Che bella giornata
id.
Regia
Gennaro Nunziante
Sceneggiatura
Gennaro Nunziante, Luca Medici
Fotografia
Federico Masiero
Montaggio
Pietro Morana
Scenografia
Sonia Peng
Costumi
Mary Montalto
Musica
Luca Medici
Interpreti
Checco Zalone, Nabiha Akkari, Rocco Papaleo, Tullio Solenghi, Ivano Marescotti
Produzione
TaoDue, Medusa Film
Anno
2011
Nazione
Italia
Genere
comico
Durata
97'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
05-01-2011
Giudizio
Media

Il tam tam mediatico per il lancio dell'ultima fatica cinematografica di Checco Zalone (al secolo Luca Medici), lo ha visto impegnato in ogni occasione ad esprimere la propria agitazione. Come si può immaginare, bissare un successo come “Cado dalle nubi” in termini di incassi e di consensi, dopo anni di piatte commedie natalizie, non deve essere un compito facile.
Questa volta il nostro eroe è una guardia giurata molto sui generis, che grazie ad una serie di raccomandazioni e di pura casualità arriva a doversi occupare niente di meno che della sicurezza della Madonnina del Duomo di Milano. A rendere la situazione davvero esplosiva c'è Farah (Nabiha Akkari), una ragazza di origini arabe che farà innamorare l'ingenuo Checco, al fine di piazzare una bomba proprio in cima al Duomo.

Tanto per non sbagliare, come all'esordio l'azione si svolge a Milano e poi in Puglia in occasione di un battesimo, ma al consueto scontro nord-sud del film precedente, come di altre commedie contemporanee (su tutte, “Benvenuti al Sud”), si affianca l'accostamento tra l'Occidente gretto del protagonista e l'Oriente. Seppur spinoso, l'argomento viene affrontato con leggerezza e con la dovuta intelligenza, benchè non si punti in partenza ad aggiungere nulla di nuovo.
La vera forza di tutto l'impianto sta ovviamente nella comicità a tratti irresistibile di Checco Zalone e nella bravura degli attori di contorno, dal padre militare e disilluso interpretato da Rocco Papaleo al Carabiniere Ivano Marescotti costantemente ridicolizzato dalle gesta del protagonista. Le debolezze, che dovrebbero essere dei campanelli d'allarme per non fiaccare tanto entusiasmo in futuro, risiedono in un intreccio che quando prende il sopravvento rallenta inevitabilmente il ritmo e un saltuario ricorso alla gag forzata e a volte scontata (tipica delle commedie citate all'inizio), di cui il comico pugliese non sembra proprio avere bisogno.

Il plebiscito che il pubblico ha riservato a questo film non può che sorprendere, perchè in Italia non è mai mancata la voglia e la capacità di far ridere. Viene da pensare che quel sano cinismo (a tratti cattiveria) che ha avuto il volto dei Tognazzi e dei Sordi, sia stato messo per troppo tempo da parte, per lasciare il posto ad una risata facile e sguaiata. Fenomeni più recenti come i fratelli Farrelly o il primo Kevin Smith forse hanno ricordato al bravo Luca Medici che il “politicamente scorretto” in commedia può anche essere un valore aggiunto, perchè permette di parlare alla gente in maniera diretta anche di argomenti scomodi e fornisce spesso ottime ragioni per dire parolacce e passare per scemi. [emiliano duroni]