’importanza di una preparazione dettagliata. “Io e Neal abbiamo proposto per la prima volta a Nelson di dirigere il film un paio di anni fa e lui era decisamente ben preparato”, sostiene Forby. “Ha anche portato degli storyboard e aveva pianificato tutto, spinto dalla passione che aveva. Sapevamo che avrebbe messo tutto se stesso e lo ha fatto. Ha guardato ogni film horror in circolazione ed è diventato un esperto nel giro di due mesi. Desideri sempre trovare questo tipo di passione in un regista”.

McCormick ha scoperto un documentario chiamato The World’s Best Prom, su un evento liceale del genere a Racine, nel Wisconsin, e su quello che significava in generale per la comunità e per gli studenti che vi partecipano.”Questo documentario mostra quanto la città era coinvolta nel ballo”, rivela il regista. “Segue gli studenti all’ultimo anno e quello che succede prima di arrivare al ballo e prosegue anche dopo la loro magica notte”.

McCormick ha anche fatto guardare il documentario al cast prima delle riprese. “L’ho dato agli attori perché volevo che si rinfrescassero la memoria sul ballo”, prosegue il regista. “E’ un rito di passaggio e un cambiamento di età, che per molti ragazzi assume una grande importanza. Io volevo riportarli a quel momento”.

Il regista ha anche svolto diverse ricerche sulle tecniche che i realizzatori maestri nel thriller e nell’horror del passato hanno usato per creare degli spaventi terribili e in grado di far saltare di paura lo spettatore. “Si è veramente preparato bene”, sostiene il produttore esecutivo Gainor. “Ha studiato tutto per vedere cosa funziona. Per esempio, un movimento di macchina lento ed inquietante è molto pauroso. Non vuoi sbrigarti quando c’è qualcosa di spaventoso, ma avere il tempo di respirare. Quello che differenzia un horror da un thriller è che il primo si sbriga ad arrivare al punto e a fornirti il sangue, mentre il secondo si prende tutto il tempo necessario”.
“Molti dettagli spettacolari sono stati mostrati grazie alle scenografie e ai movimenti di macchina, contribuendo decisamente agli spaventi”, aggiunge Gainor. “E ci sono dei riferimenti sottili ad alcuni dei migliori thriller del ventesimo secolo. C’è una scena in cui mostriamo del sangue in un canale di scolo. In altri momenti, mi ricorda Lo squalo, quando qualcosa attraversa lo schermo per un attimo. Proprio come una pinna, ma nel nostro caso si tratta dell’assassino”.

“Una delle cose migliori di questa sceneggiatura”, sostiene il regista, “è il mix di generi, perché è un film poliziesco intrecciato ad una pellicola del terrore giovanile. C’è un poliziotto che ha una seconda possibilità di portare davanti alla giustizia un assassino, che a sua volta è un uomo ossessionato, spinto alla follia da una studentessa che deve assolutamente possedere, fino al punto di uccidere chiunque si metta in mezzo tra loro. E tra i due uomini c’è questa ragazza, che sta vivendo la notte più magica della sua vita, quella del ballo studentesco, un evento che è sinonimo della fine della giovinezza, anzi che a livello metaforico è la morte della giovinezza”.

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