Ispirato
ad una serie d’animazione creata da Peter Chung per “Liquid
Television” di MTV, composta da 21 episodi realizzati
tra il 1991 ed il 1995, Aeon Flux
ci trasporta in un lontano futuro, siamo nel 2415, in cui la
razza umana per difendersi dall’avanzata di una Natura
Matrigna aspra e forte si è rifugiata in una sorta di
città ideale, Bregna, guidata da un dittatore illuminato
di nome Trevor Goodchild (Marton Csokas). Ma la gente scompare
misteriosamente tra le perfette e linde vie di Bregna, mentre
al di là di enormi mura, una misteriosa epidemia ha cancellato
ogni traccia di civiltà. Ma sotto la cenere dell’insoddisfazione,
cova la resistenza affidata ad una setta denominata I Monicans
che si avvale di agenti-combattenti tra i quali si evidenzia
la tanto bella quanto letale Aeon Flux (Charlize Teron). Ma
misteriosi indizi di un passato sepolto sembrano dare alla realtà
conosciuta tutta un’altra coloritura…
Questo l’intreccio di una saga d’animazione, compressa
in 93 minuti di cinema di fantascienza, in cui tutto deve essere
sbrigativamente spiegato prima ed illustrato poi. Scenograficamente
ispirato ad una combinazione di passato e futuro, così
ben riassunto nello stile Bauhaus che ha lasciato importanti
impronte di se stesso in giardini ed edifici di Berlino e Postdam,
quando le sue linee nette e precise ed i suoi volumi plastici
vengono traslati su personaggi e snodi narrativi, il film assume
una involontaria bidimensionalità illustrativa da accostarlo
più che alle tavole di un fumetto, che potrebbe risultare
una precisa scelta estetica, a pixel e bite dell’ennesimo
videogame alla “find and kill”.
Fracassone e sbrigativo, Aeon Flux
punta molto se non tutto sulla sensuale Charlize Theron, che
si affida ad una interpretazione molto fisica supportata da
costumi che poco lasciano all’immaginazione, stimolando
gli impulsi sessuali del pubblico adolescenziale a cui è
rivolto. [fabio melandri]
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