Bombòn - El perro
id.
Regia
Carlos Sorin
Sceneggiatura
Santiago Calori, Salvador
Roselli, Carlos Sorin
Fotografia
Hugo Colace
Montaggio
Mohamed Rajid
Musica
Nicolás Sorin
Interpreti
Juan Villegas, Walter Donado, Gregorio, Micol Estevez, Kita Ca,
Pascual Condito, Claudina Fazzini, Carlos Rossi, Mariella Diaz
Anno
2004
Durata
96'
Nazione
Argentina
Genere
drammatico
Distribuzione
Mikado

Patagonia, una terra desolata e inospitale. Juan è un cinquantenne che ha lavorato tutta la vita in una stazione petrolifera e si ritrova disoccupato quando questa chiude. Non è facile per lui reinserirsi nel mondo del lavoro. La sua passione, intagliare coltelli di legno, non è certo una fonte redditizia. Ma Juan è paziente, sempre gentile e disponibile verso tutti. “Il tempo è la sola cosa che non mi manca”, dice a una giovane donna rimasta in panne con la macchina. Così le viene in aiuto, trainando la vettura fino a casa, anche se a tanti chilometri di distanza. Il generoso gesto è ripagato con un regalo insolito, un bellissimo Dogo Argentino, un cane con tanto di pedegree. Da quando il cane entra in scena, tutto nella vita di Juan prende una piega differente. Grazie a lui, incontra Walter, un esperto di quella razza. Lo convince a mettere su una piccola società di allevatori. Così, i due iniziano a portare il cane in giro per concorsi, a reinvestire i premi guadagnati per proseguire il tour di esposizioni. Nel loro girovagare incontrano anche una cantante con cui Juan, che sappiamo non vede sua moglie da circa venti anni, riesce a immaginare un futuro. Quando i piani di sfruttamento del talento del dogo trovano un impedimento, al contrario di Walter, che abbandona le speranze, Juan, con la perseveranza e la pazienza che lo contraddistinguono, riesce a superare anche questo incidente di percorso e a proseguire nella bella storia di amicizia e fiducia con Bombon, il vero nome del dogo.
"Bombòn – El Perro segue la scia del mio precedente film, Piccole storie, perché anche in questo caso lavoro con personaggi semplici, raccontando una storia minimalista e interpretata da non-attori. Forse è semplicistico parlare di personaggi semplici. In realtà non lo sono: il mondo interiore del più umile contadino ecuadoregno è impenetrabile quanto quello di un professore di filosofia. La differenza è che quest’ultimo riflette e comunica principalmente con le parole, mentre il contadino, più essenziale, con gesti e silenzi. Uno sguardo, un silenzio, il lampo di un sorriso accennato in primo piano comunicano molto più di discorsi retorici."
Queste le parole del regista Carlos Sorin che dalla vita di personaggi semplici riesce a costruire una storia intensa, fatta di sguardi e di non detti, di silenzi che si perdono in paesaggi desolati. Una storia anche divertente, perché nessuna vita è prevedibile fino in fondo.
[luisa giannitrapani]