Cargo 200
Gruz 200
Regia
Aleksey Balabanov
Sceneggiatura
Aleksey Balabanov
Fotografia
Alexander Simonov
Montaggio
Tatyana Kuzmicheva
Scenografia
Pavel Parkhomenko
Costumi
Nadezhda Vasilyeva
Musica
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Interpreti
Alexey Serebryakov, Leonid Gromov,Yuri Stepanov, Agniya Kuznetsova, Alexey Poluyan, Mikhail Skryabin, Leonid Bichevin, Natalya Akimova, Valentina Andryukova, Andrey Mokeev, Lika Nevolina
Produzione
CTB Film Company, Intercinema
Anno
2007
Nazione
Russia
Genere
thriller
Durata
89'
Distribuzione
Archibald Enterprise Film Srl
Uscita
09-05-2008
Giudizio
Media

1984. L’ URSS è ormai agli sgoccioli. La fine dell'era sovietica è imminente. All’orizzonte si avvistano le prime luci della tanto attesa Perestroika. Eppure una sperduta cittadina di provincia viene sconvolta da un brutale assassinio. E poco lontano la giovane figlia del segretario distrettuale del partito comunista scompare. Entrambe le indagini vengono affidate al capitano di polizia Zhurov che nasconde più di un terribile segreto...
Cargo-200 è la storia di una catastrofe personale: del regista, portavoce di un passato sconosciuto ma tragicamente reale, e di tutto un popolo, quello russo, ancora troppo immerso nella tragedia e nella violenza per potersi permettere il lusso di passare a nuova vita. Ritratto delirante e crudo di un universo atrocemente vero (il film è tratto da una vicenda realmente accaduta) che fa sì riferimento ad un passato lontano ma che non può esimersi dalla inesorabile condanna della memoria. Amara e personalissima riflessione sul proprio Paese di un autore senza remore che da sempre ha fatto del cinema (Cargo-200 è il suo undicesimo lungometraggio) l’arma più tagliente per descrivere il mondo che lo circonda. Qui più che mai Balabanov riesce ad essere incisivo. Ancora più che in “Brother”, uno dei suoi film più famosi. Ancora più che in “Mosca cieca”. E forse perché parla di sé. Lo spietato Zurov è lo stesso Balabanov. Fa parte dello stesso tempo, dello stesso mondo, dello stesso orrore. Quasi una sorta di tributo ad un’epoca in cui era giovane e in cui ha vissuto pur essendo a conoscenza del putrido letame che si celava sotto una gelida parvenza di serenità. In questo senso una sorta di film storico. Secondo alcuni manuale d’archivio da far studiare a scuola se non fosse per il limite d’età. Il paradosso vuole che si possa morire a 18 anni per la patria (come succede al giovane paracadutista Gobrunov e ai suoi coetanei che al ritorno della salma prendono in massa il suo posto nell’aereo appena atterrato) ma che un film come questo che mostra appieno la realtà della guerra e degli atroci strascichi che ne derivano venga vietato ai minori di 18 anni. E abbiamo forti dubbi che riesca a trovare una distribuzione al di fuori della Russia. Cargo-200 è un termine militare utilizzato per descrivere il carico con i cadaveri spediti a casa dal fronte. Ma il carico del titolo è anche il peso che attanaglia la gente di Balabanov e Balabanov stesso. Ciascuno si deve fare carico del proprio passato. Non esiste ideologia. Non esiste retorica. Non esiste religione. In grado di sopperire alla vacuità dei sensi. Mostri si è tutti. Chi ha ucciso in guerra. Chi ha versato sangue di innocenti. Ma anche chi è stato a guardare. Chi ha taciuto. Chi si è lasciato vivere. L’URSS è come un cadavere in putrefazione (esemplificativa a tale proposito la scena al limite del grandguignol con i due cadaveri nel letto della ragazza rapita)…Destinato a diventare polvere. E con essa tutta la sua gente. Solo il seme delle generazioni future può gettare le basi per una nuova realtà. Non è buio completo dunque. Per Balabanov c’è speranza in un futuro migliore. Ma non senza la presa di coscienza dell’orrore insito dentro di noi.
Stupefacente quanto agghiacciante (auto)ritratto di una società votata al nero. Macabro come un thriller venato di inquietante nostalgia, atto unico da teatro degli orrori. [marco catola]