I baci mai dati
id.
Regia
Roberta Torre
Sceneggiatura
Roberta Torre, Laura Nuccilli, Alessandro Amapan
Fotografia
Fabio Zamarion
Montaggio
Osvaldo Bargero
Scenografia
Biagio Fersini
Costumi
Loredana Buscemi
Musica
Federico Di Giambattista,
Andrea Fabiani
Interpreti

Donatella Finocchiaro, Pino Micol, Giuseppe Fiorello, Carla Marchese, Martina Galletta, Alessio Vassallo, Tony Palazzo, Valentina Giordanella, Piera Degli Esposti, Gabriella Saitta, Lucia Sardo

Produzione
Nuvola Film, Rosettafilm in collaborazione con Regione Siciliana
Anno
2011
Nazione
Italia
Genere
commedia
Durata

80'

Distribuzione
01 Distribution
Uscita
29-04-2011
Giudizio
Media

Estate. La periferia infuocata di una città del sud: Librino, Catania, una grande città nella città, di quelle costruite senza misura d’uomo da perfidi architetti giapponesi.
Manuela, tredici anni, e la sua famiglia: Rita la madre, un’esistenza strappata a morsi alle delusioni, Marianna la sorella bella e intoccabile, Paris Hilton di periferia e Giulio il padre, un fallito di talento. Più che una famiglia una bomba a orologeria.
Manuela corre sul suo vecchio motorino e per la testa ha solo due cose: Giuseppe, il ragazzo che le piace, e realizzare i suoi sogni.
Manuela corre ma si sa che non può andare molto lontano, le strade della periferia di Librino sono una strana commistione di passato e futuro almeno fino a quando un giorno la Madonna non la vede… Cioè in realtà è una statua della Madonna, ma in questo caso facciamo che sia lo stesso. È Dio che entra nella sua vita? Lei non lo sa e forse neppure noi riusciamo a capirlo fino alla fine.
Certamente si trova spiazzata, quando dopo aver fatto credere per gioco a una sua capacità miracolosa, se ne trova invischiata fino al collo e conosce un universo che mai aveva immaginato.
Entrano in casa sua tutte queste persone bisognose, donne e uomini disperati e speranzosi, tutti hanno un desiderio da esaudire, una mancanza da colmare e chiedono aiuto proprio a lei. Una ragazzina di tredici anni che vuole pensare solo a fare all’amore con Giuseppe, che invece non la ama per niente.
Manuela sperimenta un universo che neppure immaginava esistesse e se ne stava rannicchiato proprio di fronte a casa sua. Ed è un bel problema, pensa lei, come poterli rendere felici, come poter realizzare tutti quei desideri… neppure una bacchetta magica basterebbe, e così per Manuela passare dalla favola all’incubo è un attimo…
Ma poi avviene il Miracolo, avviene suo malgrado e avviene per davvero. È un miracolo che trasforma tutti i baci non dati in veri baci. Il miracolo sarà quello di una madre e una figlia che si trovano senza essersi mai davvero conosciute prima e sperimentano una nuova nascita.
Rita e Manuela si baciano per la prima volta in mezzo a uno stradone di periferia e da lì tutto cambia. Non c’è più bisogno della statua della Madonna, il miracolo è avvenuto di già…

NOTE DI REGIA Roberta Torre
Uno straordinario viaggio di formazione, quello della tredicenne Manuela che passa dall’adolescenza all’essere una piccola donna e non più una donna piccola.
Il suo percorso, fatto in motorino zigzagando tra i vialoni della popolosa periferia di Librino, la conduce verso l’incredibile: avrà per maestra niente di meno che la Madonna, che dopo averla guardata per caso in una festa di paese decide di prenderla sotto la sua protezione.
E lei che vorrebbe solo ritagliare donne di carta per i suoi collage e andare al mare con il fidanzato si ritrova così in men che non si dica quasi santa. Tutto in questa storia è frullato attraverso il suo sguardo, le donne megere che vivono nel rosso negozio di parrucchiera in fondo alla piazza, la madre maitresse che mette su in fretta una compravendita di miracoli, le orde di povera e ricca gente che si riversa nel suo studiolo da santa allestito nella palestra del padre per chiederle di tutto: un posto di lavoro, un sogno mai realizzato, un cambio di personalità e chissà di vita.
Manuela osserva, sgrana gli occhi, li sbatte incredula mentre tutti le sfilano davanti come marionette impazzite…
La cosa che lei vuole davvero è solo andare al mare. In quest’estate calda piena di domande lei non trova altra risposta. Mette il casco con le orecchie da orsetto e fila via. Ancora una volta i vialoni di Librino, palme e strade di cemento come in un videogame futurista.
E poi una spiaggia per sognare sogni dove vivono donne con capelli di zucchero filato che finalmente si lasciano pettinare, madri accoglienti e rotonde che sorridono sempre. Sua madre non è così e lei lo sa bene. La conosce fin troppo quella inquietante donna bionda finta da cui si può solo scappare.
Ancora una volta le strade di quella città fantasma, ora percorse a piedi, di corsa, in fuga, lo zainetto pieno di niente. Via da tutto questo, via da quella storia e da tutta quella follia.
Arriva l’autobus alla fermata e arriva anche sua madre Rita, ma ha uno sguardo buono forse questa volta ha paura. Paura di perderla. E così la bacia. Per la prima volta dopo tredici anni. Baci mai dati e Manuela capisce ora che sapore hanno. Un buon sapore si direbbe. Ne vuole ancora. Quel che avviene dopo è solo un miracolo, semplice come solo i miracoli possono essere.

NOTE DI PRODUZIONE
Diventa sempre più complicato immaginare di fare un film oggi in Italia. Io sono partita dalla mia esperienza di regista e negli anni ho compreso che quello tra regista e produttore è un matrimonio delicatissimo. E di matrimonio parlo proprio perché fare un film oggi più che mai è un atto d’amore e di passione, oltre che un’impresa commerciale a tutti gli effetti. Come ogni matrimonio se si sbaglia partner si è destinati al fallimento e credo che la storia di molti film non riusciti dipenda oggi esattamente da questa ragione.
Ecco perché ho deciso, dopo diverse esperienze e diversi film realizzati, di cominciare anche a produrre oltre che a dirigere i miei film. L’ho fatto con entusiasmo, attratta da una nuova possibilità e con l’intenzione di crescere professionalmente in una direzione che mi potrà dare nel tempo la possibilità di produrre anche altri autori che immagino abbiano il desiderio di trovare il giusto produttore sul loro cammino.
La storia produttiva de “I baci mai dati” deve anche la sua riuscita all’incontro determinante con il produttore Amedeo Bacigalupo, Nuvola Film, che ha creduto nel film e ha condiviso costantemente tutte le fasi del progetto con un’attenzione importante e preziosa.
Adriana Chiesa Enterprises per la prima volta ha deciso con la passione e la professionalità che da sempre la contraddistinguono di entrare a far parte della produzione di un film e la sua partecipazione è stata fondamentale.
La Regione Sicilia ha dato la possibilità di mettere in moto inizialmente tutta la macchina produttiva e il Ministero dei Beni Culturali ha supportato adeguatamente l’operazione.
Detto questo e felice di poter constatare oggi la qualità, la passione e la professionalità di chi ho avuto accanto, devo ricordare anche chi invece non c’è stato. I no sono giunti proprio da chi ha la precisa mission di farsi garante dello sviluppo del cinema in Italia e sono stati spesso i modi e le modalità di questi interlocutori a destare perplessità, a farmi constatare che la professionalità e le competenze di chi opera in questo settore non sono spesso all’altezza dell’importanza del ruolo ricoperto. Manca soprattutto il desiderio di ricerca e di sviluppo e la capacità di esplorare territori nuovi, il che mi ha confermato più che mai nell’idea che ci sia la necessità di figure innovative, giovani soprattutto nello sguardo e nella preparazione tecnica nel settore della produzione e finanziamento per immaginare il cinema del nostro paese come un’industria che punti al futuro.
Abbiamo girato per sei settimane a Librino, il quartiere satellite alla periferia sud ovest di Catania costruito negli anni 60 come città satellite modello, una sorta di New Town che ha poi disatteso le aspettative progettuali, su progetto dell’architetto giapponese Kenzo Tange. Questo è un luogo come molte periferie del sud, ricco di 7 potenzialità umane ed estetiche, un mondo a sé che pullula di energie vitali. È stato il primo film interamente girato in quel quartiere.
Inizialmente l’accoglienza è stata complicata, poi la convivenza si è costruita giorno per giorno e alla fine anche la troupe del film è stata accettata, così come l’idea che non si stesse facendo, incredibilmente, un film di mafia. Tutti ci chiedevano infatti come mai non ci fossero morti ammazzati, killer e inseguimenti, tanto abituati a questo immaginario da non poter credere che nel loro quartiere qualcuno venisse per raccontare altro.
Un episodio curioso avvenuto dopo qualche mese dalla fine delle riprese ci ha fatto capire come si fa in fretta a cambiare l’immaginario di un intero quartiere. Da alcuni alberi del viale Bummacaro, l’enorme vialone che si snoda all’interno del quartiere, ha iniziato a sgorgare acqua limpida. Subito sono accorsi i Librinesi con recipienti per raccogliere il liquido e hanno decretato che si trattava di una sostanza dai poteri miracolosi e curativi, chi lo utilizzava per sanare piccole ferite e sbucciature, chi per far regredire la febbre. Le televisioni locali hanno registrato l’accaduto e per qualche giorno non si è parlato d’altro. Insomma il collegamento tra il film e l’evento è stato immediato e quello registrato come il primo miracolo avvenuto nel quartiere dopo le riprese del film che parlava appunto di miracoli a Librino.
Roberta Torre

L’ avventura di “I baci mai dati” è iniziata più o meno un anno e mezzo fa. Ho imparato a conoscere Librino, l’esterno del film che mi veniva proposto, soprattutto ascoltando le suggestive descrizioni di Roberta Torre. Abbiamo passato del tempo a sviluppare il progetto e poi finalmente il primo sopralluogo per le location.
Una delle impressioni più forti che mi rimarrà di questa esperienza è stato l’impatto visivo ed emotivo con questa realtà. Una torrida giornata di luglio. Lo scenario di una periferia metafisica e strisce di colore pop sulle facciate dei palazzi. Tre o quattro esseri umani si aggirano per le piazze immense insieme ai cani randagi.
Questa sarebbe stata la location del film. Su questi vialoni il personaggio di Manuela avrebbe guidato il suo motorino, piccola ma già adulta, e su questi marciapiedi Rita avrebbe marciato inesorabile sui tacchi vertiginosi. Se avessi avuto ancora dei dubbi le emozioni riportate a casa da questo primo viaggio avrebbero spazzato via qualsiasi incertezza.
Librino sarebbe stato un personaggio del film con la sua “skyline” che nasconde grande umanità e grandi pericoli. Dopo un’iniziale diffidenza, la collettività ci ha accompagnato e difeso. Una volta, paradossalmente ed equivocando in buona fede, qualcuno ha voluto
“difenderci” anche da un esponente delle forze dell’ordine in borghese che chiedeva solo i permessi per girare in esterni. Il mio ricordo va con affetto e riconoscenza a 8 tutte le persone incontrate là che hanno messo a nostra disposizione molta pazienza e più prosaicamente case e cibo.

Ora che il film è pronto per iniziare il suo cammino la mia gratitudine va a tutta la troupe che ha sostenuto il film, alla Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione, a Adriana Chiesa Di Palma che ha creduto da subito in questo progetto senza reticenze, a Sicilia Film Commission, alla Regione Siciliana e alla Catania Film Commission.
A Roberta Torre la mia rinnovata stima ed ammirazione per aver creato una straordinaria e delicata favola postmoderna.
Amedeo Bacigalupo