Quale
terribile scoperta può convincere il Vaticano a rivolgersi
a Robert Langdon, l’uomo che ha svelato il codice più
controverso della Storia?
Langdon scopre le prove della rinascita di un’antica
confraternita segreta conosciuta come gli Illuminati, la più
potente organizzazione sotto copertura della Storia, e deve
anche fronteggiare un pericolo mortale per la sopravvivenza
del nemico più disprezzato da questa confraternita:
la Chiesa cattolica. Per far questo, si allea con Vittoria
Vetra, una bellissima ed enigmatica scienziata italiana. Imbarcandosi
in una caccia senza soste e piena d’azione attraverso
cripte sigillate, catacombe pericolose, cattedrali abbandonate
e anche nel cuore della tomba più segreta sulla faccia
della Terra, Langdon e Vetra seguono una scia di indizi risalenti
a quattrocento anni prima e composti da simboli antichi che
rappresentano l’unica speranza di sopravvivenza per
il Vaticano.
Guida
ai personaggi
ANGELI
E DEMONI inizia con la morte di un Papa e l’antico rituale
del Conclave, il processo con cui il Collegio dei Cardinali
elegge un nuovo Santo Padre. Tra i Cardinali ci sono i Preferiti,
quelli che sembrano avere maggiori probabilità di essere
eletti Papa. Il procedimento è celebre per la sua segretezza,
con i Cardinali che vengono isolati fino a quando il loro
importante lavoro non arriva a una conclusione. L’unico
mezzo di comunicazione con il mondo esterno proviene dal fumo
che viene rilasciato dalla Cappella Sistina. Una fumata nera
indica che la maggioranza necessaria di due terzi non è
stata raggiunta, mentre una fumata bianca (e, più di
recente, il suono delle campane) indica invece che la maggioranza
è stata ottenuta e che è stato eletto un nuovo
Papa.
Il Camerlengo ha dei compiti molto importanti all’interno
del Vaticano. E’ lui che certifica la morte del Papa
e distrugge l’anello del Papa con il suo sigillo ufficiale,
anche conosciuto come Anello del Pescatore. Fino all’elezione
del nuovo Papa, il Camerlengo assolve le funzioni di Capo
di Stato della Città del Vaticano.
La Guardia svizzera ha protetto il papa e il Collegio dei
Cardinali all’interno delle Mura vaticane dal 22 gennaio
del 1506. I suoi membri sono famosi per considerare il loro
ruolo non un lavoro ma una vocazione. Per entrare nella Guardia
svizzera, bisogna essere un maschio cattolico celibe, avere
tra i 19 e i 30 anni, essere alti almeno un metro e settantaquattro,
avere il diploma liceale, aver superato l’addestramento
base nell’esercito svizzero ed essere cittadino svizzero.
I doveri di polizia generale nella Città del Vaticano
vengono svolti dalla Gendarmeria, che gestisce, tra gli altri
compiti, l’ordine pubblico, il controllo del traffico…
e le indagini su rapimenti e omicidi.
In ANGELI E DEMONI, questi gruppi e gli ufficiali del Vaticano
sono costretti a passare all’azione quando gli Illuminati
rapiscono i Preferiti e minacciano di ucciderne uno ogni ora,
con le loro azioni che culminano con una bomba in Vaticano.
La storia ‘ufficiale’ dietro i veri Illuminati
sostiene che questa società segreta sia stata fondata
in Bavaria nel 1776, con almeno 2.000 ‘liberi pensatori’
membri che erano ai massimi livelli nei campi dell’arte,
della scienza e della politica, prima che il gruppo si sciogliesse
ufficialmente alla fine del settecento.
Tuttavia, alcune persone ritengono che le radici della società
segreta siano anche più antiche e che gli Illuminati
siano esistiti fin dal cinquecento, nati dalla preoccupazione
per i conflitti della Chiesa con celebri scienziati dell’epoca.
Nella storia di ANGELI E DEMONI, questi Illuminati sono spinti
verso l’attività clandestina e sono scomparsi
più di cento anni fa, così che in questo periodo
il gruppo ha assunto una posizione ferocemente antivaticana,
scegliendo di ‘adorare’ i quattro elementi della
natura: la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua.
Questo è il punto di partenza per l’eccitante
storia che si svolge nel film.
Alcune persone nel mondo reale sono convinte che gli Illuminati
esistano ancora e attualmente molti articoli, video e altre
storie su di loro abbondano su Internet. Tra le teorie che
si possono trovare sul web ci sono storie che indicano come
gli Illuminati controllino gli eventi planetari, mantenendo
importanti posizioni di prestigio, mentre stanno creando un
Nuovo ordine mondiale per sostituire i governi individuali
con un governo mondiale planetario retto dagli ‘illuminati’.
Il
film
Dopo essere stato coinvolto in un’avventura che lo ha
messo contro la Chiesa cattolica e duemila anni di storia
religiosa sacra, Robert Langdon torna in ANGELI E DEMONI per
trovarsi questa volta nel cuore del Vaticano, cercando di
salvare la Chiesa da uno dei suoi peggiori nemici: gli Illuminati.
“Langdon
entra nella storia di ANGELI E DEMONI partendo da un rapporto
gelido con il Vaticano, a causa degli eventi raccontati ne
Il codice da Vinci”, rivela Tom Hanks, che riprende
il ruolo del preparatissimo professor Langdon. “Ha una
conoscenza notevole dei rituali e della storia della Chiesa,
ma non per questo risulta una persona gradita. Fondamentalmente,
c’è una lotta di potere in Vaticano che prende
la forma di un sabotaggio durante l’elezione del Papa
e, nonostante la sua storia personale con la Chiesa, Langdon
viene chiamato per cercare di bloccarla”.
“Il
Vaticano è sotto attacco nel momento peggiore”,
sostiene il regista Ron Howard, che torna al mondo di Dan
Brown dopo aver diretto il fenomeno mondiale Il codice da
Vinci, che nel 2006 ha ottenuto più di 750 milioni
nel mondo. “Il Vaticano sta per dare il via al Conclave,
il momento in cui i Cardinali eleggono un nuovo Papa. Quando
sono minacciati di morte e c’è una bomba che
rischia di scoppiare, loro si rivolgono a Robert Langdon,
l’unico che ha l’esperienza e l’abilità
necessarie per risolvere il mistero, capire i simboli e cercare
di evitare il disastro. Non è un uomo di cui il Vaticano
si fida, ma è quello di cui ha bisogno”.
In ANGELI
E DEMONI, Langdon tenta di bloccare gli Illuminati, un’organizzazione
segreta vecchia di secoli, e i loro piani di provocare il
caos in Vaticano. Per Howard, quest’idea dava origine
a un cattivo perfetto, un’antagonista degno di Robert
Langdon. “Quando ho letto Angeli e demoni, ero veramente
affascinato dall’idea degli Illuminati”, ricorda
Howard, “questa società segreta in cui sembra
ci fossero anche Galileo e Bernini. Cosa è successo
loro? Sono stati veramente distrutti? Ci hanno realmente abbandonato?
Alcune persone ritengono che gli Illuminati siano sopravvissuti
come organizzazione e siano ancora oggi tra noi, influenzando
le nostre vite quotidiane, le decisioni dei governi e le strategie
aziendali”.
“Nella
nostra storia, gli Illuminati tornano per un atto di vendetta
che è legato a eventi avvenuti quattrocento anni prima”,
sostiene il produttore Brian Grazer. “Gli Illuminati
hanno rapito quattro Cardinali, i favoriti per diventare il
nuovo Papa, e minacciano di distruggere il Vaticano e la Città
del Vaticano. Le autorità si rivolgono allora a Robert
Langdon, che considerano un vecchio nemico, per aiutarli in
questo momento di crisi. Soltanto Langdon è in grado
di decifrare i misteriosi codici degli Illuminati, legati
agli antichi simboli di terra, aria, fuoco e acqua”.
“La
cosa magnifica delle avventure di Robert Langdon è
che stimolano tanta curiosità e ricerche”, prosegue
Howard. “Dopo aver letto il libro o visto il film, poi
vai in Biblioteca o su Internet, perché vuoi comprendere
Bernini, Galileo, il loro rapporto con il Vaticano, con il
mondo dell’arte e della scienza, così come il
mistero degli Illuminati. Che tu ci creda o meno, è
materiale affascinante, e la fertile immaginazione di Dan
Brown porta a un’incredibile serie di indizi e a un
mistero magnifico”.
Il produttore
John Calley aggiunge di “essere stato fortunato a scoprire
i libri di Dan poco prima che il resto dell’America
mettesse le mani su Il codice da Vinci e che questo diventasse
un fenomeno. Ritengo che, con Il codice da Vinci e ANGELI
E DEMONI, abbia creato una serie perfetta per la nostra epoca.
Entrambi i libri sono dei thriller mozzafiato con un eroe
dinamico e ingegnoso al centro della vicenda. Non è
certo una sorpresa che Dan abbia ottenuto un tale successo
e noi non vediamo l’ora di leggere il prossimo thriller
con Robert Langdon”.
Per Howard,
queste sono le ragioni importanti che lo hanno portato a tornare
per dirigere ANGELI E DEMONI senza aver bisogno di pensarci
due volte. “C’è qualcosa di unico in quello
che Dan ha creato col personaggio di Robert Langdon”,
rivela il regista. “E’ veramente originale, suscita
delle riflessioni importanti e, a livello cinematografico,
è irresistibile”.
ANGELI
E DEMONI rappresenta la prima volta in cui Howard è
tornato ad affrontare uno stesso personaggio. “Io non
ho mai voluto farlo fino ad ora, perché sono sempre
stato interessato a creare cose nuove”, sostiene Howard.
“E ANGELI E DEMONI fa proprio questo, anche se Robert
Langdon è nuovamente al centro della vicenda e mi permette
di adottare nuove soluzioni cinematografiche. Questa pellicola
richiede un ritmo e dei tempi differenti, con un altro tipo
di energia. E’ letteralmente una bomba a tempo, avvolto
in un mistero decisamente originale. Queste due esigenze mi
hanno portato, come regista, a preparare questo film in maniera
completamente diversa da Il codice da Vinci”.
Ovviamente, Howard aveva un’altra ragione per voler
tornare in ANGELI E DEMONI, ossia la possibilità di
collaborare con Tom Hanks per la quarta volta. “Amo
lavorare con Tom e mi piace molto quello che sta facendo con
Robert Langdon”, sostiene Howard. “La sintonia
tra attore e ruolo è ancora più forte e profonda
di prima. L’intelligenza, la curiosità e il senso
dell’umorismo di Rom si fondono magnificamente con Robert
Langdon, così si crea un personaggio più ricco
e interessante da osservare”.
Hanks sostiene che l’impressionante e complessa intelligenza
di Langdon è un piacere e uno stimolo da interpretare,
così come una parte importante del fascino del progetto.
“E’ una sfida incarnare qualcuno che è
un esperto in questo campo oscuro. Lui trova dei collegamenti
che nessun altro è in grado di capire. Un simbolo può
rappresentare diversi punti di vista che hanno senso soltanto
per lui. Quando abbiamo lavorato a Roma, in luoghi molto antichi,
io ero affascinato nell’apprendere la storia di quei
posti, qual era l’idea originale nella costruzione e
cosa avveniva a Roma all’epoca. Chi aveva pagato per
realizzare l’edificio? Quando e perché sono state
fatte delle aggiunte? Robert Langdon vede la storia per strati.
Lui prende le informazioni e raccoglie delle opinioni contrastanti,
poi le mette assieme con interpretazioni diverse, cercando
di capire perché gli esseri umani hanno adottato questi
simboli proprio in quel momento”.
Hanks riflette sulla vicenda e sostiene che Robert Langdon
incarna la fantasia primordiale del risolvere dei misteri
magnifici. “Se sei sufficientemente intelligente per
vedere la pista e per seguirla, così come bravo abbastanza
per mettere assieme gli indizi nascosti, allora potrai far
luce sulla cospirazione. E non hai molto tempo. A chi non
piace una storia del genere?”.
Hanks era anche felice di ritrovare il regista Ron Howard.
ANGELI E DEMONI rappresenta infatti la loro quarta collaborazione,
dopo quella più recente avvenuta per Il codice da Vinci.
“Nulla spaventa Ron”, sostiene Hanks. “Sicuramente
non girare di fronte al Pantheon a Roma con centinaia di turisti.
Lui trovava dei piccoli vicoli per delle scene nel pomeriggio
quando faceva caldo e le folle erano numerose, ma comunque
era così concentrato sul lavoro che praticamente non
le notava neanche. Se vedeva uno spazio difficile, trovava
un modo di girarci ed era sempre fiducioso. Ron ha messo su
un’impressionante mole di lavoro e continua a realizzare
delle pellicole sempre più complicate e profonde, il
tutto facendole sembrare semplici. Ora ha ancora meno paura
come realizzatore, prendendosi rischi maggiori di quando c’era
molto meno in ballo. La sua forza di volontà, il suo
desiderio di ampliare il modo in cui realizza i film lo portava
a essere molto esigente con tutti noi”.
A circondare Hanks ci sono alcuni dei migliori attori e delle
stelle più scintillanti del mondo. Secondo Brian Grazer,
attirare un cast internazionale era una delle maggiori priorità
dei realizzatori. “Il cast internazionale migliora la
portata del film”, rivela il produttore. “Così,
la pellicola diventa accessibile in ogni nazione del mondo.
Inoltre, con questo ricco materiale e la possibilità
di lavorare con Tom, risulta una pellicola affascinante per
un attore. Noi abbiamo contattato i migliori interpreti che
avessero un senso a livello artistico per il film e, in tutti
i casi, abbiamo ottenuto le nostre prime scelte”.
“Il
cast ha fornito una grande energia”, rivela Hanks. “La
sincerità che Ewan McGregor porta al Camerlengo, Stellan
Skarsgård come figura imponente nei panni del capo della
Guardia Svizzera e Armin Mueller-Stahl che incarna il senso
morale del Cardinale benevolente e consapevole. E Ayelet Zurer
non pronuncerebbe una battuta senza essere consapevole delle
informazioni scientifiche che si celano dietro di essa. Tutti
hanno lavorato con delle enormi aspettative e con la stessa
dedizione, cosa che l’ha resa un’esperienza cinematografica
intensa”.
Nel corso di questa avventura, Langdon viene affiancato nella
sua ricerca dalla scienziata italiana che lavora al CERN Vittoria
Vetra, interpretata da Ayelet Zurer.
Il CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire)
è il maggiore laboratorio di fisica delle particelle
del mondo. Situato in Svizzera, il CERN ha iniziato le operazioni
dell’Enorme Collisore, il maggior acceleratore di particelle
del mondo, proprio durante la produzione del film. Gli esperimenti
che si svolgono in questa struttura cambieranno la nostra
visione dell’Universo e studieranno le ragioni che portano
la Natura a preferire la materia sull’antimateria, mentre
dimostreranno che la materia esisteva alle origini del tempo.
In ANGELI E DEMONI, il lavoro di Vetra al CERN è legato
a un piccolo contenitore di antimateria che viene rubato e
diventa la suprema arma di distruzione di massa, mentre minaccia
il Vaticano e le basi stesse della Chiesa cattolica.
La Zurer si è preparata al ruolo non solo leggendo
informazioni sul tipo di esperimenti che avvengono negli acceleratori
di particelle come quello del CERN (e osservando dei video
su YouTube a proposito del Grande collisore di adroni), ma
anche grazie al libro di Bill Bryson Breve storia di (quasi)
tutto, dietro consiglio di Tom Hanks. In effetti, molti membri
della troupe sono rimasti colpiti dal testo e hanno confrontato
le loro osservazioni su capitoli come “L’universo
di Einstein”, “Il potente atomo” e “Il
concetto particolare di Darwin”.
Parlando
del suo personaggio, la Zurer sostiene che “Vittoria
mi interessava perché rappresenta la generazione di
donne che hanno un’istruzione importante e si trovano
a svolgere un lavoro in campi dominati dagli uomini. Allo
stesso tempo, ha una vita personale e non ha modificato la
sua sensibilità per la carriera. E’ una pensatrice
determinata, che difficilmente va in crisi”.
“Tutti nella squadra di Ron si conoscono da tanti anni
e hanno lavorato a molti progetti. Loro si muovono come delle
api nell’alveare”, sostiene la Zurer. “Hanno
dei codici e un gergo rapido per comunicare, come se fosse
una loro lingua, che io non ho capito subito. Loro erano veloci,
simpatici e intensi, ma anche tranquilli. Per me era impressionante.
Ron mi diceva di rilassarmi, rallentare e usare la mia voce
bassa, così mi ha messo sui giusti binari. Lui voleva
veramente che Vittoria fosse molto forte, intelligente e diretta,
ma comunque in grado di emozionarsi per le cose che avvengono
intorno a lei. Ritengo che si senta decisamente responsabile
di tutto quello che avviene”.
La Zurer aveva campo libero nel decidere come avrebbe suonato
l’accento italiano di Vittoria Vetra. “Io ho scelto
di farla sembrare internazionale, piuttosto che parlare americano
con un accento italiano”, sostiene l’attrice.
“Talvolta, rimanevo sorpresa per il modo in cui l’italiano
usciva dal mio corpo. Era molto piacevole. Non so perché
sembrasse così naturale, forse perché io sono
una persona mediterranea, ma è stata una cosa che ho
amato”.
Non essendoci un Papa, il potere del Vaticano è nelle
mani del suo braccio destro, il Camerlengo, fino a quando
non viene eletto un nuovo Papa. In ANGELI E DEMONI, questa
figura fondamentale è interpretata da Ewan McGregor.
“Il Camerlengo è un segretario, ma quando il
Papa muore, diventa il responsabile dello Stato della Città
del Vaticano e ha un potere notevole”, fa notare McGregor.
“E’ un personaggio magnifico da interpretare,
perché avvengono molte cose legate alla sua figura”.
“Il Camerlengo ama molto la Chiesa e il senso di stabilità
che fornisce, collegato alla forza della Storia”, prosegue
McGregor. “E ora lui vede le cose che ama sotto attacco,
nel momento del maggior pericolo. Lui si ritiene un uomo che
farà tutto pur di salvare la Chiesa dagli Illuminati
e quello che loro rappresentano”.
L’attore
era interessato non solo da questo personaggio complesso,
ma anche dalla possibilità di lavorare con Ron Howard.
“Io ero un grande fan di Ron Howard, l’ho incontrato
un paio di volte a Londra quando stava girando Il codice da
Vinci”, ricorda McGregor. “Ci siamo incrociati
in un ristorante in cui amavamo andare a pranzo domenica.
E’ bellissimo lavorare con un regista che non solo è
bravo a livello tecnico, ma che è anche in grado di
aiutarti per quanto riguarda l’interpretazione e l’emozione
di una scena. Penso che il fatto che lui stesso sia stato
un attore sia ciò che lo rende un ottimo regista”.
L’avversario del Camerlengo all’interno della
Chiesa è il tranquillo e dignitoso Cardinale Strauss,
interpretato dal veterano Armin Mueller-Stahl. Il Cardinale
Strauss, un esperto nel sopravvivere agli intrighi politici
in Vaticano, sa e vede molto più di quello che lascia
intendere. In effetti, l’approccio tranquillo e misurato
del Cardinale rispecchia l’atteggiamento di Mueller-Stahl
verso la recitazione.
“Strauss sta sempre guardando quello che deve fare,
per capire quale sarà il passo successivo da compiere.
Non rivela molto di quello che pensa e chi sospetta e per
me questo è il segreto della recitazione”, rivela
Mueller Stahl. “Le persone hanno un volto, ma dentro
ne hanno un altro, che è sempre importante esprimere,
ma senza mostrarlo direttamente. L’idea non è
di far vedere tutto, ma d’altra parte anche se non si
mostra, bisogna comunque rivelarlo. Deve essere comprensibile
per il pubblico, ma non esplicito”.
Per svolgere delle ricerche sul ruolo, Mueller-Stahl ha letto
molte informazioni sull’attuale Papa e, forse, per il
suo personaggio si è anche ispirato al vero Pontefice.
“Ho letto diverse cose su Joseph Ratzinger e com’era
prima che diventasse Papa, quando era un cardinale”,
nota l’attore.
Mueller-Stahl ha anche sfruttato i suoi ricordi. “Ho
incontrato Giovanni Paolo II quando era ancora un Cardinale,
a Cracovia”, dichiara l’attore. “Ma è
stato tanto tempo fa”.
A lavorare
con il Cardinale Strauss, oltre che a proteggere lui e il
Collegio dei Cardinali, c’è il Comandante della
Guardia Svizzera Richter, interpretato da Stellan Skarsgård.
La Guardia svizzera si occupa di difendere il Vaticano dal
22 gennaio del 1506 e Richter, il venerabile capo di questa
imponente e onorevole forza, incarna tutto quello che loro
rappresentano: la dedizione assoluta, così come il
rispetto e la fedeltà alla Santa Sede. Mentre l’indagine
prosegue, tuttavia, anche lui può diventare un sospettato.
“Come capo della sicurezza in Vaticano, con quattro
Cardinali rapiti e una bomba all’interno del Vaticano,
Richter è in difficoltà, ma è un personaggio
che mantiene i nervi saldi”, spiega Skarsgård.
“E’ una persona molto controllata e in diversi
momenti non sappiamo se possiamo fidarci di lui”.
“Richter ovviamente disprezza Langdon”, prosegue
Skarsgård. “E’ un uomo del Vaticano e molto
religioso. Con la storia che c’è tra Langdon
e il Vaticano, Richter non accetta pacificamente l’aiuto
di Langdon. Entrambi cercano di risolvere il caso, ma si ritrovano
in contrasto per via di una sensazione reciproca di scetticismo
e sfiducia”.
Ovviamente, Richter lavora a stretto contatto con il Camerlengo
nelle indagini. Nel girare una scena particolarmente intensa
tra i due personaggi, Ron Howard ha posizionato le cineprese
in modo che potessero cogliere dei primi piani di entrambi
gli attori, così come delle inquadrature sopra le loro
spalle. Mentre illuminare e gestire la scena è stato
difficile, questa scelta ha permesso a Skarsgård e McGregor
di affrontarsi in maniera molto più naturale.
“Ron capisce cosa stimola un attore”, rivela Skarsgård.
“Lui sa quando e come toglierti pressione, cosa può
chiederti, quello che vuole esprimere nella scena e come vuole
che tu arrivi a quel punto. Non abbiamo mai parlato del personaggio,
perché le nostre conversazioni durante le prove servivano
per capire le scene e dove stavano andando in quei momenti”.
Il Vaticano, oltre a essere il cuore della Chiesa cattolica,
è anche uno Stato all’interno dell’Italia.
Mentre la Guardia svizzera protegge il Papa e il Collegio
dei Cardinali, la Gendarmeria controlla tutto il resto che
avviene all’interno delle mura vaticane. Quando quattro
Cardinali vengono rapiti in ANGELI E DEMONI, questo diventa
un incubo in termini di giurisdizione, che pone il comandante
Richter interpretato da Skarsgård in contrasto con l’ispettore
della Gendarmeria Ernesto Olivetti, interpretato dall’attore
italiano Pierfrancesco Favino. “Olivetti coinvolge Langdon
dopo il marchio ritrovato sul fisico prete al CERN",
sostiene Favino. “Lui comprende immediatamente di non
poter gestire la situazione, quindi chiede l’aiuto di
Langdon, l’unico uomo che sa cosa significhino i simboli.
Questo lo mette nei guai con Richter, per via della storia
di Langdon con il Vaticano, che porta il Comandante delle
guardie svizzere a non fidarsi minimamente di lui. Olivetti
sa che è Richter quello che ha il controllo, perché
la Guardia svizzera è responsabile della protezione
dei Cardinali e quindi coinvolgere Langdon è l’unica
possibilità per Olivetti di influenzare le indagini”.
“Io avevo alcuni indizi sul mio personaggio”,
sostiene Favino. “So che lui doveva essere sposato,
quindi Olivetti indossa un anello nuziale, anche se questo
aspetto non emerge mai nel film. Le regole della Gendarmeria
non sono così rigide come quelle della Guardia svizzera,
ma Olivetti è comunque cattolico come lo sono loro.
Mi è stato di aiuto pensare a lui come un uomo che
ha una famiglia che lo aspetta a casa”.
Un ultimo personaggio completa il cast: il fosco signor Gray,
che viene portato minacciosamente in vita dall’attore
danese Nikolaj Lie Kaas. Kaas è rimasto immediatamente
attirato dalla parte per l’azione collegata al ruolo.
“Lui è un’arma vivente”, sostiene
l’attore. “Porta avanti tutta l’azione nella
pellicola, perché ogni cosa che avviene dipende dal
piano che lui esegue. Io amo essere impegnato nell’azione,
perché è bello tornare bambini”.
Per quanto riguarda l’accento del personaggio, come
rivela Kaas, ha seguito un consiglio del regista. “Io
adotto sempre un accento russo o dell’Europa orientale”,
dichiara l’attore, “ma Ron mi ha suggerito di
utilizzare il mio accento danese. Comunque, in una scena,
quando parlo con uno dei Cardinali morti, lo faccio in danese.
E’ stata un’idea di Ron e di uno degli sceneggiatori,
che io ho trovato fantastica”.