40 anni vergine
The 40 Years Old Virgin
Regia
Judd Apatow
Sceneggiatura
Judd Apatow, Steve Carell
Fotografia
Jack Green
Montaggio
Brent White
Musica
Lyle Workman
Interpreti
Steve Carell, Catherine Keener, Paul Rudd, Romany Malco, Seth Rogen, Elizabeth Banks, Leslie Mann, Jane Lybch, Kat Dennings
Anno
2005
Durata
115'
Nazione
USA
Genere
commedia
Distribuzione
UIP
“Più tempo aspetti e più sarà duro.” Con questo slogan dal doppio senso volutamente inequivocabile, 40 anni vergine descrive l’odissea di un bravo ragazzo, alle prese con la sua prima volta all’alba dei suoi primi 40 anni. Siamo nel campo della commedia americana più baccanale, intestinale e elegantemente volgare, sulle orme dei pruriti sessuali di un American Pie o dei precedenti Porky’s. Impiegato in un megastore di elettronica, Andy vive da solo, novello Peter Pan nella sua Neverland piena di giocattoli mai aperti – l’apertura della loro confezione farebbe perdere di valore l’oggetto - videogame e ammennicoli di varia natura e provenienza. Quando i suoi colleghi di lavoro scoprono il suo stato “verginale” decidono di dargli una mano a compiere quel “fatidico” e per molti traumatico rito di passaggio dallo stato di pivello un po’ sfigato a quello di uomo con la U maiuscola, con risultati facilmente immaginabili sino a quando l’amore, non fa la sua trionfale e scontata discesa in campo.
Potremmo chiudere qui la recensione, liquidando il prodotto come fondo di magazzino giunto per caso o a riempimento post festivo delle sale italiane. Certo... potremmo, ma prima bisogna riconoscere un certo divertimento nella visione di questa commediucola tanto sboccata (ma neanche troppo visto le premesse) quanto innocua. Il protagonista, Steve Carell, qui al suo primo ruolo da assoluto protagonista dopo essersi fatto notare – più dai produttori che dal pubblico in verità – in Una settimana da Dio e Melinda e Melinda, risulta immediatamente simpatico da vivere con leggera partecipazione alle sue disavventure, non mancando magari di identificarci in alcune delle situazioni paradossali in cui viene investito.
La fine è nota, come avere dubbi, ma l’affiatamento del cast di contorno, alcune trovate geniale e battute fulminanti, salvano un prodotto che sarebbe stato comunque buono per una serata in casa tra amici. [fabio melandri]