Guida per riconoscere i tuoi Santi
A Guide To Recognizing Your Saints
Regia
Dito Montiel
Sceneggiatura
Dito Montiel
Fotografia
Eric Gautier
Montaggio
Christopher Tellefsen,
Jake Pushinsky
Scenografia
Cherish Magennis
Costumi
Sandra Hernandez
Musica
Jonathan Elias
Produzione
Xingu Films Productions,
First Look Studios
Interpreti
Robert Downey Jr., Shia LaBeouf, Chazz Palmintieri,
Diane Wiest, Rosario Dawson, Channing Tatum
Anno
2006
Genere
Drammatico
Nazione
USA
Durara
98'
Distribuzione
Mikado
Uscita
09-03-07

Dito Montiel è uno scrittore. Qui si improvvisa regista per portare sullo schermo la storia della sua vita. Attinge infatti alla propria esperienza personale quando racconta il passaggio alla maturità di un ragazzino del Queens che decide di trasferirsi a Los Angeles in cerca di fortuna. La vita per le strade di New York non fa per lui. Questa città lo soffoca. La violenza è sempre in agguato e le risse tra gang sono all’ordine del giorno. Se si aggiunge il difficile rapporto con il padre allora si può ben capire perché Dito voglia scappare. Intrappolato come un usignolo in gabbia, Dito si sente solo. Con la sua anima acerba ma già rassegnata ad una fine nota. Non accetta il suo destino di loser annunciato. E sceglie la fuga. Il tempo scorre e cancella tutto. Ma non il ricordo delle proprie origini. Oggi Dito è uno scrittore affermato ma il suo successo personale non prevede la catarsi interiore. Il passato ancora lo ossessiona. Dentro di sé sa di non aver chiuso il cerchio rimasto aperto in gioventù. Sono passati ormai molti anni da quando se ne è andato. L’improvvisa malattia del padre lo costringe a tornare. Per restare. Forse per sempre…
Dramma urbano di impostazione classica, è un’opera prima sprezzantemente autentica che fa della memoria il pretesto per poter raccontare cosa si è oggi. Partendo quindi dal passato senza rinunciare ad un sottile sguardo al futuro. Al di là della violenza di una vita pericolosa che non ti permette di camminare neanche per strada per il timore di essere sgozzato, è il mancato rapporto col padre che sconvolge l’esistenza di Dito. Non si sente compreso, ascoltato, amato. E per questo scappa. La morte di un amico è solo un ulteriore pretesto per giustificare la sua fuga. La sua sensibilità innata quasi un alibi. Decisamente funzionale alla sua crescita interiore.
Uno stropicciato Downey jr ci mette la faccia (la leggenda vuole che sia stato proprio l’attore a scoprire Montiel in un reading losangelino), Sting e la moglie Trudie Styler i soldi. Ne esce un melo’ che ha assorbito al meglio la lezione di certo cinema metropolitano (da Mean Streets a Kids) sporco, brutto e cattivo. Pizzicando forse troppo semplicisticamente le corde giuste per trafiggere i cuori. Come una freccia avvelenata senza possibilità di antidoto. Ma il pubblico sembra gradire. [marco catola]