Black Sheep
id.
Regia
Jonathan King
Sceneggiatura
Jonathan King
Fotografia
Richard Bluck
Montaggio
Chris Plummer
Scenografia
Kim Sinclair
Effetti speciali
Richard Taylor
Musica
Victoria Kelly
Interpreti
Nathan Meister, Danielle Mason, Tammy Davis, Peter Feeney, Oliver Driver, Glenis Levestam
Produzione
21 Laps Entertainment
Anno
2006
Nazione
Nuova Zelanda
Genere
horror
Durata
87'
Distribuzione
Mediafilm
Uscita
19-09-2008
Giudizio
Media

Terrorizzato dagli ovini e reduce da una terapia, Henry Oldfield (Nathan Meister) torna alla fattoria di famiglia per venderla al fratello maggiore Angus (Peter Feeney), completamente all’oscuro del fatto che qualcosa di davvero terribile sta accadendo: Angus sta portando avanti un esperimento di ingegneria genetica sulle pecore.
Quando degli inetti ambientalisti liberano un agnello dal laboratorio di Angus, centinaia di pecore si trasformano in predatori assetati di sangue. Insieme al fattore Tucker (Tammy Davis) e ad una ragazza, Experience (Danielle Mason), Henry si trova intrappolato nella fattoria ed il suo peggior incubo si trasforma in realtà.
Combattendo con ogni mezzo per trovare una via di uscita, l’intrepido trio scopre che il peggio deve ancora arrivare: il morso delle pecore infette sembra avere effetti allarmanti.
Henry deve trovare il modo di togliere il controllo della fattoria al fratello maggiore, sconfiggere il gregge assassino e salvare i pascoli della Nuova Zelanda.

LA PRODUZIONE
BLACK SHEEP è stato girato nei pressi di Wellington, in Nuova Zelanda, tra marzo ed aprile 2006. Alcune location sono state allestite in sei fattorie sulla costa sud di Wellington.
Un’irriverente storia nel cuore della rurale Nuova Zelanda, una battaglia tra scienza e natura, questo e molto altro è il debutto alla regia di Jonathan King. Un film che risponde in un modo tutto suo alla domanda presente da sempre in Nuova Zelanda: saremo conosciuti sempre come una piccola nazione isolata e dominata dalle pecore?
BLACK SHEEP ci fa vedere come le pecore sono vere e proprie icone venerate. Ci mostra tanti luoghi comuni della Nuova Zelanda, le emissioni di metano, i coprisedili della auto, la cucina e ovviamente le pecore...
Più di un centinaio di animali, varie pecore addestrate e moltissime ricostruzioni di greggi, create dal famoso Weta Workshop, hanno fatti sì che il vasto mondo ovino rivivesse sullo schermo.
BLACK SHEEP è stato realizzato grazie alle enormi capacità ed alle infrastrutture che la Nuova Zelanda ha sviluppato negli ultimi anni grazie anche alle riprese della trilogia de Il Signore degli Anelli e King Kong.

NOTE DEL REGISTA
BLACK SHEEP è lontano da The Evil Dead e Bad Taste di Peter Jackson, ma sicuramente sono stati i film più formativi per me e per la realizzazione di questo film
Ed è stato scritto con la fusione di due cose nella mia testa: i film horror e le pecore.

LE IDEE
BLACK SHEEP gioca con l’immagine che il mondo ha della Nuova Zelanda: le pecore e i paesaggi.
Prendere queste immagini e trovare il modo di mischiarle con scene violente, eccessive, grottesche e divertenti è stato terribilmente spassoso.
È stato anche eccitante trovare un modo per trasformare le pecore, simbolo di mansuetudine, in orribili mostri sfruttando le loro sembianze. Sono animali con zoccoli appuntiti, denti acuminati e neri ed occhi da lucertola. Ci vuole solo un po’ di immaginazione e vedrete anche voi una pecora come un animale inquietante, e quando ne vedrete centinaia e migliaia tutte insieme l’effetto sarà terrificante
La parte successiva del lavoro era immaginare quello che sarebbe successo se questo tipo di pecore ed alcune persone si fossero incontrati...
Gran parte dell’aspetto umoristico del film è dato dalla natura stessa delle pecore e da come sono considerate in Nuova Zelanda, cioè docili animali che cooperano con l’uomo e teneri oggetti da souvenir.

LAVORARE CON WETA WORKSHOP
Ci riteniamo privilegiati ad avere avuto il supporto di Richard Taylor e della Weta Workshop fin dal primo sviluppo del progetto. Sono stati la chiave per trasformare le pecore in mostri e per far fare alle pecore ciò che non avrebbero mai fatto in natura.

NON LAVORARE MAI CON…
Come è stato possibile lavorare con le pecore? Molto lentamente! I nostri addestratori avevano lavorato anche in Babe per cui erano più che qualificati per questo difficile compito. Appena li abbiamo contattati spiegando loro il progetto hanno detto che avevano gli animali giusti. Infatti le pecore erano straordinariamente addestrate, rispondevano al comando di stop, di chiamata e seguivano le direzioni indicate in cambio di piccoli bocconi di cibo (non così diverse dagli umani a voler ben vedere). Ma ci sono dei limiti oggettivi, per cui subentravano gli effetti speciali.
Ovviamente non abbiamo mai fatto del male alle pecore durante le riprese (anche se devo confessare cha a volte avrei voluto). D’altro canto invece lavorare con gli attori in carne ed ossa è stato un vero e proprio piacere, hanno interagito con le pecore in modo davvero professionale e con estrema pazienza. A volte abbiamo dovuto girare la stessa scena per decine di volte perchè le pecore non andavano nella direzione giusta. Altre volte, in base a quello che facevano le pecore loro dovevano essere pronti per la scena…e lo erano sempre!
È davvero eccitante vedere che i personaggi su cui hai lavorato per anni, stanno prendendo forma ed il cast tutto si è impegnato per dare vita e tridimensionalità ai personaggi stessi. È stata una sfida per tutti, a causa del tempo, delle condizioni meteorologiche, delle lunghe giornate di lavoro, ma abbiamo creato un clima di divertimento e con un ottimo spirito siamo riusciti a portare a termine un lavoro in cui traspare questo affiatamento.

LE RIPRESE A WELLINGTON
Sono orgoglioso di aver fatto le riprese e di aver ambientato l’intera storia di BLACK SHEEP nei pressi di Wellington, dove vivo. Coste frastagliate, ripide scogliere a picco sul mare e paesaggi che mi hanno influenzato fin dall’infanzia.
La nostra fattoria si trova a poco meno di un’ora e mezza dalla città, ma sembra distante centinaia di chilometri da qualunque posto.
Nel momento in cui ho visto la fattoria mi sono reso conto che era la location perfetta, una costruzione del 19esimo secolo a circa 90 minuti dal distretto di Wairarapa. Il sinistro laboratorio era una stazione di trasmissione radio che serviva tutta la Nuova Zelanda.

Girare BLACK SHEEP è stata l’esperienza più incredibile di tutta la mia vita. È stata una sfida estenuante, divertente e toccante….il tutto durante il marzo più freddo e piovoso degli ultimi 50 anni. È stato un sogno diventato realtà…