Per la
prima volta la figura di Sant’Antonio da Padova, uno
dei santi più noti e carismatici al mondo, che insieme
a San Francesco, sono alla base della nostra cristianità,
viene tradotta sul grande schermo.
Canonizzato a soli 11 mesi dalla sua morte, è un uomo
che ha segnato il suo tempo grazie alla forza e al coraggio
delle sue parole che ancora oggi sono in grado di colpire
in profondità l’animo delle persone. Di lui però
si conosce pochissimo e fino ad oggi non era mai stato rappresentato
cinematograficamente.
Nella prima cine-biografia a lui dedicata, la sua figura viene
raccontata sotto tre angolature differenti.
La parte pubblica di fine predicatore, con i suoi discorsi
e i suoi strali contro la corruzione dei tiranni e della Chiesa
e per la difesa dei poveri e dei deboli. Il lato intimo, personale
fatto di dubbi, di paure, di incertezze. La figura storica,
inserita nel suo tempo, il medioevo, mostrato in tutta la
crudezza, segnato dalla povertà e ignoranza del popolo,
governato dalla violenza e prepotenza dei tiranni.
Il racconto si apre con le parole di un anziano frate che,
inginocchiato davanti alla bara del Santo, ne narra la vita
partendo dal suo arrivo in Italia a bordo di una nave proveniente
dall'Africa che fa naufragio sulle coste della Sicilia.
Il film però, anche se mosso da lodevoli intenzioni,
non convince e soprattutto annoia. La narrazione è
confusa, incompleta, soprattutto all’inizio quando non
si capisce come e perché la gente veneri quest’uomo.
Gli attori non rendono il carisma dei personaggi, che rimangono
poco profondi, icone senza spessore.
Mediocre nel suo complesso, il film è meritevole però
per lo sforzo di aver voluto rappresentare un soggetto difficile
da rendere con le immagini perché tutto ruota attorno
ai discorsi del Santo, senza una scena forte a cui ricorrere
scenograficamente come potrebbe essere il suo martirio o qualcosa
che abbia fatto edificare.
Lo stesso regista racconta: “da Sant’Antonio
ho imparato che l’uomo non può tacere di fronte
ai mali del mondo, perché il silenzio dà ragione
all’ingiustizia e rende complici”.
Ciò che regge tutto il film sono, ancora una volta,
le parole del Santo che commuovono, interrogano, spingono
alla meditazione e come per incanto sembrano essere in grado
di svelare allo spettatore la vera essenza della vita. [vanessa
menicucci]