Blood Story
Let Me In

Anno 2010

Nazione USA, UK

Genere horror

Durata 116'

Uscita 30/09/11

distribuzione
FILMAURO

Regia
Matt Reeves
Sceneggiatura
Matt Reeves
John Ajvide Lindqvist
Fotografia
Greig Fraser
Montaggio
Stan Salfas
Scenografia
Ford Wheeler
Costumi
Melissa Bruning
Musica
Michael Giacchino
Produzione
Overture Films
Exclusive Media Group
Hammer Film Prod.
EFTI
Interpreti
Kodi Smit-McPhee
Chloe Moretz
Richard Jenkins
Cara Buono
Elias Koteas
Sasha Barrese
Dylan Kenin
Chris Browning

 

Lo avevamo incontrato un anno fa al Festival Internazionale del Fil di Roma con il titolo Let me In che richiamava fortemente l'origine letteraria della pellicola, ovvero il romanzo di John Ajvide Lindqvist, Lasciami entrare. Lo ritroviamo ad un anno di distanza con il titolo Blood Story, una storia di sangue.

Ed il sangue è il grande protagonista di questo horror glaciale, che vede come protagonista Abby, una ragazzina vampira insieme al suo unico compagno di giochi e segreti Owen, fragile ed insicuro vittima del bullismo a scuola.

La particolarità di Blood Story, è quella di mostrare l'umanità del “diverso” che sia un vampiro o un adolescente complessato, inserita in un contesto di forte verosimiglianza per porsi domande, magari banali e già poste ma a cui non si è data ancora una risposta adeguata, sul vero concetto di diversità e umanità (concetto questo sviscerato nel genere fantascienza ed anche qui mai completamente e definitivamente risolto).

Il film è anche un remake di una pellicola svedese uscita nel 2008. Non un remake pedissequo come fu lo Psycho di Gus Van Sant, anche se alcune inquadrature lo richiamano fortemente. Qui la “messa in scena volutamente asettica, geometrica, distaccata, semplice e banale come la richiesta di invito che la bambina vampiro fa al suo amico umano: “Posso entrare? - Lasciami entrare, per favore. – Entra.” dell'archetipo viene colorata dall'industria cinematografica americana con profusione di effetti speciali, sangue ed effetto gore, tanto per avvicinare il prodotto al gusto americano Coca-Cola e Pop-Corn.

Ne risulta un horror americano atipico, in cui si percepisce l'origine europea - sia letteraria che cinematografica - senza però approfondirla troppo. Ne risulta un prodotto ibrido, incapace per la sua natura di trovare la giusta collocazione nel mondo proprio come i personaggi che lo abitano, non riuscendo a miscelare pienamente lo spirito europeo con il corpus americano.
[maria mineo]