Il
suo nome è Ray, Ray Santilli. Non vi ricorda niente?
Buio assoluto? Bene digitate il suo nome su Google e vedrete.
Altro indizio. 1947, Roswell, New Mexico, Stati Uniti. Per
gli ufologi l’incontro ravvicinato del terzo tipo più
eclatante: l’oggetto non identificato precipitato nel
deserto i cui componenti ed equipaggio furono prelevati, nascosti
e studiati nella segretissima base militare denominata Area
51.
Cosa lega Ray Santilli a Roswell? Per risolvere l’arcano,
bisogna risalire al 1995, anno in cui, un miliardo e duecento
milioni di telespettatori in tutto il mondo videro le immagini
dell’autopsia di un essere alieno. Il filmato era stato
acquistato dal nostro Signor Santilli ad un ex-operatore militare,
svegliato nel cuore della notte di cinquat’anni prima
per documentare un evento di portata copernicana. Documento
reale sfuggito ai controlli dell’esercito e del governo
americano – non così improbabile a giudicare
dalla recente notizia per cui la NASA si è persa il
master originale della prima passeggiata dell’uomo sulla
Luna – o clamoroso falso?
Oggi, anno domini 2006 Alien Autopsy
svela la vera storia di quei controversi fotogrammi. Attraverso
l’abito della commedia raccontata con tono scanzonato
e stile molto pop dal neoregista ed ex-documentarista Jonny
Campbell, il film racconta di Ray e Gary, due londinesi in
cerca del colpo che potrebbe dare una svolta alla loro vita
di borderline. L’occasione, il rinvenimento del filmato
dei un’autopsia operata nei confronti di un corpo alieno.
Ma la strada verso la gloria e la ricchezza per Ray e Gary
è costellata di gangster psicopatici, mass media invadenti
e soprattutto dal deterioramento repentino della pellicola
a contatto con l’aria. Ed allora? Dove non arriva la
realtà, ecco la finzione, quella cinematografica. “Non
è proprio un filmato, vedilo come un remake!”
E la cosa incredibile è che tutto il mondo ci casca
anche se l’aspetto troppo antropomorfo dell’essere
ed alcuni dettagli del filmato analizzato da ufologi, fisici,
antropologi e cineasti lasciano intatto il seme del dubbio…
Un film di finzione (?) che corre sulla sottile linea che
separa realtà e fantasia, vero e falso. Un gioco che
ha preso e divertito numerosi cineasti in passato da Orson
Welles a Peter Jackson (Forgotten Silver,
da vedere e riscoprire) e sulla cui ambiguità il film
si sviluppa, diverte ed appassiona. Gli eventi raccontati
sono così incredibili ma inseriti in contesti e dettagli
di vite realmente vissute – l’incipit del film
è la reale descrizione di come ebbe origine l’idea
di realizzare il film di Campbell – da risultare alla
fine se non reali almeno verosimili. Ed allora abbandoniamoci
a questo racconto meta-cinematografico ed un poco furbetto
nella descrizione dei personaggi-macchietta e nella “politica”
di non scontentare nessuno, dai fautori della teoria “non
siamo soli nell’universo e questa è la prova
provata” agli scettici. Della serie, non è vero,
ma ci credo! [fabio melandri]
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