Changeling
id.
Regia
Clint Eastwood
Sceneggiatura
Michael Srtaczynski
Fotografia
Tom Stern
Montaggio
Joel Cox, Gary D. Roach
Scenografia
James J. Murakani
Costumi
Deborah Hopper
Musica
Clint Eastwood
Interpreti
Angelina Jolie, John Malkovich, Jeffrey Donovan, Colm Feore, Jason Butler Harner
Produzione
Universal Pictures, Immagine Entertainment, Relatività Media, Malpaso
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
140'
Distribuzione
Universal Picture
Uscita
14-11-2008
Giudizio
Media

Notevole, notevole davvero. Clint Eastwood ci sta abituando ad un cinema davvero di alto livello: si permette il lusso di un film che dura quasi due ore e mezzo e passa veloce come un cortometraggio: senza un attimo di tregua, senza cali di tensione
Ma veniamo alla storia: Los Angeles, marzo 1928 un piacevole sabato mattina in un quartiere popolare alla periferia della città; una madre nubile, Christine Collins (Angelina Jolie), saluta il figlioletto Walter di nove anni e si incammina verso il lavoro. Rientrata a casa si trova davanti a un incubo: la scomparsa del figlio.
Le lunghe ed estenuanti ricerche di Walter, che sembra sparito senza aver lasciato traccia, non portano a nulla … finché, cinque mesi dopo, un bambino che afferma di essere Walter, viene riconsegnato dalla polizia che non vede l’ora di sfruttare l’ondata di popolarità che seguirà il ricongiungimento della madre col figlio. Stordita dalla confusione di poliziotti, reporter e fotografi, e sopraffatta da un insieme di emozioni contrastanti, Christine accetta di riprendersi il ragazzo pur sapendo, nel profondo del cuore, che quel bambino non ha nulla a che fare con il suo Walter.
Nei vari tentativi per convincere la polizia a riprendere le ricerche del figlio si troverà immischiata in un vortice di cose molto più grandi di lei, avendo al suo fianco il reverendo Gustav Briegleb ( John Malkovich).
Una sceneggiatura di ferro, dove ogni personaggio è tratteggiato nei particolari e reso cinematograficamente davvero bene. Un montaggio misurato che consente allo spettatore di entrare nel film e rimanerci per tutta la sua durata senza avvertire mai la lunga durata.
La fotografia è sobria, e l’uso della macchina da presa perfetto, tutto volto a far sentire lo spettatore testimone presente agli eventi senza essere invadente con lo sguardo.
La vecchiaia ha regalato a Clint Eastwood quella leggerezza che gli consente di prendere una storia profonda e raccontarla bene, per immagini, per sensazioni, senza moralismi e con molta chiarezza espressiva, riuscendo a rendere l’angoscia di è piccolo davanti al potere senza per questo essere costretto a ricorrere a troppa enfasi.
Non c’è da parlare molto, c’è da andare a vederlo e godersi una grande storia raccontata bene! [jacopo angiolini]