Cosa fareste
se vi offrissero una scatola con un pulsante che, una volta
premuto, vi dà un milione di dollari... ma contemporaneamente
toglie la vita a qualcuno che non conoscete?E' questa l'offerta
che il misterioso Mr Steward bussando alla porta pone ai coniugi
Lewis.
Lo spunto originale è un brevissimo racconto (appena
una decina di pagine nell'edizione attualmente in libreria
edito da Fanucci Editore “The
Box ed altri racconti”) di Richard Matheson,
lo stesso autore di Io sono leggenda, romanzo trasposto sullo
schermo un paio di anni fa da Will Smith.
La curiosità di come tale spunto narrativo, per altro
già protagonista di un episodio della serie Ai confini
della realtà, potesse trasformarsi in un lungometraggio
di quasi due ore, era molta. Tanto più che a portare
sullo schermo tale trasposizione è stato chiamato Richard
Kelly, il talentuoso autore di Donnie
Darko, che dopo questo suo primo film viaggia pericolosamente
sul sottile filo che divide la genialità di un autore
non ancora pienamente compreso e la sua sopravvalutazione
(vedi l'incomprensibile Southland Tales).
Una sorta di Lars Von Trier americano, tanto per intenderci.
La sceneggiatura di Kelly annulla in tanta abbondanza i caratteri
peculiari della scrittura di Matheson, asciutta, avvolgente,
maestro nel creare la suspence senza rinunciare ad un pizzico
di beffarda ironia.
Il dilemma morale che la scelta pone ai due protagonisti viene
allegramente superato da Kelly attraverso un accumulo di eventi,
ribaltamenti di situazioni che miscelano spunti narrativi
fantasy con citazioni cinematografiche sin troppo facile,
scontate, abusate (da L'invasione degli
ultracorpi a un episodio qualsiasi di X-Files).
Il risultato è un film pasticciato, confuso, noioso.
Un'altra occasione persa dal regista per dimostrare da quale
parte del filo di cui sopra collocarlo.
[fabio melandri]