Babbo bastardo
Bad Santa
Regia
Terry Zwigoff
Sceneggiatura
Arnie Marx, Terry Zwigoff
Fotografia
Jamie Anderson
Montaggio
Robert Hoffman
Musica
David Kitay
Interpreti
Patrick Wilson, Gerard Butler, Emmy Rossum, Miranda Richardson
Anno
2003
Durata
90'
Nazione
USA-Germania
Genere
commedia nera
Distribuzione
Columbia Tristar

Il Natale si stà avvicinando a grandi passi. I negozi inziano a riempirsi di decorazioni, le strade di luci colorate e nei cinema arrivano i film con protagonisti zuccherosi sentimenti, bambini alle prese con le festività e quel curioso personaggio vestito di rosso dal nome di Babbo Natale.
Capostipite del Natale 2004 questo Babbo bastardo da un'idea geniale dei fratelli Coen, invero solo produttori esecutivi.
Brutto, sporco ma sopratutto... cattivo!!! Dice parolaccie davanti ai bambini, fuma come un turco, beve come una spugna, si scopa ogni donzella gli capiti a tiro (da bariste eccitate dal costume di babbo natale a signore tagli forti nei grandi magazzini) e organizza furti nei grandi magazzini con il proprio socio, il piccolo uomo Marcus.
Il film parte lento, impacciato, ma man mano che la storia si sviluppa, il rtimo cresce, le battute si moltiplicano e gli eventi decollano. Un film che fa professione di cattiveria e scorrettezza, ma che non riesce a confermarsi tale sino alla fine, ove prevale ahimè un happy ending appiccicato a mio parere gioco forza (e sempre un film natalizio). Interpretato da un grande Billy Bob Thorton, assecondato da eccezionali comprimari dal mini-me Tony Cox (il nano autista di Io, me e Irene), il compianto John Ritter (qui alla sua ultima interpretazione, Tre cuori in affitto) la belissima Lauren Graham (Nightwatch), il film nelle mani dissacranti dei fratelli Farrelly si sarebbe rivelato un autentico capolavoro. In quelle del pur valente Terry Zwigoff (Ghost World) una black comedy del vorrei ma non posso...
L'opera si avvale di un'interessantissima colonna sonora capace di mescolare il notturno di Chopin, con arie tratte da Il Barbiere di Siviglia ed Il Trovatore, e classici natalizi tipo Let it Snow di Dean Martin e Jingle Bells, con immagini di una cattiveria assoluta creando contrasti tra livelli sonori e livelli visivi di assolutissimo valore. [fabio melandri]