Doveva
succedere prima o poi. Era solo questione di tempo. Ed il
tempo è ora arrivato. Benvenuto
Presidente, la nuova commedia di Riccardo
Milani (Auguri Professore, Piano
Solo) è la prima pellicola grillina
della storia del cinema, o meglio l'esatta messa in scena
grillina del teatro della politica italiana.
La Presidenza
della Repubblica è vacante. Il Parlamento riunito è
in stallo sul nome del nuovo Presidente. Tre forze omogenee
e contrapposte non riescono a raggiungere un'intesa. Decidono
così alla prima votazione di votare candidati di bandiera
come Francesco Totti e il Gabibbo.
Le trattative proseguono incessanti, ma l'accordo è
lontano, così che l'uno all'insaputa dell'altro, decidono
di votare un candidato di fantasia, ineleggibile perchè
deceduto: Giuseppe Garibaldi.
Peccato però
che un Giuseppe Garibaldi esista davvero, fa il bibliotecaio
precario in un paesino di montagna ed ha una sola grande passione:
la pesca delle trote. A tutti gli effetti ed a sua insaputa
è lui il Nuovo Presidente della Repubblica Italiana.
Strappato alla sua vita tranquilla, si trova a ricoprire un
ruolo per il quale sa di essere evidentemente inadeguato,
ma il suo buonsenso e i suoi gesti istintivi risultano incredibilmente
efficaci. Certo il protocollo non è il suo forte.
Janis Clementi, inflessibile quanto affascinante vice segretario
generale della Presidenza della Repubblica, si affanna inutilmente
nel tentativo di disciplinare le imprevedibili iniziative
del Presidente. Accade così che la gioiosa follia,
l'umanità e la disarmante onestà di Peppino
sorprendano le istituzioni in crisi e conquistino il Paese
sfiduciato. Ma all'orizzonte già si intravedono complotti,
incidenti diplomatici, macchinazioni politiche perché
la vita nei palazzi del potere non può essere tranquilla
anche se sei solo un bibliotecario con l'hobby della pesca.
A metà strada tra
film preveggente o instant-movie, Benvenuto
Presidente sceglie la strada della comicità
demenziale, senza raggiungere picchi memorabili, con tocchi
di surrealismo favolistico chiaroscurali.Il teatrino della
politica, dipinto a macchie feroci e verosimili grazie a Beppe
Fiorello, Cesare Bocci e Massimo Popolizio strappa più
di una risata grazie alla simpatia dei protagonisti piuttosto
che a trovate di scrittura.
Claudio Bisio nel panni
della Prima Carica dello Stato è il Perfetto Presidente
Movimento 5 Stelle, quello che scova negli anfratti del Quirinale
alcune soluzioni ai problemi del paese proposte da semplici
cittadini (vi ricorda qualcosa?) e sepolti dalla cattiva politica
sotto cumuli di polvere e calcinacci: riduzione del 20% delle
spese militari senza toccare la capacità difensiva
del nostro Paese; ridistribuzione ai senza casa di immobili
dello Stato a prezzi di mercato (cogliete il parossismo della
proposta?); energia pulita, ecologica ed economica e via discorrendo.
Idee buttate li per fare avanzare un storia debolucci in se,
nonostate lo spunto iniziale e non approfondito. Ma questo
è cinema Signori, è intrattenimento Signore;
evidenzia non approfondisce; questo è compito della
Politica, Cittadini!
La pellicola banalotta
e divertente solo a tratti, ha il merito però di rappresentare
attraverso le lenti colorati della satira e della comicità,
lo stato di questo nostro paese; un quadro verosimile dalla
politica, dei suoi rappresentanti e dei suoi cittadini. Si
perchè nel monologo più condivisibile del film
il Presidente Bisio si rivolge agli italiani accusandoli di
rivoltarsi contro i loro rappresentanti ladri in Parlamento,
quando nella vita quegli stessi cittadini parcheggiano in
seconda fila, timbrano il cartellino e vanno a fare la spesa,
evadono le tasse e via discorrendo. Una sorta di discorso
kennediano (non chiedete cosa può fare l'America per
voi, ma cosa potete fare voi per l'America) in salsa pummarola.
Un film che invita ad
una presa di coscienza da aprte dei cittadini sopratutto,
ed una via al cambiamento che passa da una presa di responsabilità
del popolo al di là dei suoi rappresentanti. Se onestà,
rispetto delle regole, senso dello Stato partono dalla base,
dai cittadini, questi valori più facilmente potrebbero,
col tempo, contaminare i Palazzi della politica e produrre
quel cambiamento di cui troppa gente oggi si riempie la bocca.
Troppo per una semplice commedia? [fabio
melandri]