Il titolo.
“Volevamo scimmiottare i musicisti che quando abbandonano
le grandi platee si rifugiano in performance prettamente acustiche,
unplugged appunto. Allo stesso modo – ricorda Giacomo
– sentivamo l’esigenza di tornare ad avere
un contatto più diretto con il pubblico, in assoluta
povertà anche se poi la macchina scenica risulta invece
imponente.” Il testo. In principio c’era
un laboratorio teatrale, a cui segue uno spettacolo che fa
registrare il tutto esaurito per oltre dieci mesi di turnè.
Infine c’erano i risultati non eccelsi della loro ultima
creatura cinematografica Tu la conosci
Claudia? (2004). Ora Aldo Baglio, Giovanni Storti e
Giacomo Poretti tornano sullo schermo con la registrazione
con telecamere ad alta definizione e con il suono Dolby Surround
del loro ultimo successo teatrale a sette anni da Tel chi
el telùn. La struttura dello spettacolo è sempre
lo stesso dai tempi de I corti. Cinque sketch rappresentativi
di un viaggio all’interno di una varietà umana
fatta da teppistelli imbranati, spacciatori improbabili, vicini
di casa litigiosi, personaggi strampalati pronti per un posto
nell’aggiornata galleria di “nuovi mostri”.
Il tutto incorniciato da un prologo alla Star Trek in cui
tre Astronauti pasticcioni accompagnati da un robottino tutto
fare, atterrano con la loro astronave Enterprise su un pianeta
sconosciuto abitato da alieni dalla limitata capacità
intellettiva: gli spettatori. Il risultato è una via
di mezzo tra teatro e televisione, in cui il cinema si trasforma
registratore di un meccanismo scenico perfetto e maestoso
ideato e diretto dal poliedrico regista-attore-trasformista
Arturo Brachetti.
Un ibrido che rispetto alla versione teatrale acquista di
ritmo attraverso il taglio dei tempi morti, ma dall’altro
perde la spontaneità e l’immediatezza della rappresentazione
dal vivo. [fabio melandri]