Un
pizzico di Eric Rohmer stile Un ragazzo,
tre ragazze…; una spruzzatina di François
Truffaut nel modo di descrivere i rapporti di coppia e il
film è fatto. Forse il giovane Emmanuel Mouret, alla
sua terza fatica registica, ha fatto riferimento proprio a
quei due capostipiti del cinema francese quando ha deciso
di realizzare Cambio di indirizzo.
David, di professione suonatore di corno (strumento che si
presta a numerosi giochi di parole e fraintendimenti), si
trasferisce a Parigi in cerca di lavoro. Divide una stanza
nell’appartamento di Anne (Frédérique
Bel). Tra i due si crea da subito una sintonia e un’intimità
impreviste. David comincia a suonare nelle orchestre e a dare
lezioni private e s’innamora perdutamente di una sua
allieva, Julia (Fanny Valette). Pur non sapendo da dove iniziare,
il musicista prova in ogni modo a sedurla. La timidezza, mischiata
alla goffaggine, lo portano a vivere situazioni buffe, come
quando durante un fine settimana nella casa al mare, si trova
a trascorrere la notte all’addiaccio perché la
silente Julia si invaghisce di uno sconosciuto che ha impedito
che le rubassero la borsetta. Tra maestro e allievo non filerà
tutto liscio e David tornerà a consolarsi dalla fedele
Anne.
Mouret è consapevole delle similitudini del suo approccio
cinematografico con Truffaut e dichiara: “Non so
mai come rispondere a riguardo, eccetto dire che sono ovviamente
commosso e lusingato che mi si paragoni a qualcuno che ammiro.
Forse si tratta del modo leggero in cui si affrontano dei
sentimenti profondi… ”. Il cammino è
lungo, cher. [valentina venturi]