Regia
Felix Van Groeningen
Sceneggiatura
Mieke Dobbels, Johan Heldenbergh
Fotografia
Ruben Impens
Montaggio
Nico Leunen
Scenografia
Costumi
Musica
Bjorn Eriksson

Chi era Bill Monroe ? Era il più fantastico, eccezionale autore di musica folk di tutti i tempi! E... di tutta l'America!
Didier lo racconta a Elise, nella bottega di tatuaggi, e gli brillano gli occhi mentre ne parla; mentre le racconta del fascino della sua musica, dell'amore per le emozioni che gli permette. Didier ed Elise potrebbero sembrare una coppia di scoppiati con tutti quei tatuaggi sul corpo di Veerle Baetens, e quella barba un po' spelacchiata di Johan Heldenbergh che ricorda l'immagine di un Nick Nolte più buono. E invece non è per niente così, perché sono forti! E hanno una meravigliosa, solare bambina, di nome Maybelle.

Nella loro terranda, terrazza e veranda, Maybelle vede le cornacchie schiantarsi sui vetri e morire.
Il padre vorrebbe spiegarle cos'è la morte; vorrebbe che sua figlia non si aggrappasse a nessun Dio. Ma non è facile come pensava.

Questo racconto è una storia di vita su uno sfondo bucolico e intimo. Una storia di vita è una storia finita. Una storia di ciò che ci smuove, che porta con sé gioia, sofferenza e malattia. Parte di ognuno di noi. Didier ed Elise fanno un matrimonio folk, cantato: “nella gioia e nel dolore, in ricchezza e povertà; finché morte non ci separi”. E' di questo che parla Alabama Monroe. Di quanto tutta la coscienza di queste parole si perda inevitabilmente dopo che vengono dette. E' un attimo e la loro sempiterna valdità è già nel passato dell'avvicendarsi della vita. E già non ci si pensa più. Ma è esattamente quello che succede dopo. A tutti noi.

Così come i chiaroscuri della vita è la fotografia: luci e ombre caravaggesche. Colori accesi e il tramonto. Scene quasi monocromatiche. Accese ma mai surreali, ne sfiorano il limite. Sono vivide perché così è quello che succede. E così le ritrae l'obiettivo.
Così come le altalene della vita è la musica: vibrazioni nella tristezza; si esibiscono vestiti di bianco estivo: canta la voce corale dell'amicizia, dell'entusiasmo, dell'empatia; l'energia si impone anche nei momenti di dolore. E Didier ed Elise si guardano, l'un l'altro.

E' un film ritmato. Contiene la vita. La speranza, per chi la coglie, e la disperazione, anche per chi non è attento. All'ultimo momento ce la faremo a cambiare e a risorgere dalle nostre sconfitte ? E soprattutto, sarà obbligatorio farcela ?
Guardiamoli insieme alla loro bambina Maybelle. Guardiamo le loro debolezze, i loro slanci, nella storia di una piccola cittadina belga; la città che potrebbe essere quella di ognuno di noi. Nella poltrona della sala pensiamo a cosa vuol dire amare.

Felix Van Groeningen, che ora ha 37 anni, debutta nel 2000 con un cortometraggio. Si presenta come un regista introspettivo, un più vivace Bob Rafelson, con al suo attivo poche pellicole tra cui Le merditude des choses, ancora ambientato in un paesino belga, storia del percorso umano di Gunther con quattro fratelli che corrono nudi in bicicletta. Originale. Groeningen sembra aver abbracciato la poetica di Spielberg: parlare di una storia fuori dalle luci della visosità, e che potrebbe vivere ciascuno di noi.

Qui in Italia i registi nordici ci affascinano con la loro dimensione diversa, come Gus Van Sant, come Lars Von Trier, come Bergman nel suo incredibile film “Persona”. Sono sperimentali, hanno qualcosa di innovativo. Forse sono eredi dell'espressionismo tedesco. Ora è approdato anche Groeningen, che intanto ha vinto il premio César per l'arte e la tecnica, il Satellite Award per il miglior film straniero, il premio per la migliore attrice dell'European Film Awards a Veerle Baetens, e poi è bene smetterla altrimenti parliamo solo di questo.
Van Groeningen si diverte nelle scene erotiche di sfuggita: usa qualche virtuosismo; ci vuole incuriosire con la perfezione dei tatuaggi di Veerle Baetens, lasciarci spaesati a metà tra il comico e lo spinto; usa la potente defocalizzazione dal particolare inventata da Hitchcock.

Non bisogna uscire dalla sala credendo di aver perduto la speranza.
Né avvilirsi per la fragilità dell'uomo.
Ma gioire per la musica, per l'amicizia, per l'individutalità di ognuno di noi, per la bellezza che ci regala la vita anche se è a termine.

E non perdere di vista il fatto che Alabama Monroe... è una storia d'amore. [fabrizio bernini]

 

Interpreti
Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg,
Nils De Caster, Robbie Cleiren, Bert Huysentruyt, Jan Bijvoet
Produzione
Menuet Producties, Topkapi Films
Distribuzione
Satine Film
Uscita
08/05/2014
Nazione | Anno
Belgio |2013
Genere | Durata
drammatico |111'