500 giorni insieme
500 Days of Summer
Regia
Marc Webb
Sceneggiatura
Scott Neustadter, Michael H.Weber
Fotografia
Eric Steelberg
Montaggio
Alan Edward Bell
Scenografia
Laura Fox
Costumi
Hope Hanafin
Musica
Mychael Danna, Rob Simonsenan
Interpreti
Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel, Geoffrey Arend, Chloe Grace Moretz
Produzione
Watermark Production
Anno
2009
Nazione
USA
Genere
commedia
Durata
96'
Distribuzione
Fox Searchlight Pictures
Uscita
27-11-2009
Giudizio
Media

L'amore è imprevedibile, pronto a colpire in qualsiasi momento, e senza chiedere il permesso.
Così, una volta pagato il biglietto, 500 Giorni Insieme non chiederà il permesso a nessuno e ci commuoverà tutti. In ogni istante ci farà innamorare, ci sedurrà e ci disilluderà per poi abbandonarci in soli 97 minuti. I sentimenti caleranno sul pubblico avvolgendolo in un’atmosfera di solidale silenzio e sicuro è che ognuno di noi, uscendo dal cinema, avrà qualcuno a cui pensare. Ma nessuna smanceria lo catalogherà mai tra i film rosa, sarà invece una commedia leggera e spassosa per chi si calerà nei panni di Sole, rara e preziosa per chi si sentirà vicino a Tom.
I due protagonisti vivranno 500 giorni, che se qualcuno non avesse fatto attenzione alle cifre sono quasi un anno e mezzo di storia d’amore tanto pura quanto immaginaria in cui la mission è capire cosa ci sfugge quando indossiamo gli occhialini rosa e siamo davanti ad una ragazza dalle guance altrettanto rosa e gli occhi blu. Così blu che anche la scenografia è stata arricchita con quel colore, abiti compresi, perché lo sguardo della deliziosa e crudele Sole (per gli americani è Summer), potesse essere ancora più dolce e rovinoso. Lui invece, che passa da un look trasandato nei momenti di mestizia ad un look più giovanile in quelli in cui la speranza predomina, è tenace e perseverante, all’inseguimento di un sentimento limpido e sincero quasi d’altri tempi. Sole, in abiti retò di una femminilità perfetta, crede invece più in Babbo Natale che nell’amore, fino al punto da rendere quel sentimento solo un ideale.
Facilitando la comprensione con l’utilizzo sullo schermo di un “contagiorni”, continui flash-back e flash-forward - liberamente ispirati a Memento come dichiara il co-autore Scott Neustadter - interrompono la fabula rendendo l’intreccio eccezionalmente rivelatorio e permettendoci di avere in mano tutti gli elementi per valutare una storia d'amore destinata a finire.
Dunque una vicenda già svelata ma in grado di rievocare quell’idealismo romantico che ci porta a pensare davvero che a volte innamorarsi è lo sbaglio migliore che si possa fare…
Nel frattempo una voce narrante, i numerosi effetti visivi, lo split screen e l’animazione fantasiosa di cui fanno parte anche scene filmiche interamente disegnate, rendono 500 giorni insieme un’opera vivace, arricchita da una colonna sonora molto ricercata che dona il suo contributo al film al 50%.
L’attenzione rivolta alle musiche e alla sua efficacia risale al fatto, secondo Scott Neustadter, che ogni storia d’amore ha la propria colonna sonora, elemento necessario per gioire e soffrire per bene quando siamo colti da Cupido. Cosi ci sono gli Smith un gruppo inglese degli anni ’80 e polo d’attrazione per Sole e Tom. Ci sono i rapper inglesi Black Lips, poi un richiamo ancora agli anni 80 con She’s like the wind con cui Patrick Swayze fa svolazzare Jennifer Grey in Dirty Dancing, per poi tornare ai tempi nostri con The Temper Trap e persino Carla Bruni alla chitarra con Quelqu’un m’a dit (Francia 2002), Simon & Garfunkel e tanti tanti altri a ritmare il battito cardiaco di Tom e quello delle ciglia di Sole, calati in una Los Angeles che sembra essersi cambiata d’abito, acquistando un aspetto di città romantica (location scelta è la vecchia zona Korea Town).
Tom è Joseph Gordon-Levitt che uscito da una sitcom rivestirà diversi ruoli cinematografici ma nessun exploit. Sole è Zooey Deschanel ammaliatrice indiscussa già in Yes Man di cui vittima fu Jim Carrey. Il regista Marc Webb invece è un tutto fare, autore di cortometraggi, spot pubblicitari e video e vincitore di numerosi premi proprio per quest’ultima categoria ora trasferita egregiamente anche sul grande schermo.
[silvia langiano]