Il canto delle spose
Le chant des mariées
Regia
Karin Albou
Sceneggiatura
Karin Albou
Fotografia
Laurent Brunet
Montaggio
Camille Cotte, Béatrice Wick
Scenografia
Khaled Joulak
Costumi
Tania Shebabo-Cohen
Musica
Francois-Eudes Chanfrault
Interpreti
Lizzie Brocheré, Olympe Borval, Najib Oudghiri, Simon Abkarian, Karin Albou
Produzione
France 3 Cinéma, Cinétéléfi lms, Canal+, Cinecinema
Anno
2008
Nazione
Francia, Tunisia
Genere
drammatico
Durata
100'
Distribuzione
Archibald
Uscita
18-12-2009
Giudizio
Media

Nour e Myriam, 16 anni, sono amiche d’infanzia. Entrambe sognano il principe azzurro. Mentre la prima, mussulmana tunisina, è promessa sposa al cugino Khaled, la seconda, ebrea francese, sogna ancora il grande amore. Sogno che viene spezzato nel novembre del 1942, quando l’esercito tedesco del Terzo Reich invade Tunisi, sottomettendo la comunità ebrea a una pesante ammenda. Myriam viene costretta dalla madre Tita a sposare un ricco medico ed a rinunciare ai suoi sogni. Ma anche l’amicizia tra le due ragazze viene messa a dura prova.
Per chi a Natale è in cerca di personaggi verosimili e non di principesse trasformate in ranocchiette, per chi invece del solito canovaccio in cui cambiano solo le location è in cerca di un film sulla femminilità, sulla scoperta dell’erotismo, sul rapporto con l’altro dove per altro è il diverso per casta, religione, etnia, segnaliamo questo piccolo film: Il canto delle spose.
La regista Karin Albou, mette in scena una storia raccontata tutta dal punto di vista femminile, dove l’attenzione è posta più sulle ripercussioni che i grandi eventi storici producono sulle vite dei singoli che non sugli eventi medesimi che entrano nel racconto attraverso frammenti di parole, immagini, annunci radio, volantini caduti dal cielo, voci di soldati per le strade ed esplosioni di bombe.
Attraverso una fotografia desautorata dei suoi colori più caldi a favore di tonalità fredde quali il blu ed il grigio, uno stile di regia capace di alternare immagini a mano con movimenti di camera eleganti e funzionali, Il canto delle spose è una sorta di Amico ritrovato al femminile dove ai ruoli maschili sono affidati ruoli piuttosto marginali ma fondamentali per creare il clima di costrizione in cui si muovono le due protagoniste.
Un film capace di alternare ai momenti più drammatici, parentesi lievi; dove gli spazi non sono semplici quinte ma assurgono a dimensione psicologica e narrativa; dove i corpi vengono mostrati, indagati, ammirati con sensuale pudicizia.
Un film sulla tolleranza e l'amicizia, sulla ricerca di sé, sui sogni da coltivare e lasciare mai, sull’orrore di un passato da non dimenticare e da cui imparare… ieri come oggi e soprattutto per domani. [fabio melandri]