Tripp
(Matthew McConaughey) è un 35enne con una bella casa,
un buon lavoro tra cielo e mare – broker di yacht -,
le ragazze non gli mancano e due genitori amorevoli e disponibili
ad assecondarlo in ogni cosa. Il problema? Nonostante tutto
vive ancora in casa dei genitori, situazione che utilizza
a uso e consumo dei suoi progetti ogni qualvolta tiene a scaricare
la ragazza di turno colpevole di aver fatto troppi progetti
in merito al loro rapporto.
Se un 35enne che vive a casa con i genitori in Italia non
fa notizia (lavoro precario, difficoltà a mettere su
famiglia, il costo degli affitti le ragioni principali di
questa “moda”) negli Stati Uniti dove il distacco
dal nucleo familiare è auspicabile se non incoraggiato,
la situazione è la classica eccezione che conferma
l’andazzo e viene definita attraverso neologismi (adultescenti),
definizioni sociologiche (generazioni boomerang) o vere e
proprie sindromi (mancato decollo, “failure to launch”
come recita il titolo originale della pellicola).
Abbondante colazione la mattina, camicie di fresco stirato,
camera rifatta ogni giorno, pranzi e cene calde e succulente,
un albergo a 5 stelle. Perché cambiare? Questi sono
i punti focali del ragionamento di Tripp ogni qualvolta qualcuno
chiede ragioni di questa situazione. Come dargli torto? Certo
che se il mondo viene visto dalla parte dei genitori, quegli
stessi punti di forza divengono i motivi per cui prima ci
si libera della sanguisuga meglio è. Come fare? Ingaggiare
una donna bellissima, farlo innamorare e spingerlo ad abbandonare
il nido. Certo se la donna in questione è Sarah Jessica
Parker, le cose non possono andare male. Se poi questa ha
un piano a prova di bomba, ma non di sentimenti come troppo
facilmente si intuisce sin dall’inizio, allora il risultato
è assicurato.
Cari trentenni drizzate le orecchie e fate attenzione. Se
incontrate una giovane donna in maniera assolutamente originale
e vi chiede un primo appuntamento, se attraversa una crisi
emotiva assolutamente inaspettata chiedendo il vostro supporto,
se conquista i vostri amici con cameratismo sospetto, se si
interessa troppo alle vostre passioni e pende dalle vostre
labbra quando le spiegate schemi di gioco della vostra squadra
del cuore… bene di mezzo c’è lo zampino
dei vostri genitori che vi vogliono… FUORI DI CASA!
A casa con i suoi è una
commedia fortemente strutturata, dove i tempi del racconto
sono scanditi in maniera perfetta e sincronizzata ed i personaggi
sono talmente rappresentativi degli stereotipi del genere
che sembra di conoscerli da una vita. Tutto è prevedibile
e lineare, nulla è costruito per incuriosirci o sorprenderci
e poi... basta con i finali in cui la riappacificazione dei
protagonisti viene sottolineata dagli applausi di tutti i
personaggi della storia, comparse comprese. Ma quando mai?
Sfido chiunque a verificare una cosa del genere nella vita
reale.
Sull’argomento “i figli sono attaccati alla casa
dei genitori come cozze allo scoglio” contro-programmiamo
a questa pellicola, una piccola commedia francese di qualche
anno fa, Tanguy.
Provare, per credere.
[fabio melandri]