Paolo,
dopo un brillante passato di schermidore, lavora come giornalista
sportivo in un piccolo giornale. Un suo amico, Franz, muore
d'infarto. Era un ex campione di scherma, come lui, ed era
diventato imprenditore, come tanti in quella ricca provincia
del nord.
Un po' per caso, Paolo si accorge che la vita dell'amico scomparso
non era così limpida come credeva. Anche la sua morte
sembra nascondere un segreto. La ricerca della verità
diventa per Paolo un'intrusione in un mondo a lui lontano,
quello dei ricchi industriali della concia. E' un ambiente
sporco ma anche affascinante, un'occasione di incontri inconsueti,
come quello con i figli del ricco Giordano. Chiara, giovane
scapestrata, il piccolo Leo affetto da autismo. Sarà
lui ad aiutare Paolo a fare luce sulla morte dell'amico Franz.
Arriva nelle sale con due anni di ritardo, Apnea
indaga attraverso la forma del giallo il mondo del lavoro
nero, nella ricca industria della concia nel nord-est. Il
film, narrato in prima perosna da un defunto, come in Viale
del tramonto, svelando sin dall'inizio la sua conclusione,
è venato di un certo decadentismo estetico ed aleggia
su personaggi ed eventi una robusta dose di fatalismo finalizzato
alla rappresentazione di un modo di fare impresa, la parte
per il tutto, abbastanza diffuso nel nostro paese, lungo quella
linea invisibile che separa la legalità dall'illegalità,
i giusti dai furbetti del quartierino.
Il risultato è altalenante. Tra i punti di forza un
cast coinvolto e convinto dal progetto, con un meraviglioso
Elio De Capitani che oscura la stella Santamaria. [fabio
melandri]