Un
uomo che si traveste da donna (Tootsie,
Mrs Doubtfire) spesso da risultati esilaranti;
una donna che si veste da uomo da il più delle volte
risultati angoscianti (Boys
Don't Cry). E' il caso del dramma teatrale
Albert Nobbs
tratto da un racconto dello scrittore irlandese George Moore,
portato in scena nel 1982 da Glenn Close ed oggi riproposto
per il grande schermo dalla stessa attrice anche nelle vesti
di sceneggiatrice e produttrice.
In una Dublino di fine Ottocento,
che per colori, profumi e personaggi ricorda da vicino atmosfere
dickensiane, Albert Nobbs è un domestico ligio al dovere
del Morrison's Hotel. Qui tra pettegolezzi di terzo ordine,
sogni di evasioni, piccole gelosie, la vita scorre dicotomica
tra l'austerità delle regole di comportamento e servilismo
e la bonarietà dei desideri dei protagonisti.
La forzata condivisone di una camera
per una sera porterà Nobbs a rivelare la sua vera identità
di donna con una passato violento alle spalle e la scelta
della autocostrizione in abiti maschili per poter trovare
posto in una società fortemente maschile e maschilista
in cui la femminilità viene costretta e schiavizzata
all'interno dell'intimità di una vita vissuta con lo
sguardo rivolto sempre verso il basso.
Ma Albert
Nobbs è tutt'altro che un film femminista,
in quanto lo status quo non viene combattuto ma subito; non
si punta al cambiamento ma all'adattamento; le regole non
vengono messe in discussione, ma sfruttate, aggirate, piegate
ove possibile; ci si adatta.
Qui risiede il cuore
del film, che illustra invece che spiegare; sviluppa lo status
quo invece che risalirne alle radici, lasciando nello spettatore
un senso di incompletezza che lo accompagna per tutta la durata
della visione.
Il film svela da subito
la sua origine teatrale, dove prevalgono gli interni e dove
gli esterni mimano quinte sceniche, con una Glenn Close impegnata
in una recitazione molto compita ed introspettiva che richiama
per certi versi l'Antony Hopkins di Quel
che resta del giorno di James Ivory, pellicola
con la quale questo Albert Nobbs condivide più di un
tema come la contrapposizione tra i doveri della vita pubblica
e le aspirazioni di quella privata all'interno dei quali i
sentimenti vengono piegati alle convenzioni che castrano le
personalità più deboli ed insicure. Ed alla
fine rimane un'unica grande domanda che viene posta dal personaggio
del medico condotto a chiusa della storia che rimbomba nei
nostri cervelli come nei cuori: cosa spinge certe persone
a vivere vite così miserabili? Già cosa...
[fabio
melandri]