Paul
Verhoeven e Hollywood. Una coppia in procinto di scoppiare.
Così verrebbe da pensare dopo la visione del suo ultimo
film Zwartboek. Olandese di origini
ma americanoide di adozione, Verhoeven ha conosciuto il successo
internazionale solo varcando i confini al di là dell’Oceano.
In patria film interessanti come Soldato
Orange e Il quarto uomo,
fuori dall’Olanda blockbuster di fama mondiale come
Basic Instinct, Total
Recall e Showgirls. Eppure
forse nessuno come lui è riuscito a fare sua una delle
leggi basilari di Hollywood: arte e commercio. E questo Zwartboek
ne è la riprova. Camuffato da sontuoso film d’autore
è in realtà un fumettone spionistico d’altri
tempi. E con questo non intendo di antica fattura. Ma semplicemente
di ricostruzione storica. Modernissimo in realtà. Un
film d’autore dunque ma che sia in grado di attirare
anche un vasto pubblico.
Siamo nel 1944. La guerra è agli sgoccioli ma nessuno
ancora lo sa. Figuriamoci i Nazisti che hanno invaso l’Olanda
e si credono i padroni del mondo. La giovane ebrea Rachel,
scampata al massacro della sua famiglia, si allea con la Resistenza
e si infiltra come spia nel letto del nemico. Ha dalla sua
solo la bellezza e l’istinto di sopravvivenza. Sarà
risucchiata dal vortice dell’inganno ma riuscirà
a nuotare in acque tranquille alla fine…
Tratto da una storia vera, segna il ritorno in patria dopo
oltre vent’anni di Verhoeven, che aveva in mente questo
progetto da molto tempo. Un thriller ispirato a fatti reali
lo definisce lui. Ogni evento, ogni personaggio ha un fondo
di verità e riporta a fatti realmente accaduti. L’orrore
nazista era reale in Olanda, così come in altre parti
d’Europa. Eroi e traditori si mescolano sempre nella
storia. A volte si confondono ed è difficile riconoscerli.
Tutto parte da un tradimento. Qualcuno ha avvertito i tedeschi
che un gruppo di ebrei vuole oltrepassare il confine. Ma dove
si annida la vipera? In tempo di guerra non bisogna fidarsi
di nessuno. E la bella Rachel questo lo sa. E’ in cerca
di giustizia ancora prima della salvezza. Un bel personaggio
femminile il suo. Ferma e determinata ma anche istintiva e
sensuale. Non piange mai. E’ quasi un robot. Quello
che le viene ordinato di fare lo fa. Sia questo mettere una
bomba o vendersi ai nazisti. Resta impassibile di fronte al
massacro della famiglia. Non batte ciglio quando le versano
addosso un bidone di escrementi. E poi è capace di
piangere quando apprende della morte del generale nazista
che aveva sedotto. Uno strano animale. Beffardo e misterioso.
Come il destino cui va incontro. [marco catola]
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