Afterschool
id.
Regia
Antonio Campos
Sceneggiatura
Antonio Campos
Fotografia
Jody Lee Lipes
Montaggio
Antonio Campos
Scenografia
Kris Moran
Costumi
Catherine Akana
Musica
Rakotondrabe Gael
Interpreti
Ezra Miller, Jeremy White, Emory Cohen, Michael Stuhlbarg, Addison Timlin, Rosemarie Dewirt
Produzione
Bordeline Films, Hidden St. Productions
Anno
2008
Nazione
USA
Genere
drammatico
Durata
120'
Distribuzione
Bolero Film
Uscita
19-02-2010
Giudizio
Media

“Il mio unico sogno è che lo spettatore riesca ad entrare nello spirito di Afterschool con una visione aperta e se ne allontani con una serie di interrogativi sul mondo e sulla natura di questo ragazzo”. (Antonio Campos)

In una prestigiosa scuola del New England, Robert, uno studente particolarmente introverso e tormentato, riprende per caso la morte per overdose di due compagne più grandi che conosceva a malapena, pur ammirandole per la loro bellezza. Le loro vite diventano il soggetto di un video che secondo il preside dovrebbe aiutare l’elaborazione del lutto collettivo. Nonostante abbia subito l'impatto psicologico dell'incidente più di tutti, il progetto è affidato proprio a Robert, per la sua nota passione per i video. La fascinazione viscerale del ragazzo per le immagini sconfina presto nel doloroso e ossessivo ricordo della morte delle compagne e nella volontà di capire il perché delle cose in un mondo che gli sembra insensato ed indifferente. Mentre un’atmosfera di paranoia e di malessere si diffonde sia tra gli studenti che tra gli insegnanti, Robert capisce di non potersi fidare di nessuno, non della sua prima ragazza, non del compagno di stanza, forse nemmeno di se stesso...

Note di regia: Antonio Campos
Con “Afterschool”, ho voluto porre un occhio di riguardo su una comunità abituata ad un’esistenza eccessivamente e, in modo del tutto anormale, protetta e che improvvisamente si scontra con la morte violenta, all’interno del suo stesso territorio. Il personaggio centrale, Robert, un ragazzo corroso dalle contraddizioni esistenziali dell’adolescenza, è costretto ad affrontare la compromissione della sua tranquillità e del suo isolamento, quando si trova dinanzi alla tragedia che si compie nel college.

Oggi, più che mai, grazie al computer e ad internet, siamo capaci di assistere, nella sicurezza delle nostre mura domestiche, a degli eventi straordinari e orribili. La gente è affascinata dai video, siano essi divertenti o violenti, poiché si collocano al di fuori della propria vita ordinaria.

E’ il caso di Robert, il protagonista di “Afterschool”. Siamo costantemente sotto osservazione o perfino sotto sorveglianza: le videocamere digitali sono ormai ovunque, nei computer, così come nei cellulari e in tutti i luoghi pubblici. Prima dell’era della tecnologia digitale, l’occhio di Dio era soltanto un’astrazione; ora, invece, una camera digitale, portata tranquillamente in tasca, può filmare in qualsiasi momento qualunque cosa che venga condivisa con il resto del mondo. Attraverso il personaggio di Robert, ho voluto esaminare la mia stessa fascinazione, propria di qualsiasi osservatore e documentarista. Come film maker, la mia tecnica preferita è quella di lasciare liberi gli attori di girare intere scene davanti alla camera, in unico piano sequenza. E fare in modo che la scena, in questo suo dipanarsi, in modo quasi organico, abbia una sua autenticità, una sua perfezione nell’approcciarsi alla realtà. Mi sono reso conto che, in tal modo, si può arrivare a riprendere un momento determinante, sia questo commovente o scioccante.