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Anno
2011
Nazione
USA
Genere
avventura
Durata
105'
Uscita
23/09/11
distribuzione
20th CENTURY FOX |
Regia |
Rupert
Wyatt |
Sceneggiatura |
Amanda
Silver, Rick Jaffa, Jamie Moss |
Fotografia |
Andrew
Lesnie |
Montaggio |
Conrad
Buff IV,
Mark Goldblatt |
Scenografia |
Claude
Paré |
Costumi |
Renée
April |
Musica |
Patrick Doyle |
Produzione |
Chernin
Entertainment
Dune Entertainment
20th Century Fox Film Corporation |
Interpreti |
James
Franco, Freida Pinto, Andy Serkis, Brian Cox, David
Hewlett, John Lithgow, Karin Konoval, Sonja Bennett,
Tom Felton, Tyler Labine |
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L'alba
del pianeta delle scimmie. Si comincia con lo
scienziato buono che vuole curare l'Alzheimer, si finisce con
scimmie più intelligenti di un fan di Vasco Rossi che
fanno un casino per scappare dalla città.
In mezzo c'è l'amicizia fra lo scienziato e la scimmia
domestica, l'imprenditore farmaceutico senza scrupoli, una scimmia
incattivita dagli esperimenti, una veterinaria che si innamora
dello scienziato, un probabile fan dei Tea Party, un biondino
antipatico, un virus mortale per l'uomo che rende intelligentissime
le scimmie.
Le scimmie al cinema non ci fanno quasi mai una bella figura.
Sono i mammiferi più stronzi a dirla tutta. Voglio dire
i cani hanno Cujo,
certo, ma pure Lassie
e Rin Tin Tin.
Guardate Monkey Shines invece,
guardate Il libro della giungla,
guardate Congo.
Incontrare una scimmia al cinema è sempre un guaio.
Un giorno scriverò un libro bellissimo che si intitolerà
tipo “Le scimmie al cinema. Una storia culturale”.
Scalerà le classifiche di vendita, perchè i libri
di Cultural Studies sul cinema, è noto, vendono tantissimo,
specie se parlano di animali.
Per l'analisi sul perchè le scimmie al cinema son sempre
così incazzate vi rimando al mio futuro libro che in
quelle pagine lo spiego per filo e per segno, che ora invece
devo fare la recensione de L'alba
del pianeta delle scimmie.
Il film è il prequel de Il
pianeta delle scimmie e questo spiega il titolo
e tutti i rimandi interni alla trama. Le scimmie di questo film,
al contrario delle mie premesse, non sono poi così cattive.
Se menano qualcuno, nel corso della pellicola, è perchè
quel qualcuno se la è proprio cercata: il vicino di casa
che come minimo è nei Tea Party e allora Cesare (che
è la scimmia protagonista) gli stacca il dito; il biondino
un po' stronzo del carcere delle scimmie (giuro, c'è
tipo un carcere per le scimmie nel film) che viene ammazzato,
ma era antipatico e tutti ci speravamo (e comunque è
vittima del suo essere antipatico).
Un giorno scriverò un libro bellissimo sulle morti dei
personaggi antipatici nei film che si intitolerà tipo
“Stronzi che vengono ammazzati nei film e tu un po' ci
speravi già da prima. Una storia culturale”. Anche
lo stronzo è un fenomeno culturale e come tale è
importante contestualizzarlo e storicizzarlo, diamine. Venderà
tantissimo perchè la striscetta promozionale reciterà
“Dallo stesso autore di Le scimmie al cinema” Il
libro verrà tradotto in tantissime lingue. Chissà
come si dice “Stronzi” in cinese mandarino.
L'alba del pianeta delle scimmie,
dicevo. Il film è esattamente come te lo aspetti, non
fosse altro che già sappiamo come finisce, ma è
pure inaspettatamente divertente. Dico davvero. Ha ritmo e ci
sono una manciata di scene che dici, cavolo, mi piace. Così
dici. Ci sono i piani sequenza sofisticati che faranno la felicità
degli studenti DAMS. C'è la battaglia finale sul ponte
che è una lezione di cinema Mainstream di qualità.
Chi cavolo è 'sto Rupert Wyatt che dirige? Non lo so
mica, però è bravo a fare il suo mestiere.
C'è la parentesi carcerario-scimmiesca che pure è
una bella trovata. E poi ci sono gli scimpanzé che fanno
parkour che manco i ballerini di Madonna.
Un giorno scriverò “I ballerini di Madonna. Una
storia culturale”. È dello stesso autore di “Stronzi
che vengono ammazzati” e “Le scimmie al cinema”.
Non perdetevelo. [davide
luppi] |