A casa con i suoi
Failure to Launch
Regia
Tom Dey
Sceneggiatura
Tom J. Astle, Matt Ember
Fotografia
Claudio Miranda
Montaggio
Steven Rosenblum
Musica
Rolfe Kent
Interpreti
Matthew McConaughey, Sarah Jessica Parker, Zooey Deschanel,
Justin Bartha, Bradley Cooper, Terry Bradshaw, Kathy Bates
Anno
2005
Durata
100'
Nazione
USA
Genere
commedia
Distribuzione
UIP

Tripp (Matthew McConaughey) è un 35enne con una bella casa, un buon lavoro tra cielo e mare – broker di yacht -, le ragazze non gli mancano e due genitori amorevoli e disponibili ad assecondarlo in ogni cosa. Il problema? Nonostante tutto vive ancora in casa dei genitori, situazione che utilizza a uso e consumo dei suoi progetti ogni qualvolta tiene a scaricare la ragazza di turno colpevole di aver fatto troppi progetti in merito al loro rapporto.
Se un 35enne che vive a casa con i genitori in Italia non fa notizia (lavoro precario, difficoltà a mettere su famiglia, il costo degli affitti le ragioni principali di questa “moda”) negli Stati Uniti dove il distacco dal nucleo familiare è auspicabile se non incoraggiato, la situazione è la classica eccezione che conferma l’andazzo e viene definita attraverso neologismi (adultescenti), definizioni sociologiche (generazioni boomerang) o vere e proprie sindromi (mancato decollo, “failure to launch” come recita il titolo originale della pellicola).
Abbondante colazione la mattina, camicie di fresco stirato, camera rifatta ogni giorno, pranzi e cene calde e succulente, un albergo a 5 stelle. Perché cambiare? Questi sono i punti focali del ragionamento di Tripp ogni qualvolta qualcuno chiede ragioni di questa situazione. Come dargli torto? Certo che se il mondo viene visto dalla parte dei genitori, quegli stessi punti di forza divengono i motivi per cui prima ci si libera della sanguisuga meglio è. Come fare? Ingaggiare una donna bellissima, farlo innamorare e spingerlo ad abbandonare il nido. Certo se la donna in questione è Sarah Jessica Parker, le cose non possono andare male. Se poi questa ha un piano a prova di bomba, ma non di sentimenti come troppo facilmente si intuisce sin dall’inizio, allora il risultato è assicurato.
Cari trentenni drizzate le orecchie e fate attenzione. Se incontrate una giovane donna in maniera assolutamente originale e vi chiede un primo appuntamento, se attraversa una crisi emotiva assolutamente inaspettata chiedendo il vostro supporto, se conquista i vostri amici con cameratismo sospetto, se si interessa troppo alle vostre passioni e pende dalle vostre labbra quando le spiegate schemi di gioco della vostra squadra del cuore… bene di mezzo c’è lo zampino dei vostri genitori che vi vogliono… FUORI DI CASA!
A casa con i suoi è una commedia fortemente strutturata, dove i tempi del racconto sono scanditi in maniera perfetta e sincronizzata ed i personaggi sono talmente rappresentativi degli stereotipi del genere che sembra di conoscerli da una vita. Tutto è prevedibile e lineare, nulla è costruito per incuriosirci o sorprenderci e poi... basta con i finali in cui la riappacificazione dei protagonisti viene sottolineata dagli applausi di tutti i personaggi della storia, comparse comprese. Ma quando mai? Sfido chiunque a verificare una cosa del genere nella vita reale.
Sull’argomento “i figli sono attaccati alla casa dei genitori come cozze allo scoglio” contro-programmiamo a questa pellicola, una piccola commedia francese di qualche anno fa, Tanguy. Provare, per credere. [fabio melandri]