Alexander
id.
Regia
Oliver Stone
Sceneggiatura
Oliver Stone
Fotografia
Rodrigo Prieto
Montaggio
Yann Hervé, Alex Marquez,
Thomas J. Nordberg
Musica
Vangelis
Interpreti
Colin Farrell, Angelina Jolie, Val Kilmer, Anthony Hopkins, Jared Leto, Rosario Dawson, Jonathan Rhys-Meyers
Anno
2004
Durata
173'
Nazione
USA
Genere
avventura
Distribuzione
Warner Bros

Il film comincia riecheggiando l'inizio di una famosa pellicola che ha per protagonista un altro titano, il Kane di Quarto potere. Un re morente cui cade di mano un oggetto, del cui valore verremo messi a parte durante il film, che spira portandosi con sé le ultime parole, lasciando agli astanti l'ennesimo mistero sulla vita di un personaggio gigantesco e contraddittorio.
E come in Quarto potere, non è un narratore onnisciente che ci racconta la vita di Alessandro, ma un cronista, suo vecchio compagno che, quarant'anni dopo la di lui morte, tenta di spiegarne la leggenda a dei giovani discepoli.
Riassumere un film come questo è inutile, oltre che difficile. Non è facendogli le pulci da un punto di vista storico che si può basare una spiegazione, o anche la sola fruizione. Stone è sempre stato, e sempre sarà, un regista "di pancia", sanguigno, magari a volte sconfinante nell'eccesso barocco o nell'esasperazione dei contrasti. Certo, il meglio di sé riesce a darlo quando "asciuga" lo stile senza perdere la sua incisività, come è accaduto per Talk Radio piuttosto che nel pluripremiato Platoon.

Con Alexander Stone confeziona un'opera bellissima, che riesce ad indugiare sui conflitti intimi e ad aprirsi a scene di battaglia veramente suggestive, senza mai perdere la propria coerenza interna. Ci parla di una personalità grande e complessa, al cui interno si sono agitate forze che solo lontanamente riusciamo ad immaginare, eppure qualcosa ci viene trasmesso. Parte di quella grandezza ci lambisce e ci turba, lasciandoci affascinati e disorientati, come se fossimo anche noi sulle rive del Gange ad interrogarci se sia giusto passare dall'altra parte, o accontentarsi di quello che abbiamo già fatto e tornare indietro.
Si parla di un Titano, che come tutti i Titani vuole l'amore del padre, della madre, dei suoi cari, e nell'impossibilità di ottenerli si ritrova a conquistare un impero -"dietro ogni grande impresa c'è una grande perdita"-. Si narra del coraggio e della paura. Di un uomo che supera se stesso, nel bene e nel male, e che come un nuovo Prometeo dona all'umanità qualcosa di più importante di un impero: una visione, un'idea, insieme ad un nuovo mito. [matteo lenzi]
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