Sinossi
Una giovane
donna tenta di confrontarsi con le sue paure… ma il
risultato sarà sconcertante.
Laura Porter si ricovera in un istituto per pazienti affetti
da patologie mentali, per riuscire a superare il terrore del
ricordo del brutale omicidio dei suoi genitori, a cui ha assistito
quando era bambina. Al suo arrivo nella clinica, altri pazienti
iniziano a morire nei modi più spaventosi, secondo
le loro peggiori paure e fobie. Ben presto Laura si rende
conto che Boogeyman è tornato!
Note di produzione
Boogeyman,
l’uomo nero, è tornato per terrorizzare tutti,
ma la sua presenza non si limita a quella di una sagoma nascosta
nel buio o sotto un letto, frutto della fantasia popolare.
Il sequel si spinge oltre: boogeyman prende di mira persone
che soffrono di fobie molto diffuse. Nella trasposizione di
Jeff Betancourt del mito del boogeyman, questo brillante regista
esordiente attinge a una leggenda secolare, rendendola terribilmente
vera, e avvalendosi anche del talento dello sceneggiatore
Brian Sieve, la cui storia spaventosa penetrerà negli
animi degli spettatori.
“Tutti
celano paure e fobie che non desiderano rivelare a nessuno”,
spiega Jeff Betancourt, “Il copione di Brian parte da
questa premessa, mostrandoci cosa accadrebbe se qualcuno conoscesse
bene le paure di un altro essere umano e le usasse contro
di lui: questo film riprende le idee trattate nel primo film,
amplificandole e rendendole più intense”.
Girato
a Los Angeles, il film segue la terrificante storia di Laura
Porter (Danielle Savre), di 8 anni, e del suo fratellino maggiore,
Henry Porter (Matthew Cohen), di 11 anni. Come tutti i bambini
Laura e Henry sono terrorizzati dalla leggenda del boogeyman,
l’uomo nero, che vive appostato nell’ombra, fino
al giorno in cui non accade l’impensabile: i due bambini
assistono, con i propri occhi, all’omicidio dei loro
genitori. Il caso rimase irrisolto, ma Laura e Henry non hanno
dubbi rispetto all’assassino: è stato l’uomo
nero, ma ovviamente nessuno può credergli.
Ormai
orfani, i due bambini possono contare solo su se stessi. Passano
dieci anni e Laura e Henry continuano a essere perseguitati
dalle loro paure: il buio e il boogeyman. Mentre Laura sceglie
di negare la sua paura, Henry inizia a frequentare un programma
di cura presso la Hillridge Clinic, un istituto specializzato
per individui affetti da fobie estreme. Quando esce dalla
clinica, Henry rivela che intende lasciare la sua città
per voltare pagina e dimenticare il suo doloroso passato:
si trasferisce a San Francisco, dove gli viene offerto un
lavoro in una tipografia.
Paralizzata
dalla paura di restare sola, Laura implora suo fratello di
ripensarci, ma Henry è ormai deciso a cambiare vita
e non vuole tornare indietro sui suoi passi. Laura, che ha
sempre avuto un ruolo protettivo nonostante sia più
giovane di Henry, improvvisamente si sente sola e vulnerabile.
Henry la incoraggia a seguire il suo esempio e a confrontarsi
con il terribile ricordo dell’omicidio dei genitori,
suggerendole di seguire anche lei una terapia. Il ragazzo
è convinto che questa cura sia l’unico modo con
cui Laura potrà superare i fantasmi del passato e cambiare
vita.
Con grande
reticenza, Laura accetta di entrare in clinica. Ma cosa si
cela dietro quelle porte chiuse? Riuscirà Laura a guarire
o la attende un’altra esperienza traumatica?
Jeff Betancourt
dichiara che il seguito della storia del boogeyman gli ha
permesso di raccontare la vicenda dal punto di vista della
protagonista Laura Porter (Danielle Savre): “Ognuno
ha la sua idea personale rispetto al boogeyman e questi film
ci consentono di esplorare paure universali diffuse in tutto
il mondo. BOOGEYMAN 2 esplora la visione di Laura Porter,
la cui paura deriva da un evento specifico, realmente accaduto
nella sua vita, che rende il tutto ancora più terrorizzante”.
Il regista
dichiara inoltre che Danielle è stata talmente brava
nel film da indurre gli spettatori “a credere realmente
che il boogeyman possa esistere. Il personaggio di Danielle
è in ogni scena e affronta tante traversie …la
sua energia era necessaria per la parte, e la sua presenza
si è rivelata fantastica nel film”.
Savre
aggiunge: “Jeff ci ha consentito di esprimerci liberamente
nei nostri personaggi, il ché è sempre meraviglioso
per un attore…ovviamente avevamo delle indicazioni,
sapevamo cosa i nostri personaggi potevano fare o meno, ma
Jeff ha tirato tanto fuori anche da noi… evocando le
nostre paure più grandi”.
“Mi
piace l’idea che nel nostro film il boogeyman non si
nasconda sotto il letto o in un armadio. Stavolta si fa strada
nella mente dei personaggi del film”, spiega Betancourt,
“fornendo al cast e alla troupe una base molto forte
su cui lavorare”.