Quando
tre scoiattoli piombano nella vita di David Seville un musicista
in crisi d'ispirazione, non cambieranno soltanto la sua vita
ma l'intera scena pop statunitense sarà rivoluzionata
dalla loro travolgente energia.
Alvin, Theodore e Simon passano le giornate a raccogliere
provviste per l'inverno finché l'albero dove hanno
ricavato la tana viene abbattuto e trasportato a Los Angeles
per adornare l'atrio principale di una major discografica
durante le feste natalizie. Coincidenza vuole che quel giorno
David abbia appuntamento con il produttore Ian, vecchio amico
d'infanzia, per proporgli una demo.
Ma il brano, una ballata senz'anima, non ha impatto. Non è
adatto sfondare il mercato. Sbattuto fuori dall'ufficio, David
trascina inconsapevolmente con sé i tre animaletti
del bosco che nella casa del compositore hanno intenzione
di restarci per sempre. La convivenza è a dir poco
impossibile. Le credenze sono prese d'assalto, i barattoli
di cibo svuotati, il pavimento diventa la pista d'atterraggio
delle scorribande senza sosta. Ma quando David si rende conto
del loro talento musicale, scrive la notte stessa una canzone
con cui spera di riscattare anni di fallimento. Ma al momento
decisivo, Alvin e i suoi compagni perdono la proverbiale sfrontatezza
e si tirano indietro. Nel giro di poche ore, gli scoiattoli
gli fanno perdere il lavoro, lo alienano dai sogni di gloria
e gli rovinano la serata di riavvicinamento con l'ex fidanzata.
Ma non demordono e da bravi angeli custodi recuperano il coraggio
di esibirsi la notte stessa a casa di Ian in un formidabile
spettacolo improvvisato convincendolo che non solo sanno parlare,
ma anche cantare e vendere più dischi di artisti come
Madonna o Justin Timberlake. Da qui il difficile è
gestire il successo. Alvin, Theodore e Simon come tre bambini
incoscienti e insaziabili si lasciano tentare dalle lusinghe
del mondo dello spettacolo, mentre David dovrà imparare
a conoscere il proprio lato paterno per salvarli dagli ingranaggi
stritolanti dell'industria discografica.
Favola buonista e infantile non adatta ai maggiori di otto
anni, Alvin e i Chipmunks sono un marchio indiscusso da 43
milioni di dischi venduti, 5 grammy e diversi album d'oro
che festeggiano nel 2008 il cinquantesimo anniversario della
loro nascita.
Narra la leggenda che Ross Bagdasarian per comporre una canzone
natalizia si fece ispirare da una cantilena del figlio di
quattro anni e da uno scoiattolo che gli si parò di
fronte con l'aria impertinente mentre attraversava la strada
al parco Yosemite. La canzone era banale ma accattivante,
e la svolta fu di registrarla rallentando la velocità,
cantare con voce bassa per poi far ripartire il nastro a velocità
normale.
Il film è la storia di quella leggenda dove tutto sembra
di una facilità sorprendente. Scrivere una canzone
e diventare una popstar internazionale sembrano cose da tutti
i giorni, mentre essere padre e prendersi cura dei propri
figli è l'impresa più complicata che un uomo
possa affrontare. In più Alvin
Superstar racconta moralisticamente tra una gag più
o meno spassosa, la difficoltà di crescere e di mantenere
il lato gioioso e infantile della vita. Gli scoiattoli sono
abituati a raccogliere provviste per l'inverno, ma di fronte
al divertimento e alla possibilità di cantare di cantare
davanti a milioni di fan, si trasformano in cicale che pensano
solo all'oggi, all'immediato, al qui e ora, a godersi i soldi
e il successo finché c'è invece di costruirsi
un futuro e di pensare al domani.
Scritto da Jon Vitti, uno degli autori dei Simpson,
non ha niente di dissacratorio, e tutto è ammorbidito
da un'atmosfera familiare e addomesticata. I bambini si divertiranno
un mondo, soprattutto nella prima parte e si riconosceranno
nei tre scoiattolini (filmati con la tecnica del live action,
per cui loro sono cartoni animati mentre l'ambientazione è
reale e il resto del cast è in carne e ossa) che ne
combinano di tutti i colori al povero musicista, costretto
ad assumersi il ruolo di bravo padre di famiglia per salvare
la propria carriera. Ma quando i Chipmunk si assuefano al
tour, tra bellezze mozzafiato e vengono pagati per scatenarsi
e fare baldoria, le gag si avvitano su se stesse, si ripetono,
il ritmo si annacqua e l'ottica moralista la fa da padrone
ad ogni fotogramma.
[matteo cafiero]